Il 23 luglio 1829 fu inventata, dall’americano Willian Austin Burt, la prima macchina da scrivere della storia. All’origine si trattava semplicemente di una scatola di legno con una leva all’estremità che abbassandosi imprimeva le lettere su un foglio di carta. La macchina da scrivere ha avuto un enorme fortuna, tutt’oggi molti scrittori le preferiscono al digitale. La svolta per la sua evoluzione arrivò dall’incontro dell’italiano Giuseppe Ravizza e dell’americano Scholes. Quest’ultimo, infatti, costruirà la prima macchina efficiente e idonea alla produzione commerciale.
La storia della macchina da scrivere
In Italia, il nome che tutti riconduciamo alla macchina da scrivere è Camillo Olivetti, che iniziò a studiare la produzione di questo oggetto rivoluzionario alla fine del XIX secolo. La prima Olivetti venne poi presentata all’Esposizione universale di Torino, nel 1911.
Nel corso del tempo la macchina da scrivere si è modernizzata ed evoluta. Le prime macchine erano pesanti e molto grosse. Con la sua trasformazione e l’esigenza di portarle con se nei viaggi, diventarono portatili, più leggere, comode e compatte, con le loro valigette.
L’evoluzione dalla macchina da scrivere di Burt alla Olivetti lettera 22
Ripercorriamo la vita delle macchine da scrivere attraverso i modelli più iconici.
Il primo modello brevettato da Willian Austin Burt nel 1829, in legno.
Il Cembalo scrivano fu uno dei primi modelli realizzato dall’italiano Giuseppe Ravizza, un avvocato di Novara, nel 1837. Questa è la macchina di scrittura più completa fino alla Remington Mod. 1.
La macchina da scrivere Sholes and Glidden è conosciuta anche come Remington No. 1. Questa macchina è stata la prima ad avere avuto un successo commerciale. Fu progettata nel 1867 da Christopher Latham Sholes e dallo stampatore Samuel W. Soule. Fu importantissima perché stabilì degli standard come la tastiera Qwerty o il rullo cilindrico, per tutte le successive macchine.
In conclusione di questo excursus, come non citare uno dei modelli più venduti in Italia, che dettò il successo dell’Olivetti a livello internazionale: la Olivetti Lettera 22. Questo modello si guadagnò il premio ”miglior prodotto di design del secolo secondo” all’Illinois Institute of Technology nel 1959, inoltre è esposta nella collezione permanente di design nel MoMA di New York.
Federica Tocco
Seguici su
Facebook, Instagram, Metrò, Gossip