Con il Tennis giocato fermo almeno fino al 7 giugno a causa del Coronavirus, per i professionisti della racchetta si aprono possibilità di riflessione. Tra questi ci sono Marco Cecchinato e Jannik Sinner. Cecchinato ha approfittato della sosta per prendere una decisione importante, quella di cambiare allenatore e di mettersi nelle mani di Massimo Sartori. Sinner, invece, si è concesso una chiacchierata con il sito della Federazione.
Il tennista siciliano ha fatto sapere di aver dato il ben servito ad Uros Vico; al suo posto subentra Massimo Sartori. Una decisione, questa, che il tennista un tempo numero 16 del ranking si è trovato costretto a prendere dopo un avvio di stagione che definire deludente sarebbe addirittura eufemistico. L’azzurro nei due mesi di gare disputati in questo 2020 è riuscito a portare a casa la miseria di un solo match vinto. Accadde ad inizio stagione ad Auckland in tre soffertissimi set conclusi tutti al tie-break contro Leonardo Mayer. Dal canto suo Sartori si è dichiarato piuttosto fiducioso nelle possibilità di crescita del suo nuovo allievo
Sartori: “Cecchinato tornerà ad essere un giocatore”
Ho detto a Cecchinato che se voleva lavorare con me doveva stare alle mie condizioni, a partire dallo spostamento a Vicenza. Poi servono educazione, regole e rispetto reciproco. E tanto lavoro. Ora l’obiettivo è rimetterlo in pista fisicamente e mentalmente, farlo tornare ad essere un giocatore, non un colpitore come era diventato. Farlo galleggiuare, evitando anche scelte sbagliate come preferire i Challenger su terra a Sofia e Vienna, dove era in tabellone a fine 2019. una follia. Non so se può tornare in semifinale Slam, gli auguro di fare anche meglio, ma tornare tra i primi 50 al mondo mi sembra il minimo
Sinner: “Giusto sfidare i più forti”
Jannik Sinner aveva invece iniziato col piede giusto la sua stagione. Ricordiamo su tutti il successo ottenuto contro David Goffin a Rotterdam e la successiva sconfitta con tanti rimpianti subita da Pablo Carreno Busta al tie break del terzo set. In seguito il grandioso primo set vinto contro Daniil Medvedev a Marsiglia, prima della deflagrante sconfitta, aveva fatto strabuzzare gli occhi agli appassionati e messo definitivamente a tacere le ingenerose critiche piovute sul suo capo a causa delle recenti opache prestazioni. La scelta di coach Piatti, rivendicata dal tennista azzurro, è stata quella di mettersi in gioco contro i migliori. Lo spiega lui stesso al sito della Federazione.
“Non ho mai dubitato di essere un buon giocatore di tennis, dato che sono un gran lavoratore. Ma da ragazino ero più magro e più piccolo di adesso. Ero veloce e scendevo a rete ma avevo bisogno di fiducia per trovare il mio livello. Nel tennis puoi vincere partite o un torneo ma puoi anche perdere tre o quattro primi turni di fila, quindi la decisione di giocare a livelli più alti della mia età è stata una grande decisione. Ho sicuramente scelto la strada più difficile ma mi ha aiurtato a costruire l’aspetttiva e la pressione che ho messo su me stesso. Senti di dover vincere quella partita o quel punto esatto e finisci per esagerare ma devi comprendere l’esito ed è un processo di apprendimento ogni giorno.”