Wrongonyou all’Auditorium Parco della Musica: un concerto a cuore scalzo

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Di Rossella Papa

Al Teatro Studio Borgna, Wrongonyou è riuscito a far ballare tutta la platea sulle loro sedie rosse: il concerto sold out sembrava una bella serata a casa di amici, tra ironia e profondità, la leggerezza e il folk.

Era il primo giorno di primavera ieri, fuori c’erano in realtà pochi gradi, ma dentro l’Auditorium Parco della Musica con Wrongonyou ci sembrava una calda serata in Canada o una domenica pomeriggio di agosto tra i boschi romani di Grottaferrata: una dozzina di amici (che poi, realmente, erano un’intera sala sold out), il vento soffice e una chitarra da accordare di tanto in tanto.

Wrongonyou
(ph: Valerio Sablone)

Classe ’90: umile, ironico e profondo, il giovane romano Marco Zitelli in arte Wrongonyou alle 21.00 era già pronto a coinvolgere tutto lo Studio Bogna con la semplicità che lo contraddistingue.

Ma l’ho già detto che semplice non vuol dire semplicistico? Sembrava che stesse improvvisando qualche pezzo nella vecchia soffita di un amico, eppure dietro la naturalezza del concerto si nascondeva il sacrificio e la dedizione della recentissima uscita del suo ultimo disco “Rebirth“, disponibile dal 9 marzo.

Una continua altalena tra i brani del vecchio album e del nuovo, tra l’elettronico e l’acustico, il folk e il rock: Wrongonyou le ha cantate in tutti i modi, per due ore di continua allegria e sorpresa.  Un contatto con il pubblico diretto e un po’ buffo, dietro l’ombra di un ragazzone di due metri che nasconde lo spirito fresco e vero d’uno che si diverte a suonare ancora con la stessa leggerezza di quando lo faceva al buio dei riflettori.

Il concerto di Wrongonyou è stato un gioco, uno spettacolo improvvisato, una risata spontanea. Nulla di architettato, anzi. Ma, in fondo, l’arte sta proprio nella natura del proprio spirito, è solo seguire il ritmo del proprio caos.

 

Wrongonyou
(ph: Valerio Sablone)

E così, tra un brano e l’altro, Wrongonyou si divertivava ad accordare la chitarra, a raccontarsi al pubblico con le  parole con le quali avrebbe racconato le stesse cose a vecchi amici davanti ad una Beck’s. Come l’episodio della telefonata di Alessandro Gassman, al quale proprio Marco Zitelli ha scritto l’intera colonna sonora dell’ultimo film “ Il premio” e ve ne  ha partecipato persino come attore.

Un talento che si butta in ogni avventura, come solo chi ama i boschi e i fiumi sa fare. Wrongonyou sembra contenere anche nella sua musica tutta la natura che assorbe dai posti in cui ama perdersi. E, forse, proprio in quell’aria, un sospiro può tornare respiro. E’ Rebirth, una rinascita. Un monito con il quale ha salutato il Teatro Studio Borgna.

Wrongonyou
(ph: Valerio Sablone)

Ci dovremmo sentire sempre come in quelle due ore di concerto, quando agli applausi a cuore aperto sono di più le risate a cuore scalzo. Con Wrongonyou siamo riusciti a fare entrambe le cose nello stesso momento. Per rinascere, forse, basta poco. E’ qualcosa di semplice, ma semplice non è semplicistico (l’ho già detto?).

Chissà dove ce lo troveremo Wrongonyou questa estate,ma su qualsiasi palco spero con la stessa leggera profondità.

E, poi, quando l’intero Teatro si alza in piedi per salutarti, caro Marco, non mi resta che dire: Bella!

Rossella Papa