Year Zero: Un’Apocalisse, diverse prospettive (recensione)

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

“Siamo tutti alla distanza di uno starnuto o di un missile da Year Zero…”

Con queste parole Benjamin Percy, autore dell’opera, riassume e racchiude tutti i perché e i percome di Year Zero. Di pandemie e di zombie abbiamo letto e visto “tutto” ormai, ma siamo sicuri di averlo fatto dalla giusta prospettiva? E soprattutto, esiste realmente quella giusta?

Year Zero Martinez

Sinossi

Stazione polare di ricerca: la dottoressa Sara Lemons ritrova il cadavere di un uomo primitivo immerso nel ghiaccio millenario. Città del Messico: Daniel Martinez è un orfano, è stato il cartello a renderlo tale. Solo Dio è suo amico, il resto è da eliminare. Tokyo: Saga Watanabe è quello che si può definire un autentico samurai. Fa parte della Yakuza, ma ha giurato lealtà alla Vendetta. Kabul: Fatemah Shah fa la traduttrice per l’esercito, cerca di salvare la sua casa, il suo popolo, le sue donne. Burnsville, Minnesota: B.J. Hool sapeva da tempo che sarebbe successo e non si è fatto trovare impreparato. Ora deve solo riuscire a sopravvivere all’Apocalisse che attendeva da anni. Cinque storie, cinque vite, cinque luoghi e cinque facce della stessa tragedia: in comune non hanno nulla, se non gli Zombie.

Year Zero, la vita oltre l’Apocalisse

Year zero è una miniserie scritta da Benjamin Percy (Detective Comics, Green Arrow, Wolverine, Marauders) e disegnata da Ramon Rosanas (Spider-Man, Star Wars, Deadpool, X-Men), edita qui in Italia da Star Comics sotto l’etichetta Astra. La storia si svolge durante una classica Apocalisse Zombie, ma qui non troveremo gruppi a confronto, lotte fra leader per la supremazia, le difficoltà di trovare altri superstiti e creare con loro una comunità per riniziare a vivere, ecc. Ci sono gli zombie, i sopravvissuti, ma oltre a loro ci sono dinamiche individuali che la devastazione non è riuscita a sottomettere.

I cinque protagonisti non si incontreranno mai, né comunicheranno tra loro per sbaglio, vivranno ognuno la propria Apocalisse e in questa si ritaglieranno il loro giusto spazio. Quest’ultimo è ripartito in cinque parti tramite un bellissimo espediente letterario e grafico, dove i personaggi si muoveranno separatamente e noi possiamo scegliere come leggere le loro storie: sceglierne uno e leggere la sua vicenda, per poi passare all’altro; leggere le pagine una dietro all’altra e costruire il puzzle del mondo.

Percy scrive queste cinque vite attingendo da tutta la cultura classica, pop, cinematografica e letteraria che possiede: con Saga ci fa entrare nel mondo della yakuza, fatto di vendette, e lo mescola con l’onore dei Samurai; con Daniel ci addentreremo all’interno del cartello Messicano e dei suoi traffici loschi; con Fatemah ci ritroveremo catapultate non solo nei paesi devastati dalla guerra, ma nella misoginia che l’estremismo di una religione può creare; con B.J. saremo rinchiusi in un bunker e vivremo la vita da nerd/survivor complottista; infine la dottoressa Lemons ci farà capire come tutto è (ri)iniziato.

Ovviamente questa diversificazione se da un lato crea varie unicità, dall’altro cade totalmente nello stereotipo, ad esempio: Saga è il tipico yakuza silenzioso, la sua missione si conclude con la vendetta e una lotta finale; B.J., dopo un anno che raccoglie carta igienica e ha calcolato ogni minimo dettaglio, alla fine con un trucco stupido, ovvero il richiamo di una “ragazza” appassionata di Doctor Who, esce dal bunker e si ritrova a dover badare a una seconda persona. Ecco, tutte cose già viste e lette.

Tecnicismi

I disegni di Rosanas si sposano perfettamente con la scrittura di Percy, infatti entrambi gli artisti sono chiari e puliti, quindi la loro combo risulta perfetta in questo tipo di opera. Inoltre i tagli orizzontali che il fumettista spagnolo riesce a dare alle vignette, delimitano ancora di più gli spazi dei protagonisti, separando nettamente le loro vite. Il tutto aiutato dai bellissimi colori di Lee Loughridge, che identifica ogni personaggio con una tonalità, utilizzando tutte le sfumature di quest’ultima per enfatizzare e isolare ancora di più quel spaccato di vita.

Ho apprezzato molto l’idea di ricreare documenti storici a fine capitolo, in cui vengono narrate vicende sugli zombie durante i secoli, facendo capire così che l’uomo non li ha mai sconfitti o eliminati per davvero, ma li ha sempre messi da parte per poi ritrovarseli nuovamente di fronte dopo decenni di dimenticanza.

Year Zero è una storia sugli Zombie diversa, questi ultimi non sono protagonisti, non sono i veri nemici o il “guaio” da risolvere, sono semplicemente uno sfondo. L’albo è conclusivo, le cinque storie iniziano e finiscono con coerenza, ma in America attualmente sta uscendo il secondo volume.

Vedremo nuovi personaggi?
Ritroveremo loro?
Cosa cambierà?

Rimanete con me per saperlo, in ogni caso se siete amanti degli Zombie, questo volume vi piacerà.

FACEBOOK
INSTAGRAM


Maria Francesca Focarelli Barone (BatMary)