8 1/2 : Fellini ci ha regalato il suo Asa Nisi Masa

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Di Redazione Metropolitan

8 1/2 è l’ottavo film che il maestro del cinema italiano, Federico Fellini, ha diretto e co-sceneggiato nel 1963. L’opera cinematografica è considerata insieme a La Dolce Vita, il più grande capolavoro nella storia del cinema italiano.
Nasce da una crisi interiore che coinvolge Fellini e il suo amico Ennio Flaiano all’epoca della stesura di Boccaccio ’70. Nel 1964 ha ricevuto il Premio Oscar come miglior film straniero. Martin Scorsese lo ha inserito nella lista dei suoi film preferiti di sempre e nel frattempo Paolo Sorrentino, regista acclamato per La Grande Bellezza, continua ad omaggiarlo ispirandosi alle sue pellicole.

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Marcello Mastroianni in una scena del film-photo credits: web

Asa Nisi Masa: una scena di circa sei minuti che potremmo vedere all’infinito!

8 1/2 di federico fellini prende il titolo dall’idea che si tratti effettivamente della sua ottava opera e mezzo (riferito ad un precedente episodio girato dal regista, quindi a metà).
Il capolavoro felliniano racconta attraverso il punto di vista di Guido Anselmi (Marcello Mastroianni), l’alter-ego del regista, un momento di stallo.
Guido è un regista di quarantatrè anni che deve girare un prossimo film. La crisi creativa lo porta a passare del tempo nelle terme per curarsi. Vive una crisi sconfinata nella quale si identificava lo stesso Fellini. Ricordi affollati tra un passaggio dell’età dell’infanzia ad una fase di passaggio verso l’età adulta.

Guido ha una crisi con la sua idea di cinema, di arte, di estro e il suo rapporto mediatico con la stampa che ha molte aspettative nei suoi riguardi.
La sua crisi è anche segnata dal rapporto con la moglie Luisa (fotografia della sua Giulietta Masina) e le donne che circondano la sua carriera come l’amante Carla (Sandra Milo).
Siamo continuamente cullati e trasportati tra il presente di Guido, dominato dall’incertezza e una cura che stenta a fare il suo corso e da un passato bagnato di nostalgia e risentimenti.

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“Asa-Nisi-Masa” la frase recitata all’interno del film è ancora un mistero-photo credits: web

In una digressione sui momenti che segnano la sua infanzia ad un certo punto un bambino ricorda al piccolo Guido di non aver paura. La stanza è buia e si è appena consumato una sorta di rito propiziatorio. Un bagno in un catino pieno di vino, poi tutti a dormire di corsa mentre le donne della casa rimboccano le coperte.
Ascoltiamo questa parola: “Asa-nisi-masa“.
Ad oggi c’è ancora molta ambiguità e fascino per questa scena perchè non è chiaro cosa Fellini intendesse dirci. Alcuni hanno sostenuto che sillabando la stessa parola e prendendo come riferimento esclusivamente le prime lettere si formi effettivamente la parola:”Anima”.

Quello che possiamo ipotizzare è che i continui rimandi alla letteratura latina, alle leggende come la storia di “Maya”, “Diomedeo”, il peccato commesso osservando il ballo della “Saraghina”, siano tutte frutto di vicende che hanno segnato la vita e la carriera del regista.
8 1/2 è un chiaro e fedele omaggio non solo al cinema ma alla vita stessa di Fellini.
Una vita contrassegnata da racconti, dall’educazione cattolica spesso incoerente e contraddittoria, dal legame con la figura materna sempre pronta a riabbracciarlo e allo stesso tempo a punirlo. Dalla confessione dei suoi peccati soprattutto e cosa significhi dire effettivamente la verità.

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Marcello Mastroianni in varie scene del film diretto da federico fellini-photo credits: web

Nel mio film ci metto tutto anche il marinaio che balla

Guido è un regista alienato, esistenzialista. Pieno di idee che girano nella sua testa a tal punto da non farlo sentire bene. Arriva la cura e tutti si chiedono se funzioni, se le medicine stiano facendo il loro percorso, se Guido passi troppo tempo da solo. Sono proprio tutte queste domande il problema. Fellini voleva solo raccontare la confusione che c’è dentro ognuno di noi, ma a patto che si fosse sempre chiari.
Cosa significa quest’affermazione? La felicità, come spiegherà attraverso il volto sempre malinconico di Mastroianni, consiste nel poter dire la verità senza far del male a nessuno. Eppure non è sempre così, Luisa (personaggio nel quale s’identifica la moglie Giulietta), soffre perchè ha un rapporto distaccato e ridotto a visite di passaggio. La loro vita è il cinema e il cinema è la loro vita, praticamente un dolce incubo!

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Luisa in una scena del film- photo credits: web

Per Guido invece non è cosi. Forse tutto si risolverebbe veramente se potesse vivere come il re Salomone. Amato e voluto bene da tutti e tutte le donne che hanno segnato la sua vita da regista, contornato da tutti i suoi amici e colleghi fedeli.
Tutti riuniti un ultima volta per girare insieme l’ottavo film, in un bellissimo luna-park con la base di lancio che gli è costato ben 80 milioni.
Guido non vuole cambiare e crede che nessuno possa farlo, nemmeno una donna. Come dirà Claudia Cardinale in una scena del film, “perchè non sai voler bene”.
Fellini ci mette invece tutto se stesso perchè in fondo voleva fare un film onesto che aiutasse a “seppellire per sempre tutto quello che ci portiamo di brutto dentro” perchè vuole bene a tutti.

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Sandra Milo e Anouk Aimèe in una scena del film-photo credits: web

Ogni scena è un quadro pittorico incolore nel quale entriamo in punta di piedi, omaggiando il mondo delle produzioni cinematografiche, dei produttori, dei casting, del balletto di varietà, del circo e soprattutto della musica. La musica è la carta d’identità nel cinema felliniano, è trionfante ed omaggia tutto quello che di buono c’è stato fino a quel momento, grazie alle note di Nino Rota.
Proprio Nino è stato in grado di creare sempre momenti di festa nella crisi del regista.

Federico Fellini ha consacrato non solo se stesso ma le luci del set cinematografico con un omaggio poetico e filosofico che segna l’avvento del metacinema!
Marcello Mastroianni fissa per sempre la sua immagine iconica dietro un paio di occhiali neri e uno sguardo che cattura l’asa-nisi-masa di Federico.

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Silvia Pompi