Willem Dafoe è il nuovo Direttore artistico del settore Teatro della Biennale di Venezia per il biennio 2025-2026. L’attore, candidato a quattro Oscar, vincitore nel 2018 della Coppa Volpi per il ruolo di Van Gogh nel film di Julian Schnabel e recente vincitore del Golden Globe grazie a Povere Creature!, è stato nominato dal Consiglio di Amministrazione presieduto da Pietrangelo Buttafuoco

La Biennale Teatro nasce come settore autonomo della Biennale di Venezia nel 1934, dopo Arte ( 1895), Musica (1930), Cinema (1932) ed è stato diretto da importanti personalità del mondo della cultura e dello spettacolo come Renato Simoni, Luca Ronconi, Franco Quadri, Carmelo Bene, Lluís Pasqual. Dal 1998, per Decreto Ministeriale, il settore Teatro è stato programmato annualmente insieme agli altri settori delle arti dal vivo (Musica e Danza). Da allora si sono succeduti alla guida della Biennale Teatro: Giorgio Barberio Corsetti (1998-2002), Peter Sellars (2003), Massimo Castri (2004), Romeo Castellucci (2005), Maurizio Scaparro (2006-2009), Álex Rigola (2010-2016), Antonio Latella (2017-2020), Stefano Ricci e Gianni Forte (2021-2024)

In un’intervista con il Corriere della Sera oggi parla del suo rapporto con l’Italia. A partire dall’amicizia con Franco Battiato. Che è nata «molti anni fa. Me lo presentò mia moglie. Eravamo legati, mi era molto caro. Era una persona particolarmente gentile e generosa, e mi sosteneva: ogni volta che avevo uno spettacolo teatrale, veniva alla prima. Veniva e ripartiva. Ho imparato l’italiano con le sue canzoni». Ma non vuole parlare di Donald Trump: «Oh mio Dio! La stampa ne parla già troppo». Mentre è un sostenitore di Joe Biden: «Penso che vederlo fare fatica ci renda coscienti della situazione. I numeri e le statistiche parlano da soli, e ci dicono che Biden è stato un ottimo presidente. Ha riparato i danni fatti da Trump, non solo nell’economia; penso al clima che si respira nel Paese. Per questo ora ci sono molte preoccupazioni in America».

La carriera di Willem Dafoe

Nato nel 1955 ad Appleton, negli Stati Uniti, Willem Dafoe è un attore dalla vocazione sperimentale e dalle scelte eterodosse. Ha iniziato il suo percorso artistico ai tempi dell’università a Milwaukee dove nel 1975, all’età di 19 anni, è entrato a far parte del Theatre X, una delle prime formazioni di ricerca negli Stati Uniti influenzata dal Living e da Grotowski, con cui è andato in scena in Insulti al pubblico di Peter Handke e in molti esti del regista e direttore artistico John Schneider. Nel 1976 in Europa è invece salito sul palco del leggendario Mickery Theatre di Amsterdam, perno della scena alternativa internazionale, nell’opera Folter Follies del fondatore, attore, regista, drammaturgo, produttore e artista visivo Ritsaert ten Cate. La più importante formazione teatrale è arrivata poi a New York, dove è stato cofondatore, insieme alla regista Elizabeth LeCompte e agli attori Ron Vawter, Kate Valk, Jim Clayburgh, Peyton Smith, di The Wooster Group, con cui ha calcalto le scene per oltre vent’anni dal 1977 al 2003.

Ha partecipato a molte produzioni, caratterizzate da un singolare intreccio di linguaggi e di testi – dai classici alla controcultura americana, da Flaubert a Lenny Bruce – che ne hanno fatto il fulcro della scena underground newyorchese degli anni Ottanta e hanno attivato collaborazioni con numerosi artisti come Ken Kobland, Jim Strahs, Richard Foreman, Trisha Brown, John Lurie, Bruce Odland, Steve Buscemi, Jennifer Tipton, Frances McDormand, Hans Peter Kuhn e Amir ElSaffar. Accanto al Wooster Group, Willem Dafoe ha collaborato con registi che con il loro immaginario hanno segnato la scena internazionale. Richard Foreman, drammaturgo, regista e teorico della ricerca, noto anche alle scene europee e fondatore di un teatro “ontologico-isterico”, lo ha chiamato per Miss Universal Happiness (1985) e The Idiot Savant (2009). Robert Wilson lo ha voluto per The Life and Death of Marina Abramovic (2011) e, insieme a Mikhail Baryshnikov, in The Old Woman, opera tratta dai racconti del poeta russo Daniil Kharms (2013). Infine, per Romeo Castellucci, Willem Dafoe è stato interprete de Il velo nero del pastore, dall’enigmatico racconto di Hawthorne (2016). Nel 2016 ha partecipato alla Biennale Teatro nella sezione masterclass con un laboratorio dedicato all’attore.