Uno dei generi cinematografici da me prediletti è quello del Cinema d’Animazione. In queste lunghe giornate di quarantena, ritengo valida l’opportunità di recuperare alcuni titoli non appartenenti al canone disneyano ma altrettanto meritevoli.

Ecco quindi la terza parte di un personale listino che non comprende tutti i miei film d’animazione preferiti (altrimenti avrei pubblicato direttamente un libro) ma solo alcuni di essi. Di certo quelli che ritengo degni di essere (ri) scoperti.

Una Lettera per Momo

Cinema d'animazione
Cinema d’animazione. PhotoCredit: Web

Da Hiroyuki Okiura, regista del disperato e cupo “Jin-Roh”, non mi sarei mai aspettato un film come “Una Lettera per Momo”. Eppure questo lungometraggio animato mi ha rubato il cuore.

Considerato il degno erede di certi film di Miyazaki, “Una Lettera per Momo” è un racconto di formazione dalle tinte surreali. Momo infatti è una ragazza di undici anni che sta affrontando la recente dipartita del padre. Sua madre decide di portarla nella sua terra natale, l’isola di Shio. Momo, troppo abituata alla vita di città, fatica ad adattarsi e quindi decide di concentrare le sue forze sulla misteriosa eredità del padre: una lettera incompiuta.

Una lettera per Momo
Una lettera per Momo. PhotoCredit: Web

La frustrazione di Momo viene sconvolta da degli strani eventi che comprendono dei misteriosi furti e rumori provenienti dalla soffitta della sua casa. Indagando su questi fenomeni, Momo incontra un trio di demoni guardiani: il grosso Iwa, il lagnoso Kawa e lo spaesato Mame. La presenza di questi spiriti sembra suggerire a Momo che il suo trasferimento non è stato casuale e forse può trovare una risposta alla lettera.

L’elaborazione del lutto della protagonista assume così caratteristiche spirituali e visionarie. “Una Lettera per Momo” però non è un saggio su ciò che c’è dopo la morte ma piuttosto un romanzo di formazione spesso divertente e spesso commovente in cui la giovane deve affrontare le difficoltà del mondo degli adulti con tutte le responsabilità e i dolori che comporta.

Non possiede i virtuosismi di un Miyazaki o il dramma di un Takahata ma il film di Okiura è una gradevole sorpresa e un cartone animato semplice e dal grande cuore.

una lettera per Momo
Una lettera per Momo. PhotoCredit: Web

Il Principe d’Egitto

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Cinema d’animazione. PhotoCredit: Web

Con questo bastone tu compirai i miei prodigi

È all’improvviso ecco…La BIBBIA! Questo è davvero uno di quei film d’animazione che meriterebbe un rispolverata bella e buona.

La storia di Mosè e della missione che Dio gli ha imposto era già nota a tutti ma forse con “Il Principe d’Egitto” raggiunge la sua migliore rappresentazione. Per quale motivo? Perché la tecnica è migliore rispetto ai suoi predecessori? Sarebbe una scusa un po’ banale data la distanza temporale. È più religioso? Siamo seri: sono Americani!

Cos’è allora a rendere “Il Principe d’Egitto” così straordinario? Il fatto che non è la storia di Dio e del suo ruolo nell’esistenza del protagonista ma bensì quella di due fratelli. Mosè e Ramses sono due fratelli provenienti da popoli diversi e con destini differenti ma incapaci di odiarsi e legati da un sincero sentimento fraterno.

il principe d'Egitto
Il principe d’Egitto. PhotoCredit: Web

Questo complicato e a tratti commovente rapporto dà alla narrazione un andamento sempre più intenso che non viene smorzato neanche dai numeri musicali (molto validi e non troppo invadenti poiché contribuiscono al crescendo drammatico) e dai stupefacenti effetti speciali.

Crudo, teso e poco infantile, epico e indimenticabile. Questo è “Il Principe d’Egitto”.

Il principe d'Egitto
Il principe d’Egitto. PhotoCredit: Web

Amicinemici-Le Avventure di Gav e Mei

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Cinema d’animazione. PhotoCredit: Web

Non esiste sentimento più nobile dell’Amicizia. Condividere con un’altra persona una parte del proprio cuore, rivelarle le proprie debolezze e magari sacrificarsi per lei. Un rapporto speciale che contraddistingue il mondo degli Umani. E quello degli animali?

