Cinema

Wes Anderson presenta alla Mostra del Cinema ”La meravigliosa storia di Henry Sugar” e dice no alla cancel culture su Roald Dahl

Il regista Wes Anderson parla dell’autore Roald Dahl e della cancel culture che, negli ultimi tempi, ha colpito alcune opere dell’amato scrittore per bambini. Anderson ha presentato alla Mostra del cinema di Venezia un minifilm di 40 minuti, La meravigliosa storia di Henry Sugar tratto da Un gioco da ragazzi e altre storie di Roald Dahl e interpretato da Ralph Fiennes, Benedict Cumberbatch, Dev Patel, Ben Kingsley, Richard Ayoade.

Le dichiarazioni di Wes Anderson su Roald Dahl e la cancel culture

Wes Anderson Roald Dahl

Wes Anderson interrogato sulle varie polemiche che hanno colpito le opere di Roald Dahl si è detto contrario alle modifiche degli editori sulle opere dello scrittore scomparso. Recentemente, infatti, si era chiesto di eliminare alcuni passaggi che oggi potevano risultare offensivi e lesivi per la sensibilità altrui. Nei libri di Dahl, infatti, le caratteristiche morali negative dei personaggi spesso si associano a quelle fisiche come la bruttezza o l’eccessiva grassezza. Nel corso di un’intervista si è chiesto a Wes Anderson cosa ne pensasse del politically correct rivolto a Dahl, fra gli autori della letteratura per l’infanzia più amati al mondo.

”Non credo di essere la persona adatta a cui rivolgere questa domanda – ha risposto il regista – Se mi chiedete se i quadri del pittore francese Pierre-Auguste Renoir debbano essere corretti, risponderei subito di no. Capisco le motivazioni alla base di queste richieste, ma in linea generale non ritengo che si debbano cambiare le opere degli artisti quando non corrisponderebbero più a una certa sensibilità”.

Ha poi aggiunto:

“E certamente nessuno che non sia lo stesso autore dovrebbe modificare il suo libro”.

”La meravigliosa storia di Henry Sugar” , il mediometraggio presentato a Venezia

Wes Anderson parla anche del suo mediometraggio tratto da “Un gioco da ragazzi e altre storie” di Roald Dahl:

“Erano anni che volevo girare questa storia di Dahl e volevo farlo nel modo più efficace. Finalmente ho incontrato gli eredi dello scrittore inglese e l’idea si è sbloccata. La realizzazione del cortometraggio ha richiesto due settimane e mezzo. Ho concepito il film come una piccola rappresentazione teatrale”.

Il regista, poi, ricevuto oggi il premio Cartier Glory to the filmaker e ha annunciato di voler girare altri corti tratti sempre dalle opere dell’amato scrittore per ragazzi, come “Poison”, “L’acchiapparatti” e “Il cigno” e ha aggiunto:

 “Ho alcune cose in cantiere, ma al momento potrebbe essere tutto su Dahl”.

Photo Credits: lithub.com

Foto in copertina: hollywoodreporter.it

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