Stanchi ma felici e consapevoli di aver partecipato ad un evento unico. Ci si sente così lasciandosi l’Aeroporto di Linate. Il Jova Beach Party è finito da qualche minuto e oltre alla gioia e alla stanchezza (e al sudore) dai centomila che lasciano pian piano l’area ci arriva una sensazione, un pensiero comune: in Italia si può fare, in Italia si può fare bene.
I due ingressi all‘Aeroporto di Milano Linate di Via Fantoli e Viale Forlanini sono stati attraversati da più di centomila persone a partire dalle 12:30 di ieri. Destinazione la pista, destinazione l’ultima tappa del Jova Beach Party 2019.
Tante le iniziative a bordo dei tre palchi allestiti per la serata. Durante il pomeriggio il tempo vola: c’è chi gioca a Twist allo stand della Fonzies (se qualcuno si chiede perché proprio questo gioco, ecco la risposta: Twisties è il nome originale nelle famose buonissime patatine che ci fanno leccare le dita per non goderne solo a metà); c’è chi pedala sulle biciclette di E.On; c’è chi ci ricorda che tutte le bottigliette di plastica distribuite durante la sera verranno riciclate e usate per produrre le magliette di calcio delle squadre che hanno ospitato le diciasette tappe del Jova Beach Party queta estate.
E mentre sotto palco ci si diverte, sul palco si alternano Ex Otago e Rkomi, Bombino e Takagi & Ketra.
Takagi & Ketra, ditemi quando fate un tour. Ho visto raramente migliaia di persone ballare in modo così sereno e spensierato, così tranquillo e allo stesso tempo entusiasta. Hanno letteralmente fatto muovere il fondoschiena a tutti i presenti suonando alcune delle hit da loro prodotte (Amore e Capoeira, Jambo, Una Volta Ancora, Mambo Salentino, Ostia Lido). Bomba.
La più grande festa di fine estate che ci si potesse immaginare entra nel vivo verso le 20 quando Jova apre ufficialmente la serata e ci regala emozioni condite da un tripudio di colori.
Tanti i successi che cantiamo all’unisono fino a perdere il fiato ammaliati dallo spettacolo di luci, colori, fuochi d’artificio che abbiamo davanti agli occhi: Nuova Era, Ciao Mamma (Guarda Come Mi Diverto), L’ombelico del Mondo, passando da Mi Fido di Te, Tutto l’Amore che Ho, Raggio di Sole.
Sul palco tanti gli ospiti anche in serata. Grazie a un collegamento con la Stazione spaziale internazionale, Jovanotti ha cantato Non m’annoio con l’astronauta italiano Luca Parmitano.
E poi di nuovo Takagi&Ketra, Salmo, Benny Benassi e la sorpresa Tommaso Paradiso, per la prima volta su un palco dopo lo scioglimento dei The Giornalisti.
Potrei dilungarmi in particolari e dettagli ma vi trovereste a dover leggere un articolo lungo settimane.
Mi voglio invece soffermare su quel pensiero comune che ci ha lasciato questo spettacolare evento: il fatto che una buona organizzazione é possibile. Anche in Italia.
Nonostante le accuse dei mesi scorsi da parte degli ambientalisti (che hanno trovato qualsiasi pretesto per attaccare la manifestazione in questi mesi nonostante ci fosse addirittura una partnership col WWF a garantire la sostenibilità dell’evento; «Il Jova Beach Party non è stato a impatto zero, ma niente può essere ancora a impatto zero, oggi», ha ribadito Jovanotti dal palco) quello di ieri sera è stato il live più affollato a cui ho partecipato e allo stesso tempo quello con più civiltà.
Jovanotti aveva chiesto a tutti di portarsi un maglioncino per coprirsi, la sera inizia a far freddo, ma soprattutto aveva chiesto di portare la parte migliore di sé.
A Jovanotti e agli organizzatori del Jova Beach Party (primo tra tutti Maurizio Salvadori di Trident Music) va rivolto un sincero ringraziamento. Perché dal Jova Beach Party andiamo via sentendoci migliori, consapevoli che viviamo in una nazione in cui organizzare eventi ed organizzarli alla perfezione nonostante le difficoltà è fattibile. Il contributo impeccabile dei centomila accorsi a Linate poi ha fatto la differenza.
Da un artista come Jovanotti c’è (ancora) solo da imparare. A livello umano, a livello professionale.
Quel 2019 scritto dopo “Jova Beach Party” su ogni cartellone o video wall ci fa sperare che questo sia davvero solo l’inizio di una Nuova Era.