Il mondo dello sport e del tennis più in particolare si sono finalmente catapultati in uno degli eventi più famosi, storici e importanti di tutto l’anno. Con il mese di luglio che sta quasi per entrare archiviando, quindi, questo finale di giugno, sulle scene sportive internazionali debutta come da programma uno dei tornei più attesi dei dodici mesi: il bianco Wimbledon è appena iniziato portandosi dietro tutto il carrozzone mediatico che sfocia, puntualmente, dal suo arrivo. Manifestazione antica e affascinante che obbliga tutti i partecipanti, prima in modo integrale, a vestirsi con il più candido dei colori. Non importa che tu sia uomo o donna: per scendere sull’erba londinese devi attenerti ad un ferreo dress code. Ma perché? Ecco le motivazioni.

Wimbledon di bianco vestito: ecco perché

Roger Federer, uno dei re di Wimbledon, in bianco (Credit foto – Getty Images)

È una regola antica che è giunta a noi dagli anni Settanta dell’Ottocento. Pensate, quindi, quanto tempo fa! A quei tempi, infatti, i soci dell’All England Lawn Tennis and Croquet Club decisero di organizzare un torneo tennistico scegliendo il bianco come colore imperante. Il motivo? Certamente per la bellezza e l’eleganza pura, ma anche per non far vedere le chiazze di sudore che inevitabilmente si generano quando si compie attività fisica. Questa idea stilistica negli anni avvenire, fino ai tempi nostri, è diventata una regola che ha sempre diviso i tennisti che hanno partecipato alle diverse edizioni di Wimbledon.

C’è da dire che, attualmente, il total White è stato archiviato, con l’organizzazione dell’evento che è scesa più a compromessi rispetto al passato: oggi sono ammessi bordi colorati e i loghi degli sponsor tecnici, non troppo grandi però. Devono essere bianchi, con la solita deroga del bordo, berretti, fasce per la testa, bandane, polsini e calze. Idem per le scarpe, lacci e suole compresi. Insomma: c’è poca possibilità di essere variopinti. Ma almeno, adesso, si può.

(Credit foto – AFP)

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