Scopri com’è stato realizzato Chi ha incastrato Roger Rabbit

Il film in tecnica mista Chi ha incastrato Roger Rabbit ha avuto molto successo, ma prima di giungere al risultato, il lavoro non è stato indifferente. Il progetto ha richiesto molto tempo e denaro e all’inizio, più di una volta, stava per essere abbandonato.

Il film Chi ha incastrato Roger Rabbit è qualcosa di unico: non ne esistono altri realizzati nello stesso modo. Ora mi elencherete tante altre pellicole in tecnica mista, ma il processo e la cura dei dettagli impiegati per Roger Rabbit sono, senza dubbio, ineguagliabili.

Il film è uscito nel 1988, diretto da Robert Zemeckis (Ritorno al futuro), con Richard Williams a capo del reparto d’animazione. Proprio a causa della sua recente scomparsa (il 16 agosto 2019), può essere interessante ricordarlo spiegando come si sono svolti i lavori per il suo progetto di maggior successo.

Richard Williams e un grosso disegno di Roger Rabbit.
Richard Williams – Photo credit: dal web

Oggi siamo abituati a vedere qualsiasi cosa sullo schermo senza stupirci troppo: non ci chiediamo mai come sia stato possibile realizzare una certa scena. Poi magari non ne abbiamo idea, ma la risposta “fatto al computer” è sufficiente ad annullare quasi ogni altra domanda. Quindi, guardando Chi ha incastrato Roger Rabbit, non ci sembra così difficile che uomini e cartoni convivano nello stesso universo. Questo film, però, è stato realizzato completamente senza l’aiuto del computer.

Senza quel macchinario miracoloso che risponde a tutte le domande, come possiamo spiegare la comunicazione tra Eddie e Roger? Diciamo che il cinema si è sempre basato sull’illusione e in particolare la parola magica per Roger Rabbit era: interazione. Perché il film fosse credibile, tre reparti (riprese dal vivo, animazione ed effetti speciali) hanno dovuto fondersi insieme trovando il giusto punto di contatto.

Ora vediamo nel dettaglio le varie fasi di lavorazione del film e il ruolo di tutti i reparti.

Poster del film.
Photo credit: dal web

Le riprese

Ogni scena veniva girata più volte: nella prima venivano usati dei pupazzi di gomma al posto dei personaggi animati. Questo era utile per studiarne i movimenti, decidere la giusta posizione della cinepresa e anche per fornire agli attori un punto di riferimento durante la performance.

Inizialmente gli animatori avevano imposto una regola: la telecamera doveva rimanere ferma durante la scena. Quando Zemeckis ha chiesto spiegazioni a Williams riguardo questa restrizione, l’animatore ha detto che i colleghi erano semplicemente pigri: “Dobbiamo girare le scene in ogni direzione, è il nostro lavoro! Tu giri il film e noi aggiungiamo i personaggi”. Questo ha raddoppiato il lavoro degli animatori, ma il risultato è stato decisamente migliore.

Il lavoro tra direttore e animatore era a stretto contatto: Zemeckis dava istruzioni agli artisti, proprio come se fossero stati attori e Williams dava vita alle sue richieste.

Attori

All’inizio della realizzazione di Chi ha incastrato Roger Rabbit gli animatori hanno provato a dare alcune istruzioni a Bob Hoskins riguardo a ciò che avrebbe potuto fare o meno. L’attore, invece, ha deciso che avrebbe recitato proprio come aveva sempre fatto nei film tradizionali. Questa decisione era un vero e proprio atto di fede per Hoskins, che lavorava insieme ad un personaggio invisibile, e anche una grossa sfida per gli animatori.

Bob Hoskins e Roger Rabbit discutono.
Una scena del film – Photo credit: dal web

Per quanto i disegni si potessero adattare alla pellicola registrata o gli effetti speciali potessero rendere le scene più realistiche, la recitazione degli attori era fondamentale. L’interpretazione non poteva essere aggiustata in un secondo momento, doveva essere perfetta fin da subito. Ad esempio era necessario dare l’idea che l’attore stesse sollevando un coniglio di 30 chili, anche se in realtà non aveva nulla in mano.

Per questa ragione, gli attori avevano preso lezioni di mimo, Bob Hoskins doveva fare in modo di dare l’idea che il coniglio fosse veramente con lui. L’attore sarebbe dovuto essere il primo a convincersi della presenza di Roger Rabbit. Inoltre, una parte molto importante della recitazione era lo sguardo: gli attori non dovevano guardare nel vuoto, ma fissare un punto preciso in corrispondenza degli occhi che sarebbero stati disegnati in seguito.

Bob Hoskins e Jessica Rabbit.
Una scena del film – Photo credit: dal web

La prima ripresa con i pupazzi era utile anche per aiutarli a capire dove avrebbero dovuto guardare. La seconda ripresa veniva fatta solamente con gli attori e le voci fuoricampo dei personaggi che sarebbero stati aggiunti in seguito.

Voci

Per il doppiaggio dei personaggi animati principali sono stati chiamati degli attori.

