Il nostro viaggio parlando dei personaggi del mondo del volley italiano che ne hanno segnato la storia continua, ed oggi ne andiamo ad incontrare uno che, come pochi se non unico, era capace di trascinare le folle come non mai, con il suo atteggiamento da leader e guascone in campo, pur mantenendo fuori un’umiltà e una simpatia proprie del suo carattere: “Mr. Ace”, Francesco Biribanti.

Francesco Biribanti giovane
Photo Credits: web

Francesco Biribanti e la sua storia

Francesco Biribanti, umbro di Terni, classe 1976, cresce nelle giovanili della Sisley Treviso, a soli 19 anni viene aggregato in prima squadra dove vince lo scudetto con Montali in panchina, da lì inizia a girare lo stivale per lasciare comunque il suo segno: Loreto, Fano, Ravenna, Palermo, per poi approdare nel 2001 a Latina, nell’allora Icom, dove trova la sua consacrazione, sempre accompagnato dal suo inseparabile numero 12, quello del suo idolo, Zorzi.

Latina la sua isola felice

A Latina Francesco Biribanti ci rimarrà fino al 2006, con Molducci in panchina e negli anni successivi con Santilli, “Biri” diventa il trascinatore di quella squadra, esaltando la folla ad ogni pallone messo a terra, attirando su di sé le esultanze di un palazzetto completamente in delirio per le sue giocate, per il suo numero 12. Contribuì insieme ai suoi compagni, nelle varie stagioni, citiamo Pascual, Mascagna, Torre, Spanakis, Vujevic, Geric, Molteni, Saitta, Fortunato, Dennis, Gustavo, Grbic, Bjelica, a stravolgere una città, a proclamarli idoli, Latina che non amava molto seguire la pallavolo, ma che riscoprì l’entusiasmo, riempiendo all’inverosimile il PalaBianchini ogni volta che giocavano Biri e soci. Le sue prestazioni erano sempre giocate al massimo, tanto che nel campionato 2002/03 divenne il “miglior marcatore” del torneo, cosa che gli valse la chiamata in azzurro per gli Europei in Germania, vincendo la medaglia d’oro con la nazionale e con la quale disputò in tutto 49 gare.

schiacciata Biribanti
Photo Credits: Pirazzi Fabio, 2005

Con la maglia del Latina, Biri conseguì anche un personale record, siglando ben 36 p.ti nella gara contro Ferrara, primato battuto solamente undici anni dopo dal serbo Starovic, che mise a terra un pallone in più in una sola gara.

Biribanti in nazionale
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Le altre esperienze

In quel periodo per Biri, Latina era la sua isola felice e Latina era Biri, ma come ogni amore, qualcosa alla fine si rompe o cambia e Francesco torna ad essere itinerante, andando a Verona prima, poi Corigliano, Cuneo, Modena, in Montenegro, per poi volare in Iran, nel Paykan, riuscendo a vincere al primo colpo il campionato, primo italiano della storia, nonostante le difficoltà iniziali, culturali, di usi e costumi soprattutto, ma che piano piano con il suo carattere è riuscito a colmare.

Biribanti in Iran
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Il ritorno in Italia

Dopo la parentesi iraniana, di nuovo in Italia, a Reggio Emilia in A2, Lametia Terme e poi il ritorno a Latina, nell’Hydra Volley in B1, neo promossa e saltata alle cronache nazionali, per essere stata l’unica squadra, nel panorama della pallavolo italiana, ad aver conseguito sul campo in cinque anni, ben cinque promozioni consecutive, passando dalla 2a Divisione alla B1 e puntando alla serie A.

Lasciata l’Hydra, Francesco Biribanti va a giocare un paio d’anni a Trieste, sua nuova città di residenza, con lo Sloga Tabor, allenata da un’altra conoscenza della pallavolo italiana, lo sloveno Gregor Jerončić, per poi decidere di smettere la sua bellissima carriera sportiva e dedicarsi a quella dietro la scrivania. Ora infatti è il Direttore Generale della squadra femminile Virtus Pallavolo Trieste, neo promossa in serie B2, ma dalle grandi ambizioni e prospettive per il futuro, tanto da puntare in pochi anni alla serie A.

Come è nato Mr Ace

Nella sua vita da atleta, Francesco Biribanti ha vinto uno scudetto, Campione d’Europa con la nazionale e soprannominato “Mr Ace”, per via dei suoi turni di battuta vincenti, tanto da raggiungere quota 300 nell’anno in cui indossava la maglia della Trenwalder Modena.

punto Biribanti
Photo Credits: Pirazzi fabio, 2005

Ma riviviamo dalle sue parole quanto bella ed emozionante sia stata la sua vita sportiva.

Dopo aver vinto lo scudetto nel ’93 a Treviso ho praticamente iniziato a girare in tutta Italia, fino ad arrivare a Latina nel 2001 fino al 2006”.

A Latina hai trovato la tua giusta dimensione.

