Il 26 dicembre 1946 vi è la fondazione del Movimento Sociale Italiano ad opera di reduci della Repubblica Sociale Italiana come Giorgio Almirante e Pino Romualdi ed alcuni ex componenti del regime fascista. Questo movimento vuole nasce con l’intento di mantenere viva la fiamma del fascismo. Si pone infatti in opposizione all’Italia repubblicana e al suo sistema democratico ma non lo condanna espressamente, come fanno invece altri partiti neo fascisti dell’epoca. Il 3 dicembre del 1946 alla riunione per la stipula dell’atto costitutivo vi parteciparono rappresentanti del gruppo neofascista, il Fronte italiano, il Movimento italiano di Unità Sociale, il Fronte del Lavoro e il Gruppo reduci indipendenti. Ecco la storia del Movimento Sociale Italiano e le personalità più influenti al suo interno

La fondazione del partito e il processo Almirante

26 Gennaio 1946: fondazione del Movimento Sociale Italianoph. pintarest

Il 26 dicembre del 1946 vi è la costituzione ufficiale del Movimento Sociale Italiano. Partito di cui Giorgio Almirante su segretario, appoggiato durante la sua elezione dal generale fascista Rodolfo Graziani. Alle elezioni politiche del 1948 il Movimento Sociale Italiano raccolse il 2% dei voti. infatti solo dopo il 1950, quando iniziarono ad affermarsi nuove linee politiche, che il partito ottenne una maggiore crescita elettorale. Nel 1969 Almirante tornò ad essere eletto segretario del partito. Nel 1972 Almirante riesce a formare un’alleanza con il Partito Democratico Italiano di Unità Monarchica e vi fu infatti una nuova denominazione del partito che divenne Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale e alle elezione del 1972 il partito ebbe maggiore successo. Ma nello stesso anno Almirante finì sotto processo e fu accusato di “ricostruzione del partito fascista”

L’inchiesta ad Almirante venne poco dopo abbandonata e il 1973 venne rinominato segretario del partito. Negli anni ’70 il partito si avvicino molto alle posizioni della Chiesa cattolica. Furono gli anni dell’aumentare del consenso al partito e degli scontri in piazza fra gli opposti estremismi. Situazione che degenerò causando decine di uccisioni. Il partito in seguito sembrò a sua volta diviso internamente fra una parte che faceva capo ad Almirante e un’altra vicina al neofascismo il cui leader può essere individuato in Pino Rauti.

Solo nel 1987 Almirante fu sostituito a G. Fini. Gli anni ’90 furono anni molto duri per il partito che stava pian piano perdendo la propria identità. E’ nel ’93 che inizia ad aleggiare l’ipotesi di un nuovo partito: Alleanza Nazionale. Definito da Fini “una strategia. Non è un partito nuovo, ma è una politica: chiamare a raccolta tutte quelle categorie, quei ceti economici, quegli spazi della società che oggi sono liberi perché non hanno più dei referenti”. Il 27 gennaio 1995 Fini diede vita ad Alleanza Nazionale sciogliendo definitivamente MSI -DS, durante il congresso che passò alla storia come “svolta di Fiuggi”. Nel 1995 fu acclamato presidente mentre alcuni oppositori crearono Il movimento sociale – fiamma tricolore, di cui a capo vi era niente che meno Rauti fino alla sua definitiva espulsione nell 2003.

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Marta Francesca Esposito