È proprio questa la storia di “Amicinemici”, fiaba sull’amicizia e la diversità di Yuichi Kimura con protagonista il capretto Mei, mite e gentile, e il lupo Gav, goffo e insicuro. Dopo una notte di tempesta avvolta nelle tenebre, Gav e Mei stringono amicizia facilmente poiché le tenebre del rifugio che hanno trovato impedisce ad entrambi di rivelare la propria identità. Qualche giorno dopo decidono di rincontrarsi e appena scoprono di essere dei nemici per natura, Gav e Mei dovranno decidere se seguire il corso delle cose o affrontare i pregiudizi per rimanere insieme.

Amicinemici
Amicinemici. PhotoCredit: Web

Una storia molto semplice e servita da un’ animazione abbastanza modesta (volutamente, immagino) ma al servizio di un intenso e spesso struggente racconto sull’amicizia apparentemente impossibile tra due emarginati.

Bisogna ammettere che le idee per rendere la storia intrigante non sono poche e gli stessi protagonisti non sono personaggi banali. Il crescendo drammatico non può che giovare di queste caratteristiche, culminando in un atto finale incredibile e che dimostra come i cartoni animati possano essere emozionanti.

Amicinemici” è un altro cartone nipponico poco noto in Italia e distribuito direttamente (e malamente) in Home Video. Non è difficile da recuperare e io vi consiglio almeno una visione.

Amicinemici
Amicinemici. PhotoCredit: Web

I Sospiri del mio Cuore

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Cinema d’animazione. PhotoCredit: Web

È stato un bene che io mi sia forzata oltremisura: sono riuscita a capire me stessa un po’ più di prima

Diretto da Yoshifumi Kondo e sceneggiato da Hayao Miyazaki, “I Sospiri del mio Cuore” fa parte di quella serie di film dello Studio Ghibli che non seguono il solito registro visionario per puntare invece al racconto giovanile. Il film di Kondo è forse il migliore di questa categoria.

Forse perché molti di noi si rivedono nell’estate vissuta dai giovani Shizuku, aspirante scrittrice, e Seji, desideroso di diventare un violinista. Due ragazzi come tanti, ciascuno con i propri sogni e turbamenti all’interno di quel complesso contesto che noi chiamiamo esistenza.

i sospiri del mio cuore
I sospiri del mio cuore. PhotoCredit: Web

Un affresco di vita semplice e per questo affascinante, diretto con mestiere da Kondo (di cui “I Sospiri del Cuore” è il primo e, purtroppo, ultimo lungometraggio a causa della sua morte nel 1998) e che può contare sulla consulenza di quella vecchia volpe di Miyazaki. Il loro connubio dà vita a un film vitale e ricco di cuore grazie alla splendida animazione, alla galleria di ottimi personaggi e la colonna sonora che ha come tema portante “Take Me Home, Country Roads”.

E capisci di assistere ad uno spettacolo unico quando vedi sequenze come il concertino improvvisato o lo splendido finale che ci fa ricordare che la vita è un rischio continuo ma che bisogna affrontarla per crescere ed essere felici.

i sospiri del mio cuore
I sospiri del mio cuore. PhotoCredit: Web

Il Flauto Magico

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Cinema d’animazione. PhotoCredit: Web

Artisti dell’animazione di cui il nostro paese dovrebbe andare fiero sono Giulio Gianini ed Emanuele Luzzati. Con uno stile animato molto artigianale e per questo stimolante, la coppia dirige diversi cortometraggi basati sulle opere di Rossini o con protagonisti Pulcinella e consorte. Eppure il lavoro che preferisco di più del duo è “Il Flauto Magico”.

Mischiando riprese dal vivo (il personaggio di Papageno che fa da narratore) e animazione, “Il Flauto Magico” è il degno omaggio all’opera di Mozart, semplificando il necessario per renderlo più accessibile ad un pubblico meno maturo, risultando creativo al punto giusto anche per lo spettatore più esigente.

Insomma un ottimo adattamento (se non uno dei migliori) di quel gioiellino che è la storia di Tamino, Pamina (grande fantasia…), Papageno, la Regina della Notte, Sarastro e tutti gli altri.

il flauto magico
Il flauto magico. PhotoCredit: Web

Principessa Mononoke

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Cinema d’animazione. PhotoCredit: Web

In tempi remoti, la terra era coperta di foreste in cui, sotto le sembianze di immensi animali, si aggiravano da sempre gli spiriti della natura. Uomini e animali, allora, vivevano in armonia

Principessa Mononoke” mi ha impressionato. Non solo per la solita strepitosa animazione ma anche per una crudezza abbastanza insolita per la filmografia del maestro. Si può dire che la storia di Ashitaka e San è, senza ombra di dubbio, il film più adulto di Miyazaki.