A Latina mi sono formato come giocatore, quello che ho vinto nella mia carriera, l’ho vinto nel periodo in cui ero a Latina. Latina era casa, amicizia, tutto insomma, il periodo più bello della mia vita pallavolistica, e quello che abbiamo fatto è stato ancora più bello. Siamo riusciti a portare tantissima gente al palazzetto, cose che non si ripeteranno più.

La semifinale scudetto

Era decisamente un’altra pallavolo. Ricordo la semifinale scudetto con Treviso con una marea di gente fuori dal palazzetto, già quattro ore prima del match.

Quella semifinale è stata vivere un’emozione dietro l’altra, gara cinque con la Sisley Treviso, con il palazzetto strapieno e la struttura del basket vicina anche quella colma di gente con il maxischermo. Che bello, solo parlarne ancora mi da delle sensazioni particolari.

esultanza Biribanti
Photo Credits: Pirazi Fabio, 2005

Tu poi eri un trascinatore, anche se l’organico della squadra aveva comunque altre stelle, quali Vladi (Grbic, ndr) e Vujevic, hai sempre avuto la capacità di entrare nel cuore dei tifosi in maniera davvero unica.

E’ stato sicuramente un momento bellissimo, per come era la pallavolo allora, per come stavamo, per come vivevamo la città, eravamo la sorpresa e per i tifosi i loro idoli. Latina era sulla bocca di tutti, anche perché eravamo in semifinale di Coppa Italia, in semifinale scudetto e una cosa del genere non si era mai vista.

L’esperienza all’estero

Parlaci un po’ del tuo girovagare, nel cercare sempre nuove esperienze, nuove avventure, al di là delle proposte contrattuali.

Conoscere nuove realtà, nuove persone, modi di essere e di pensare, aiuta sicuramente a crescere ed allarga il tuo bagaglio, non solo tecnico, parlando di pallavolo, ma anche umano. Sono stato in Iran un anno e mezzo ed ho imparato molto, al di là di quello che si possa pensare dei paesi del medio oriente. Ovviamente ci sono delle differenze enormi rispetto a noi, l’assenza di donne nei palazzetti, i festeggiamenti sobri, quasi nulli, dopo la vittoria del campionato ed altre milioni di cose. Bella esperienza anche in Libano, dove sono andato per la Final Six di Coppa.

Dove hai trovato le maggiori difficoltà nel tuo cammino?

Beh, a Verona, dove siamo retrocessi nonostante avessimo una squadra fortissima e dove ho avuto diversi infortuni, Corigliano e in Montenegro, dove sono stato solo tre mesi, visto che arrestarono il presidente e addio accordi. Fortuna che poi arrivò la chiamata dall’Iran.

Biribanti a Reggio Emilia
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Biri oggi

Parliamo del presente, questo stop ai campionati è davvero un bel guaio per il movimento intero, per lo sport in genere.

Già, davvero un guaio enorme. Sono dispiaciuto soprattutto per tutti i ragazzi che giocano e che hanno dei contratti. Sarebbe davvero molto penalizzante per loro, qualora fossero ridotti o congelati gli stipendi, che nonostante stiano lontano da casa, da agosto che lavorano e giocano, aver ricevuto solamente una parte di quanto pattuito, sarebbe davvero una beffa atroce. Per non parlare di chi aveva degli obiettivi da raggiungere come noi della Virtus Trieste, che puntavamo a salire. Purtroppo il dopo sarà davvero duro, credo che ci sarà una moria di squadre che non si iscriveranno, per mancanza di soldi, sponsor e via dicendo.

A proposito, come ti senti nelle nuove vesti del tuo nuovo ruolo di Direttore Generale della società triestina, che progetti avete?

Mi piace molto, la società è sana e ha idee chiare. Ripeto, avevamo grandi progetti prima di questo stop e passi importanti da compiere. Ora vedremo, bisognerà riprogrammare il tutto.

Biribanti schiacciata
Photo Credits Hydra Volley Latina Official Website

Il rammarico

C’è qualcosa che ti piacerebbe fare o che magari non sei riuscito a fare?

Si, mi sarebbe piaciuto avere una proposta da Latina per un ruolo in società, una cosa che per quanto vissuto in passato, per quanto fatto, mi avrebbe sicuramente regalato un piacere enorme.

Ora Biri si gode i suoi due nuovi ruoli, quello di Direttore Generale, ma soprattutto quello di papà, essendo nata quasi un anno fa la piccola Emma, avuta dalla compagna Elisa, anche lei ex sportiva, e per la quale il trascinatore, il vulcanico Francesco stravede in modo pazzesco.

C’è nelle ultime parole di Biri una nota di dispiacere, per qualcosa di cui ne sarebbe veramente felice, tornare nella ”sua” Latina, dove ci sono amici che lo scorso anno hanno celebrato la sua partita di addio al volley e dove lui sarà sempre “Biri 12”.

partita di addio Biribanti
Photo Credits: web

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