Le delegazioni di PD e 5 Stelle dovevano incontrarsi alle 11, ma da Palazzo Chigi annullano l’appuntamento. A poche ore dalle nuove consultazioni, si rafforza l’ipotesi del voto anticipato. Calenda: “Spettacolo indecoroso, Pd preso a schiaffi da Di Maio”. I 5 Stelle rilanciano: “Senza il Sì a Conte inutile vedersi”.
La trattativa tra PD e 5 Stelle sembra arenarsi, a poche ore dal nuovo giro di consultazioni. E pensare che nella notte l’incontro tra le due delegazioni è durato quattro ore, lasciando pensare a una trattativa ormai lanciata verso la definizione degli ultimi dettagli.
All’uscita da Palazzo Chigi, però, Luigi Di Maio ha ribadito che sul nome di Conte non c’è discussione che tenga: “Se non dicono sì a Conte è inutile vedersi, sono stanco dei giochini”. Da parte sua, il PD ribadisce: “A queste condizioni si va al voto”.
Il governo giallo-rosso è pura utopia? Forse. O forse no. Il nuovo incontro tra le due delegazioni doveva avvenire questa mattina alle 11, ma la Presidenza del Consiglio ha notificato l’annullamento. La distanza tra le due compagini c’è, ma può colmarsi facilmente se i re cedono su qualche pedone.
Per i 5 Stelle serve il Sì sul nome di Conte
I 5 Stelle accusano i dem di avere una vera e propria ossessione per i nomi e per le poltrone, ma di non avere alcun interesse a convergere sui temi. Si legge in una nota del Movimento: “In una fase cosi delicata per il Paese non c’è tempo da perdere. Noi stiamo lavorando intensamente per dare risposte immediate ai cittadini. E dobbiamo sbrigarci perché il tempo stringe. Nel partito democratico, però, hanno ancora le idee confuse. Predicano discontinuità ma ci parlano solo di incarichi e di ministeri, non si è parlato ne di temi ne di legge di bilancio”.
Ma non sono i temi ad arrestare la trattativa, ma un nome: “Così non va proprio bene, ieri dopo 4 ore di incontro non si è arrivati a nulla. Così non si può lavorare. O si cambia atteggiamento o è difficile. Rivedremo il PD quando nei loro organi di partito avranno dato l’ok all’incarico a Conte. Nessun altro incontro fino a quando non avranno chiarito ufficialmente la loro posizione su Giuseppe Conte. Se si vuole il voto lo si dica apertamente, il M5S è la prima forza politica in Parlamento, lo ricordiamo a tutti”.
Il PD chiede di convergere sui temi e non sui nomi
Anche i democratici, però, muovono accuse speculari nei confronti dei 5 Stelle: occorre convergere sui temi. Il programma dell’eventuale governo PD-5 Stelle è il punto cruciale, ma le richieste dei dem sulla manovra 2020, sulla riforma della giustizia e sui decreti sicurezza, si scontrano con i punti programmatici dei grillini. Fonti dei democratici fanno sapere che “c’è ancora molto da fare su contenuti e programmi. E non c’è ancora il via libera a Conte. La strada è in salita, differenza di vedute sulla manovra”.
Su Facebook, intanto, arriva lo sfogo di Carlo Calenda: “Sono stato zitto, come promesso fino all’inizio delle consultazioni. Ma ora basta. Lo spettacolo è indecoroso. Oggi iniziano e noi stiamo prendendo da giorni schiaffi da Di Maio e soci. C’è un democratico rimasto che si ribelli ai diktat su Conte e a un negoziato che non ha toccato un tema vero (Ilva, Alitalia, Tap, Tav, Rdc, Quota 100..)? Basta”.
Alle 16 le nuove consultazioni.