Manca poco, pochissimo all’uscita nelle sale di Wicked, attesissimo adattamento cinematografico dell’omonimo musical, in scena dal 2003. In Italia sarà disponibile dal novembre, mentre, negli Stati Uniti, i fan dovranno pazientare un giorno di più.

Il film diretto da Jon M. Chu promette di essere quello che tutti si aspettano, una fiaba epica e profonda, arricchita dalla splendida colonna sonora composta da Stephen Schwartz. Il cast, c’è da dirlo, è di tutto rispetto: ad interpretare le protagoniste Elphaba e Glinda saranno rispettivamente Cynthia Erivo e Ariana Grande, intorno alla quale sono stati sollevati diversi polveroni. A vestire i panni del Mago di Oz sarà invece sarà Jeff Goldblum, mentre Michelle Yeoh presterà il volto a Madame Morrible. Jonathan Bailey abbandonerà gli abiti di Anthony Bridgerton per indossare quelli del vanesio Fiyero Tigelaar.

Wicked: le origini di Elphaba

Wicked
Ariana Grande e Cynthia Erivo in un’immagine promozionale di Wicked

Ma dove si colloca la storia delle due streghe nell’universo creato da L. Frank Baum? Il musical dal quale è tratta la pellicola trae ispirazione dal romanzo Strega – Cronache dal Regno di Oz in rivolta di Gregory Maguire, a sua volta rivisitazione del celebre libro del 1900 Il meraviglioso mago di Oz. Il testo (e i suoi derivati) sono una sorta di prequel non ufficiale delle avventure di Dorothy Gale, ambientato molto tempo prima del suo arrivo nel Regno.

L’opera letteraria inizia con la nascita di Elphaba. Melena Thropp, figlia dell’Eminenza dell’Est, il governatore della Terra dei Succhialimoni, a est del Regno di Oz, va in sposa al sacerdote Frexspar, ma sono costretti a scappare. Durante la fuga, la donna partorice una bambina con la pelle verde e i denti acuminati. La piccola, mai accettata dai genitori, cresce in solitudine, sviluppando comportamenti sempre più strani, come una forte repulsione per l’acqua e la particolare attitudine nel mordere gli oggetti.

Il musical dietro il film

La versione teatrale s’inserisce nella vicenda partendo da un diverso arco temporale. Nell’Atto I, tutta Oz è in festa: la malvagia Strega dell’Ovest è morta, sconfitta da una ragazzina venuta da lontano di nome Dorothy. Glinda, la strega buona del Sud, giunge nel paese dell’Ovest per rassicurarli circa la realtà del decesso ma, incalzata dai cittadini confessa di aver conosciuto la megera, e di esserle amica. Inizia così un racconto a ritroso, che fa luce sulla reale storia della Wicked Witch of West, che si rivela essere proprio Elphaba. La ragazza, primogenita del governatore del paese dell’Est, deve il colore della sua pelle a una relazione extraconiugale della madre con un amante. Questi aveva offerto alla donna un elisir verde, che aveva dato origine a tutto.

Glinda torna con la mente ai tempi del loro primo incontro, quando, entrambe iscritte all’Università di Shiz, si ritrovano a condividere la stanza. Da una grande rivalità iniziale, con il tempo, nascerà un’indissolubile amicizia, che resisterà anche quando le due si ritroveranno a militare in fazioni opposte. Al di fuori del loro rapporto, una serie di personaggi appartenemente marginali, ma che, in seguito, si riveleranno fondamentali.

Wicked: chi è il vero malvagio?

In Wicked, solo una cosa è certa: niente è come sembra. Il Mago di Oz, non esattamente un santo, ma quantomeno presenza benefica nel romanzo di Baum, nasconde nel musical più di un segreto. La linea tra il bene e il male è molto sottile, e non è sempre chiaro chi appartenga a quale schieramento. La “malvagia Strega dell’Ovest” potrebbe non essere, in fondo, la creatura demoniaca che tutti ricordiamo, e Oz potrebbe non essere l’uomo giusto e retto che vorrebbe far credere.

Anche altri personaggi che ben conosciamo, dall’uomo di latta allo spaventapasseri, possiedono delle identità nascoste, e sarà divertente scoprirle quando, verso la fine della vicenda, l’avventura di Elphaba e quella della bambina dalle scarpette di rubino (d’argento, nel libro) finalmente s’intrecceranno. Wicked non è solo un prequel, né un semplice film musicale; è una storia che insegna a non fermarsi mai alle apparenze, anche quando possono far paura, perché non si può mai esser certi di cosa ci sia dietro.

Federica Checchia

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