Quella del coronavirus non è solo una crisi sanitaria ma potrebbe comportare una grave crisi economica con la chiusura di molte imprese che non riuscirebbero a riaprire. È quanto emerge da uno studio del CNA di Roma condotto sulle attività della capitale e provincia. Questo sarebbe dovuto non solo ai due mesi di fatturato 0 dovuti alle restrizioni che hanno imposto la chiusura di molte attività ma anche alla faticosa e incerta riapertura prevista per la Fase 2 . Per molti imprenditori riaprire, non avendo le risorse necessarie, potrebbe significare la definitiva chiusura.

Lo studio del CNA di Roma sulla crisi economica da coronavirus

Abbiamo realizzato questo studio proprio per richiamare l’attenzione delle istituzioni sulle difficoltà reali che stanno affrontando quotidianamente i nostri imprenditori sul territorio di Roma e Provincia. Bisogna mettere in atto un piano di sostegno ben congegnato e attento e bisogna farlo ora, prima che si ricomincino ad aprire le attività, perché la semplice riapertura non sarà sufficiente a far ripartire l’economia”, ha detto il presidente della CNA di Roma Michelangelo Melchionno. I dati emersi dallo studio di CNA parlano chiaro e stimano le imprese sul territorio capitolino a rischio chiusura in alcuni settori anche al 40%. Grave è anche il calo di fatturato previsto per alcuni settori che per gli alberghi arriva addirittura all’85%. Dunque la riapertura dopo l’emergenza coronavirus potrebbe scatenare una grave crisi economica.

Cosa succederà il 4 maggio?

Cosa faranno gli imprenditori?


Per molti imprenditori dunque riaprire potrebbe significare un rischio concreto di chiusura. “Facile immaginare cosa significhi questo: rischio elevato di perdite significative di professionalità ed eccellenze, di posti di lavoro con il risultato di avere sempre più imprenditori e famiglie costretti ad indebitarsi per sopravvivere”, fanno sapere dalla Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa. Per questo molti titolari stanno pensando addirittura di non riaprire per non fallire. Altri come i proprietari di locali e ristoranti, già psicologicamente provati dalle restrizioni, scenderanno in piazza il 4 maggio,il giorno dell’inizio della Fase 2.