In seguito all’episodio di violenza subito da Johnny Depp, noi BRAVE GIRLS abbiamo pensato che sia doveroso parlare anche di quando la vittima è un uomo.
La violenza strutturale conseguenza del Patriarcato è esplicata nel femminicidio: ma non esclude la presenza di Violenza speculare delle donne sugli uomini.
La violenza domestica è un territorio (ahimè) la cui vittoria imbattuta resta per le donne. Ha una vittima e un carnefice, ma non ha però un genere che interpreti uno dei due ruoli. Conosciamo il femminicidio, e ancora non attuiamo le giuste misure per contenerlo. Ma quando la violenza domestica rovescia questi ruoli siamo totalmente impreparati, fino al punto di negarne l’esistenza.
Ma la violenza domestica c’è. Parla di storie eclatanti e violenze taciute, ha omicidi cruenti e suicidi silenziosi. Contiene donne o uomini che stuprano donne o uomini, fidanzate o fidanzate che violentano fidanzate o fidanzati. Ma non ha un genere solo ad essere colpito, un genere solo a colpire.
Per quanto si parli ancora troppo poco della violenza degli uomini verso le donne; si parla ancor meno di quella i cui ruoli sono inversi. I ruoli di genere affidatoci dal Patriarcato (dove la donna può solo essere preda e si nega la sua possiblità di assumere, nel bene o nel male, un qualsiasi ruolo attivo) ci restringono ancor più la visuale d’insieme. Parleremo di violenza domestica; appositamente non vogliamo parlare di violenza di genere, che è un problema prettamente legato al femminicidio. E per quanto la violenza subita da donne da parte degli uomini sia ancora un problema irrisolto, per quanto le denunce siano ancora difficili da fare e poco efficaci nei risultati, è necessario dedicarsi anche alla violenza domestica subita da un uomo. Difatti, la violenza sugli uomini, lo stupro compiuto da una donna nei confronti di un uomo, sono ancora temi posti in secondo piano quando si parla di violenza. Sappiamo che gran parte di questa messa in sordina deriva da una concezione culturale per cui è “impossibile” ribaltare le dinamiche predatore-preda dettate dal binomio uomo-donna e quindi non si riesce ad immaginare un tale scenario come un effettivo abuso.
Tuttavia, il grande silenzio intorno a questo argomento parte spesso anche dalle vittime.
Il silenzio di un società machista:
Come mai è così difficile accettare che le dinamiche di potere si ribaltino in questo tipo di abuso? La natura di questo silenzio (con conseguente confusione e disinformazione) non è da attribuire a chi subisce violenza, ma è quasi sempre da attribuire alla cultura della mascolinità.
Le vittime maschili di violenza dimostrano la fallacia di quella cultura nella quale siamo così immersi: quell’idea per la quale gli uomini dovrebbero essere sempre pronti ad un rapporto sessuale, dovrebbero essere più forti fisicamente di una qualsiasi donna, più propensi a picchiare che a lasciarsi picchiare. Un uomo che subisce violenza o stupro quasi mai arriva ad ammettere la propria condizione di vittima, sfregiato nel suo ruolo predatore totale, spaventato dalla possibilità di trovarsi deriso per non aver voluto un rapporto con una donna che lo desiderava.
Superare la vergogna e denunciare ogni violenza!
Vediamo quindi come sia umiliante, per un uomo vittima di abusi, il dover ammettere a terzi di non aver voluto alzare le mani di fronte ad una possibile violenza inflittagli dalla compagna. Quella compagna donna che per la società patriarcale è sempre un passo indietro, debole e fragile, incapace di provocare dolore. Le motivazioni sono quindi intrinseche ai ruoli imposti dalla cultura maschilista che lui stesso ha contribuito a forgiare.
Dall’altra parte, oltre al tipico senso di vergogna che prova una vittima di violenza (ed è una cosa normale, ma non per questo non è necessario superarla e denunciare!), vediamo come nel caso della violenza subita da un uomo subentri un nuovo fattore di natura sociale.
La cultura della mascolinità così come s’è sviluppata nel mondo contemporaneo – portando poi al machismo e quindi ad una visione tossica della mascolinità stessa – si basa su un tipo specifico di superiorità di genere dell’uomo verso la donna. La rottura di questo tipo di rapporto di forza (puramente ideologico) alimenta un senso di vergogna ulteriore nella vittima maschile.
La violenza subita da Jhonny Depp:
Nell’ultimo periodo c’è stato un caso di cronaca particolare, che ha risvegliato il dibattito attorno a questo tema: le accuse di violenza fatte nei confronti di Amber Heard, ex moglie di Johnny Depp. La prova della violenza fisica che la donna ha perpetuato nei confronti del marito è tutta in una serie di audio compromettenti dove lei, facendosi portavoce del pregiudizio più grande intorno a questo tema, rivolge queste parole al ex-marito:
“Dì al mondo: io, Johnny Depp, un uomo, anche io sono vittima di violenza domestica. Vediamo in quanti ti crederanno”.
