
9 Days in Raqqa è un docu-film del regista francese Xavier de Lauzanne. Racconta l’incredibile storia della liberazione della città Irachena dall’ISIS.
Direttamente dalla Festa del cinema di Roma ecco una pellicola sconvolgente, la cui visione non solo è un piacere ma dovrebbe essere un consiglio per la propria crescita personale. 9 Days in Raqqa è un’esperienza filmica e politica. Il regista Xavier de Lauzanne ci racconta in conferenza stampa del suo film, della sua esperienza, delle sue idee.
9 Days in Raqqa: la trama
Leila Mustapha è una donna curda e siriana. Il suo campo di azione è Raqqa, l’antica capitale dello Stato islamico da trecentomila abitanti, ridotta a un campo di rovine dopo la guerra. Leila è ingegnere, ma è diventata sindaco a soli trent’anni. 9 days in Raqqa è la storia di una donna circondata da uomini che ha come obiettivo la ricostruzione della città, la riconciliazione e l’affermazione della democrazia. Durante questi 9 giorni, il regista Xavier de Lauzanne racconterà la storia di Leila. Nel frattempo, Leila racconterà la sua storia ad uno scrittore francese, per un libro destinato alla Francia.
9 days in Raqqa: la genesi del film
Si tratta di un docu-film che richiede una buona dose di coraggio, quindi vediamo com’è nato. Ma secondo il regista il film è nato più che altro per caso.
“Stavo girando un altro film in Iraq, quando ho incontrato un uomo d’affari, che oltre al suo lavoro si occupa di progetti culturali in paesi in guerra. Tornava da Raqqa dove aveva incontrato Leila Mustapha. Infatti mi ha detto di aver incontrato una donna incredibile.”
Era rimasto così impressionato che avrebbe voluto ingaggiare una scrittrice per scrivere di lei. Il regista era entusiasta del progetto. Così è nata l’idea del film, da una frase che colpi Xavier de Lauzanne:
“Raqqa è governata da una straordinaria donna di trent’anni: tu che sei un regista dovresti interessartene!”
Sono così partiti con Marine e un fotografo e un addetto al suono. Il viaggio s’è svolto in auto fino alla frontiera Tra Iraq e Siria , dove i servizi di sicurezza curdi li hanno presi in carico e portati fino a Raqqa.
I problemi del viaggiare in medio oriente
Il viaggio è stato un salto nel vuoto. Non ci si può muovere liberamente. Bisogna preparare il viaggio con i giusti contatti: soprattutto alla frontiera. La squadra ha infatti sempre viaggiato sotto scorta, come la stessa Leila Mustafa. Il viaggio infatti è durato effettivamente solo 9 giorni per motivi di sicurezza: la paura di essere intercettati è alta.
“Temevamo di rimanere per tutta la durata del viaggio nello studio di Leila a intervistarla: invece abbiamo fatto molto di più. Siamo rimasti sconvolti da ciò che abbiamo trovato e dal personaggio di Leila”
Il ruolo delle donne nella liberazione di Raqqa
Le donne hanno avuto un ruolo fondamentale nella costruzione di una nuova società dopo la liberazione della città, al cosiddetto “ritorno alla normalità“. Il film vuole smantellare un certo numero di clichè delle donne in Medio Oriente.

Raqqa, nel nord-est della Siria, è stata per un periodo Capitale dello Stato Islamico (ISIS). Qui le donne hanno vissuto in schiavitù e ridotte allo stato di bestie. Il cambiamento radicale che ha portato al governo di Leila Mustafa è dipeso in gran parte al momento della liberazione della città. Questo poiché Raqqa è stata liberata dalle forze democratiche curde, il cui corpo di guerriglia ha una equa percentuale di donne. Oltre al pluralismo e all democrazia, le forze democratiche curde sono molto concentrate nella parità: essi mettono sistematicamente alla testa di ogni amministrazione un binomio composto da un uomo è una donna. Questo è impensabile persino in Occidente.
Nella costruzione della nuova società che sta emergendo nel nord-est della Siria c’è bisogno di essere osservanti e partecipanti, imparando e proteggendone i progressi. L’obiettivo del film infatti è proprio la sensibilizzazione rispetto a questa parte del mondo.
Un’ispirazione per le nuove generazioni, un progresso importante da proteggere:
Leila Mustafa è una donna forte, ma anche fortunata. Le donne curde che hanno liberato Raqqa stanno adesso subendo una serie di conseguenze politiche dovute alla loro involuzione nella guerriglia. Ce ne parla Xavier de Lauzanne:
“Poichè non ci sono media liberi nel territorio, i curdi non sono protetti nè dai governi Europei nè Statunitensi. Essi sono oggi schiacciati tra le forze di Erdogan e le forze di Bashar Al Assad. Oggi i jihadisti rimasti in vita sono mercenari dell’esercito turco, e fanno cadere sulle donne molte delle ripercussioni e vendette di quanto avvenuto in guerriglia.“
Il senso della pellicola è non solo quello di semplice sensibilizzazione, ma è un monito che vuole ricordare che la vicenda di Raqqa ci riguarda. Inoltre Leila Mustafa è una figura ingiustamente sconosciuta, che potrebbe essere un’ispirazione per le donne delle nuove generazioni e per le nuove generazioni tutte. Non solo in Medio Oriente, tutto il mondo necessita di immaginare delle alternative. Non solo per quanto riguarda gli stereotipi che abbiamo su quella zona del mondo e sul mondo musulmano, ma proprio per quel che può significare la politica nel futuro.