Charles Fleisher è la voce di Roger Rabbit e lui stesso ha affermato che non ha mai considerato il ruolo come una parte di doppiaggio, ma piuttosto come quella di un personaggio fuori dall’inquadratura. Durante le riprese di Hoskins, la voce di Roger Rabbit era sempre presente e, anche se alla fine del film è stata ridoppiata, è risultata molto utile come ulteriore punto di riferimento agli animatori.

Fleisher è un personaggio piuttosto singolare: per interpretare la voce di Roger Rabbit ha richiesto un costume per poter entrare meglio nel personaggio.

Charles Fleisher indossa il suo costume sul set.
Charles Fleisher al lavoro sul personaggio di Roger Rabbit – Photo credit: dal web

Ecco cosa ha detto in merito la voce di Baby Herman:

“Hanno realizzato i vestiti di Roger per Charlie, così che lui entrasse nel personaggio. E mi sono detto: ‘Se credono che indosserò un pannolino, si sbagliano di grosso!’”

Lou Hirsch

Gli effetti speciali

L’utilizzo degli effetti speciali in Chi ha incastrato Roger Rabbit è stato fondamentale per collegare la realtà all’animazione. Oltre agli oggetti che si spostano al passaggio del coniglio o di altri cartoni, ci sono piccoli dettagli che si collegano talmente bene ai disegni che quasi non ci facciamo caso.

Quando Roger Rabbit inizia a rompere i piatti nel bar vediamo il coniglio che ne prende uno per volta da un pila e poi se li sbatte in testa.

Roger Rabbit rompe i piatti sulla sua testa.
Photo credit: dal web

Il contatto tra il piatto e il disegno è così naturale che magari non ci siamo mai fermati a pensare: come hanno girato quella scena? La risposta sta nell’ingegno degli addetti agli effetti speciali: hanno costruito un macchinario che simulava il movimento che vediamo fare da Roger.

Una soluzione simile è stata pensata anche per il sigaro che è sempre in mano al personaggio Baby Herman. Durante le riprese, nella carrozzina è stato posizionato un piccolo aggeggio di metallo che faceva volteggiare il sigaro, proprio come se fosse stato in mano al personaggio immaginario.

Bob Hoskins e Baby Herman con il sigaro acceso.
Baby Herman all’inizio del film – Photo credit: dal web

Questi elementi del reparto degli effetti speciali, presenti durante le riprese, venivano poi nascosti con la sovrapposizione dei disegni.

Nel team degli addetti agli effetti speciali si sono aggiunti anche dei marionettisti, utili ad esempio a far muovere le pistole reali in mano ai cartoni oppure i bicchieri e le bottiglie tra i tentacoli del polpo.

Il polpo animato tiene in mano dei veri bicchieri.
Il barista del locale in cui canta Jessica Rabbit – Photo credit: dal web

L’animazione

In Chi ha incastrato Roger Rabbit ci sono circa 55 minuti di animazione, una durata notevole, considerando che la lunghezza media dei film animati di quel periodo era intorno ai 90 minuti. Arriviamo al punto: come sono stati aggiunti i disegni al film? Gli animatori ricevevano i frame in bianco e nero delle scene girate, sovrapponevano a queste un foglio da disegno e aggiungevano i cartoni. Se queste prime bozze venivano approvate, il disegno passava alle fasi di rifinitura.

Rispetto ad un classico film d’animazione, il processo di colorazione era un po’ diverso: era necessario aggiungere molte più luci e ombre per dare un effetto tridimensionale. La sfida era quella di dare un certo spessore ai personaggi, per farlo si sovrapponevano diversi livelli come, ad esempio: le maschere d’ombra e di luce al colore di base.

Bob Hoskins cerca di aprire le manette che lo tengono legato al coniglio, mentre Roger Rabbit le sfila senza fatica.
I colori di Roger si adeguano sempre alle luci e ombre – Photo credit: dal web

Un altro particolare che il reparto d’animazione ha dovuto curare è stata la messa a fuoco. In qualsiasi film, questa viene utilizzata per porre l’attenzione del pubblico su una determinata situazione. Per rendere l’effetto anche con i disegni sulla scena era necessario scegliere la giusta diffusione dell’immagine e per trovarla spesso si andava a tentativi.

“La regola dell’animazione è che bisogna fare ciò che non si può fare con la cinepresa”

Richard Williams

Come nasce il personaggio di Roger Rabbit?

Richard Williams elenca le caratteristiche di altri personaggio animati che hanno influenzato l’aspetto di Roger Rabbit. In particolare le guance riprendono quelle di Bugs Bunny, il fiocco è di Porky Pig, i grossi pantaloni sembrano quelli di Pippo e i classici guanti sono come quelli di Topolino. Per quanto riguarda i colori, Williams ha detto di essersi ispirato alla bandiera americana.

Roger Rabbit.
Photo credit: dal web

Una curiosa caratteristica del coniglio sta nelle sue orecchie, il loro movimento fluido e continuo è ispirato al balletto. Inoltre la loro posizione rispecchia lo stato d’animo del personaggio.

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