Una mail segreta inviata ai medici dell’Istituto di Virologia di Wuhan, la città cinese più colpita dal coronavirus, ordinava ai sanitari di non rivelare nulla sull’emergenza scatenata dal virus ne sui propri social ne ai media. Questo provvedimento getta ombre sulla veridicità dei dati inviati dalla Cina.
La mail sul coronavirus è datata 2 gennaio 2020
La mail sul coronavirus, rimasta segreta fino ad oggi, è stata inviata il 2 gennaio 2020 dalla dottoressa Wang Yan Yi, direttrice dell’Istituto di virologia di Wuhan, che aveva ricevuto ordini da Pechino trasmessi poi a suoi medici dei dipartimenti di virologia e di ricerca. Ad essi si richiedeva di non rivelare niente che riguardasse il terribile virus a nessuno.
Il testo della mail incriminata
“Il comitato sanitario nazionale richiede esplicitamente che tutti i dati sperimentali dei test, i risultati e le conclusioni relative a questo virus non siano pubblicati su mezzi di comunicazione autonomi“, si legge nella mail sul Covid-19 tenuta segreta fino ad oggi. Si fa dunque divieto ai medici di Wuhan di parlare sui social network a cui si aggiunge anche l’obbligo di non rivelare nulla alle organizzazioni di appartenenza e ai media. Al termine della mail la richiesta del rispetto di quanto richiesto e gli auguri di buon lavoro.
Cina, quale verità?
Questa mail mette a rischio la veridicità dei dati sul contagio trasmessi dalla Cina che erano già stati messi in dubbio dopo che le autorità locali avevano ammesso di aver taciuto sull’epidemia per 10 giorni. La verità è poi arrivata grazie ad alcuni medici di Wuhan, come Li Wenliang morto recentemente dopo aver contratto il coronavirus di cui diede l’allarme, che hanno rotto il silenzio pagando con l’arresto ed una multa di 500 yuan per aver causato “un cattivo impatto sociale“.