Lo hanno definito un auteur contemporaneo. Un cineasta il cui stile è così unico e inconfondibile da costituire praticamente un marchio di fabbrica. Wes Anderson è un narratore per vocazione, il cui impeto creativo trae forza da un inesauribile estro visionario. L’acclamato regista de “L’isola dei cani” spegne oggi 51 candeline, e si prepara a sbarcare al Festival di Cannes con la sua ultima fatica, “The French Dispatch”.
La simmetria perfetta delle inquadrature, le musiche pop anni ‘60 e ‘70, l’attenta selezione dei colori, le lunghe carrellate laterali: sono questi alcuni dei tratti distintivi della firma di Wes Anderson. Tramite un sapiente uso della macchina da presa, Anderson compone autentici dipinti in movimento. In barba a qualunque tradizione naturalistica, non tenta in alcun modo di occultare la propria mano. Al contrario, sembra quasi voler enfatizzare l’evidenza dell’artificio filmico. All’interno di spazi minuziosamente ordinati prendono quindi vita personaggi eccentrici e raffinati, fragili, feriti, abbandonati, spesso in fuga da se stessi e dalle proprie emozioni. E per quanto le loro esistenze paiano governate da humor e compostezza, permeate da un’atmosfera di fanciullesca innocenza, sotto la superficie restano in agguato il caos, la perdita e il dolore.
Wes Anderson, dal Texas al successo internazionale
Nato il 1o maggio 1969 a Houston in Texas, Wesley Wales Anderson non ha sempre desiderato essere un regista. Inizialmente intenzionato a diventare scrittore, si trova impegnato già al liceo nella produzione di spettacoli teatrali e cortometraggi muti girati con la videocamera Super 8 del padre. Lavora poi part time come proiezionista, mentre consegue la laurea in filosofia presso l’università di Austin, dove conosce l’attore Owen Wilson, suo futuro collaboratore.
Proprio assieme a Wilson realizza i film d’esordio, “Un colpo da dilettanti” (1996) e “Rushmore” (1998), che gli guadagnano l’attenzione e le lodi di Martin Scorsese in persona. Il successo al botteghino arriva con “I Tenenbaum” (2001), nominato all’Oscar per la Miglior Sceneggiatura Originale. Meno fortunate sono le opere successive, “Le avventure acquatiche di Steve Zissou” (2004) e “Il treno per Darjeeling” (2007), ma nel 2009 Anderson torna nuovamente nelle grazie dei critici e dell’Academy grazie a “Fantastic Mr. Fox”, pellicola d’animazione in stop motion ispirata al libro di Roald Dahl. Dopo il debutto a Cannes di “Moonrise Kingdom – Una fuga d’amore” (2012), “Grand Budapest Hotel” (2014) colleziona ben nove nomination all’Oscar, inclusa la prima per Anderson come Miglior Regia.
“The French Dispatch”: il nuovo film dal cast d’eccezione
Da sempre capace di attrarre ai suoi progetti nomi stellari, Wes Anderson ha superato se stesso con “The French Dispatch”. Il film, che ha visto l’uscita nelle sale posticipata di oltre un anno a causa della pandemia, si appresta a conquistare Cannes a luglio, forte di un cast incredibile. Nel lungo elenco di talenti di prim’ordine troviamo Frances McDormand, Benicio del Toro, Kate Winslet, Timothée Chalamet, Edward Norton, Bill Murray, Angelica Houston, Saoirse Ronan e altri ancora. “The French Dispatch” sarà una lettera d’amore al mondo del giornalismo ambientata nella sede francese di una rivista americana del XX secolo. In merito alla trama, Anderson ha dichiarato:
“Non è semplice da spiegare. Un giornalista americano che vive in Francia crea la propria rivista. Si tratta del ritratto di quest’uomo, di questo giornalista che lotta per scrivere ciò che vuole. Non è un film sulla libertà di stampa, ma quando uno parla di reporter finisce col parlare anche di ciò che succede nel mondo reale”.
Sergio Rosi
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