Siamo nel Giappone del periodo Muromachi (epoca contrassegnata da una politica instabile ma anche da una notevole crescita culturale) dove ha luogo una sanguinaria lotta tra gli ambiziosi e distruttivi umani e i maestosi e collerici Guardiani, esseri sovrannaturali difensori della foresta. All’interno di questo feroce scontro emergono due figure: il giovane Ashitaka, giovane dall’animo candido e rispettoso verso la natura, e la misteriosa Principessa Spettro, umana allevata dai guardiani che ha rinnegato la propria specie.

Se “Porco Rosso” aveva come protagonista uno dei più grandi amori del regista (il volo), in“Principessa Mononoke” è centrale la natura in tutta la sua bellezza e mistero. Un’entità ammaliante, ricca di segreti e sorprese come i Kodama, spiriti degli alberi dal carattere mansueto, ma anche governata da inflessibili protettori come la lupa Moro e il cinghiale Okkoto.

Un regno osservato e conservato dal Dio Cervo, figura dall’incredibile potenza e fulcro dello scontro tra le due razze.

Principessa Mononoke
Principessa Mononoke. PhotoCredit: Web

Gli umani non vivono certo una situazione rosea in cui i villaggi sono continuamente saccheggiati dai samurai, i monaci erranti si rivelano emissari dell’imperatore e il progresso si fa sempre più invadente come nel caso della Città di Ferro gestita da Lady Eboshi.

Il talento visivo del regista dà il meglio di sé soprattutto con l’animazione delle diverse creature che popolano questo Giappone fiabesco in cui divinità e demoni girovagano e determinano gli eventi. Non mancano poi i temi classici della cinematografia di Miyazaki come l’avversione dell’autore verso i conflitti bellici, il confine tra Bene e Male vacillante e la potenza dell’amore, vitale per la crescita dei protagonisti e per la risoluzione finale.

Il film di Miyazaki più cupo e drammatico ma ennesimo capitolo del suo bellissimo mondo cinematografico.

Principessa Mononoke
Principessa Mononoke. PhotoCredit: Web

Shrek 2

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Cinema d’animazione. PhotoCredit: Web

Shrek e io abbiamo bevuto una pozione magica e ora… siamo sexy!

Il mio rapporto con Shrek non è sempre stato facile. Quando vidi il primo film nella lontana estate del 2001 inizialmente la mia reazione fu di spaesamento: non capivo se mi era piaciuto o no. Così lo riguardai diverse volte negli anni. Suona male se dico che per me è ok ma non è un capolavoro?

L’idea di base (schernire, se non demolire, gli archetipi e cliché delle fiabe) è intrigante e a volte dà i suoi frutti con parecchie scene indovinate perché sarcastiche o addirittura perfide (Geppetto che vende Pinocchio per quattro soldi o la Principessa Fiona che usa le sue doti canore per scopi molto più pratici) ma poi il film dalla seconda parte perde mordente e la comicità ne risente per diventare anche un po’ stucchevole.

Per questo che apprezzo molto di più “Shrek 2”: non ha un attimo di tregua.

Shrek 2
Shrek 2. PhotoCredit: Web

Le situazioni, la comicità, i personaggi e persino i momenti più “seri” sono dosati alla perfezione, rendendolo così una delle migliori commedie animate di tutti i tempi. Le citazioni cinematografiche sono innumerevoli ed efficaci (dai successi dell’epoca come “Spiderman” o “Il Signore degli Anelli” a classici quali “Indovina chi viene a cena?”, “Ghostbusters”, “Frankenstein”), i personaggi vecchi e nuovi funzionano alla grande e il ritmo è sfrenato.

Il divertimento e lo spettacolo sono assicurati e l’atmosfera leggermente anarchica ma comunque innocua e strepitosa di Shrek e soci ammalia come non mai.

Shrek 2
Shrek 2. PhotoCredit: Web

Persepolis

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Cinema d’animazione. PhotoCredit: Web

Avevo conosciuto una rivoluzione che mi aveva fatto perdere parte della mia famiglia. Ero sopravvissuta a una guerra. E una banale storia d’amore per poco non mi stroncava

Il racconto di formazione si unisce alla storia e il fumetto satirico al cartone animato adulto. Il risultato che si ottiene da queste unioni è “Persepolis”.

Tratto dall’omonima graphic novel di Marjane Satrapi e diretto proprio dalla stessa autrice, “Persepolis” è il ritratto visionario e tragico della crescita di una donna prima nell’Iran sconvolto dalla rivoluzione islamica e poi in Europa, vista come una terra isolata dai problemi dell’Oriente.

