I dati del 2017 rivelano che l’azienda produce mediamente 200mila bottiglie di plastica al minuto. Interessante se si pensa alle recenti notizie sulle le lotte al cambiamento climatico, all’inquinamento e alla guerra di Greta Thunberg
Per la prima volta, la più che nota multinazionale – la Coca-Cola – rivela pubblicamente la quantità di plastica utilizzata nel proprio processo produttivo. Scelta ben mirata a raggiungere uno scopo: pervenire ad una sempre crescente trasparenza.
Una richiesta di aiuto alla Terra
L’invito alla trasparenza è partito dalla Ellen MacArthur Foundation e, cosi come la Coca-Cola, altre 31 aziende hanno risposto all’appello. Ma Ellen MacArthur è più di un nome. Dietro di lei c’è un’idea, un amore profondo verso la nostra Madre, la Terra, ed è per questo che la velista britannica, dopo aver battuto nel 2005 il record mondiale della circumnavigazione del globo, nel 2009 si è interamente dedicata alla sua battaglia in favore dell’ambiente.
“Incoraggiamo tutte le aziende che producono e usano la plastica a divulgare la propria impronta ecologica”
Tra gli obiettivi della fondazione e quindi abbracciati dalle aziende impegnatesi, alcuni sono fondamentali: anzitutto eliminare gli imballaggi in plastica non necessari, cancellando i monouso in favore di quelli riutilizzabili; fare si che il 100% degli imballaggi in plastica possa essere riutilizzato, riciclato o compostato entro il 2025; aumentare significativamente i volumi di plastica riutilizzati o riciclati in nuovi imballaggi.
Tutto questo assume un valore aggiunto dal momento che oggi – 15 marzo – studenti e non si sono riuniti in uno sciopero mondiale, sono scesi in guerra per difendere la nostra Casa con un generale d’eccezione, Greta Thunberg, adolescente svedese di 16 anni che manifesta ogni venerdì davanti al Parlamento svedese contro il cambiamento climatico.
recentemente Greta è stata indicata per il Nobel per la Pace, ed il suo messaggio sembra diffondersi a grande velocità lasciando intravedere un riflesso di speranza in mezzo ad un mare di plastica.
-Serena Valastro