In questa minaccia (di una straziante potenza psicologica) si può notare come il Patriarcato, tanto caro all’uomo poichè gli permette di sentirsi Padrone e Predatore, può tranquillamente rivoltarsi contro lo stesso. La minaccia di Amber è un simbolo di come la discriminazione di genere non ha vincitori, ma danneggia equamente ognuno.
Tutti vittime, tutti carnefici:
In quanti crederebbero a primo acchitto che un ragazzo sia stato fisicamente sopraffatto da una ragazza? O anche, i quanti crederanno che nelle liti furiose non sia stato il compagno ad aver alzato le mani? In quanti crederanno che io, donna, sia il carnefice e non la vittima?
Vediamo poi, in quanti potranno credere a un uomo che dice di essere stato stuprato. Come se il desiderio sessuale non sia un diritto nell’uomo, ma un dovere. Come se si dovesse sempre voler predare in quanto uomini, con un risultato sconvolgente al livello sociale. La rabbia con cui la discriminazione di genere porta le donne a vedersi negato il proprio diritto a dire “NO” è poi equivalente negli uomini, i quali non possono poi esercitarlo per sè stessi.
Noi BRAVE GIRLS crediamo che non esistano vincitori in una società che opprime uno strato di sè stessa, qualsiasi esso sia. Finchè esisteranno il Patriarcato, il Machismo, il Binarismo di Genere, nessuno sarà libero. La Mascolinità Tossica opprime le donne, ma anche, opprime gli uomini, legati dalle loro stesse catene.
Violenza domestica in una prospettiva antisessista:
La visione della violenza domestica è profondamente mistificata nella società moderna. Complice anche una sapiente campagna di Pinkwashing volta ad arricchire determinati brand, la continua semplificazione delle teorie femministe ha portato paradossalmente ad alimentare la visione della donna\vittima e dell’uomo\carnefice. Paradossalmente, perché il femminismo e il conseguente abbattimento della società patriarcale significa, di fondo, pura parità. Parità nelle possibilità, equità nelle modalità in cui ci si rapporta; comunione e incontro nelle diversità personali, ma uguaglianza di diritto.
Due modalità diverse di violenza:
Come abbiamo già ripetuto, la violenza di genere è un grande problema della società, qualsiasi sia il genere che la subisce. Per saperle riconoscere, è necessario mettere in luce che tra le due forme di violenza vi sono generalmente alcune differenze. La violenza da donna a uomo, seppure a volte realmente fisica, spesso si delinea come una forma forte e continua di violenza psicologica. Essa passa dagli abusi verbali (sminuire le qualità fisiche e sessuali del compagno), alla denigrazione delle capacità lavorative sino alle minacce di togliere i figli (altra forte disparità di genere in sede di giudizio).
Suicidi Silenziosi:
La violenza, grande portatrice di morte, genera spesso omicidi a danno delle donne da parte di compagni o fidanzati. Allo steso modo, genera numerosi casi di suicidi tra gli uomini. Come abbiamo visto nel nostro Focus sul Femminicidio, questo deriva da vari fattori culturali per cui l’atto di uccidere il compagno è meno frequente nelle ritorsioni compiute dalle donne.
Tuttavia questo non sminuisce il problema: presidentessa dell’associazione Padri separati parla di almeno 200 suicidi avvenuti tra padri soli nell’ultimo anno. Suicidi silenziosi, che non accendono il clamore mediatico, ancora intriso di quella cultura maschilista dell’uomo-padrone e mai sottomesso. Questo anche come espediente per non affrontare le responsabilità di un sistema che finisce per opprimere anche i suoi sostenitori.
Infine…
La violenza domestica è un problema che, quindi, non riguarda solo le donne. Ma il fulcro della questione non si limita al dover accendere un dibattito. Ci sono degli ostacoli di ordine pratico: risiede anche nel fatto che in Italia non esistono centri di accoglienza per uomini vittime di violenza. Esistono invece per donne vittime di violenza e per i loro bambini, vari centri atti a cercare di riportare la loro vita alla normalità.
Per gli uomini, queste strutture non esistono. Per stessa volontà sociale dell’uomo, così ossessionato dalla difesa del suo ruolo. Si tace la mascolinità sottomessa, troppo lontano dalla più acclamata figura dell’uomo padrone. Si dimentica la sofferenza dell’uomo, relegata in un mondo dove l’uomo non piange mai. Non soffre mai troppo. Non subisce violenza. Non viene stuprato.
Non è mai una vittima.
Ma non è così.
Boys DO cry.
Articolo di: Alice Tonelli e Rae Mary
Editing: Rae Mary
Artwork: Rae Mary
Per ricevere aggiornamenti sulle BRAVE GIRLS:
@Brave2Brave
BRAVE su Facebook