Persepolis
Persepolis. PhotoCredit: Web

La storia di Marjane è però lontana dalla facile retorica o dal ricatto morale ma piuttosto punta sul linguaggio sopra le righe del fumetto per narrare il tutto con un tono diretto e spesso sarcastico, aiutando lo spettatore a seguire le vicende tutt’altro che liete raccontate dalla Satrapi. Il ritratto sia dell’Iran che della società europea sono impietose e la Satrapi non risparmia nessuno. Nemmeno sé stessa.

Tutto questo fa parte di un film visivamente straordinario e “politico” ma senza essere lamentoso e anzi capace di scuoterci l’animo, senza rinunciare ad un pizzico di umorismo e fantasia.

Persepolis
Persepolis. PhotoCredit: Web

Vip Mio Fratello Superuomo

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Cinema d’animazione. PhotoCredit: Web

E finalmente arriva Bruno Bozzetto, maestro del cinema d’animazione italiano. “Vip Mio Fratello Superuomo” è il più cinematografico tra i titoli del regista per via del soggetto trattato: i supereroi.

Prima de “Gli Incredibili”, fu Bozzetto a demolire il mito dei supereroi rendendo il suo protagonista, Minivip, il ritratto spesso impietoso ma in fondo innocuo del cittadino medio. Che tipo è Minivip? Un ometto nevrotico, gracile e completamente schiacciato dal senso d’inferiorità che prova nei confronti del pur benevolo fratello Supervip.

Eppure sarà Minivip a dover mostrare il proprio coraggio di fronte ad un orrido piano di dominio del mondo, concepito dalla diabolica Happy Betty.

Vip mio fratello superuomo
Vip mio fratello superuomo. PhotoCredit: Web

Bozzetto utilizza la figura del presunto supereroe dai grossi occhiali e dalle piccole ali per narrare il disagio della società moderna verso l’accettazione di uno stile di vita basato sul consumismo e su un utilizzo sempre più povero del nostro raziocinio. Lo stesso complotto della delirante Happy Betty è basato sul crudele obiettivo di popolare l’umanità da docili consumatori di prodotti dei suoi supermercati!

Non mancano quindi diversi momenti a metà tra il tragicomico e il crudele che espongono la critica all’idiozia e alla meschinità dell’essere umano, onnipresente nelle opere di Bozzetto.

Vip Mio Fratello Superuomo”. Divertente, acuto e sottilmente perfido.

Vip mio fratello superuomo
Vip mio fratello superuomo. PhotoCredit: Web

Yellow Submarine

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Cinema d’animazione. PhotoCredit: Web

Ci tengo a dire che un cartone animato come “Yellow Submarine” non l’avete mai visto. Diretto da George Dunning, questo psichedelico e folle film è forse uno dei migliori ritratti dell’ingresso prepotente degli anni ’70 visti attraverso gli occhi del quartetto musicale più famoso del mondo: i Beatles. E sono proprio le caricature di John, Paul, George e Ringo a trasportarci in quella che è un’avventura soprattutto visiva.

Un paese noto come Pepelandia, noto per il suo clima pacifico e gioioso, viene invaso dai maligni Biechi Blu, mostri per l’appunto blu e che opprimono il paese rendendolo grigio e triste. L’unico superstite dell’attacco, il vecchio Fred, riesce a sfuggire grazie ad uno stupefacente sommergibile giallo che lo porta alla ricerca dell’unica cosa che può scacciare gli invasori e salvare Pepelandia: la musica.

Caso vuole che Fred giunga a Liverpool dove riesce a convincere i Beatles ad aiutarlo.

Ha inizio così una rocambolesca e fantastica avventura, accompagnata ovviamente da alcuni dei pezzi più celebri del quartetto.

Yellow Submarine
Yellow Submarine. PhotoCredit: Web

Ciò che rende “Yellow Submarine” un cartone animato unico nel suo genere è l’animazione a cavallo tra surrealismo e pop art e l’ottima combinazione tra creatività e umorismo. E per gli amanti dei cartoni visivamente splendidi, questo film è una manna dal cielo!

Non è probabilmente adatto a tutti ma anche per i non intenditori “Yellow Submarine” potrebbe avere qualche sorpresa.

Yellow Submarine
Yellow Submarine. PhotoCredit: Web

Per scoprire le successive posizioni, vi aspettiamo la prossima settimana. Stesso luogo, stessa ora!

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