Marsha P. Johnson è stata una pioniera, molto amata, dal grande carisma: un simbolo di attivismo, la cui morte improvvisa è ancora un mistero.
Il Doodle di Google di oggi, realizzato dall’artista Gilliam, celebra l’attivista LGBTQ+, performer e drag queen Marsha P. Johnson, ampiamente riconosciuta come una pioniera del movimento LGBTQ+ negli Stati Uniti. Il 30 giugno 2019, Marsha ha ricevuto un riconoscimento postumo, “grand marshal of the New York City Pride March“.
Chi è Marsha P.Johnson
Marsha P. Johnson è nata il 24th agosto 1945 in New Jersey.
Johnson è nato come Malcolm Michaels Jr. il 24 agosto 1945 a Elizabeth, nel New Jersey. Aveva sei fratelli e suo padre, Malcolm Michaels Sr., era un operaio della catena di montaggio della General Motors, mentre sua madre, Alberta Claiborne, era una governante. Durante l’infanzia Johnson frequentò una chiesa episcopale metodista africana e rimase una devota cristiana per tutta la sua vita, spesso interessandosi al cattolicesimo e ad altre fedi. Johnson iniziò a indossare abiti femminili all’età di cinque anni, ma per un periodo di tempo fu costretta a evitare di vestirsi in questo modo per non incorrere nelle molestie dei ragazzi che vivevano nel suo quartiere. In un’intervista del 1992, raccontò di essere stata, da giovane, vittima di violenza sessuale da parte di un adolescente.
La madre di Johnson le disse che essere omosessuali equivaleva a essere “peggio di un cane”, ma Johnson dichiarò anche che sua madre non era a conoscenza dell’esistenza della comunità LGBT. Dopo essersi diplomata a Elizabeth nel 1963, presso l’ex Edison High School (ora Thomas A. Edison Career and Technical Academy), Johnson si trasferì a New York con solo 15 dollari in tasca e un sacco di vestiti. Nel 1966 si spostò nel Greenwich Village dove lavorava come cameriera.
Cosa successe dopo il 1963
Dopo il diploma nel 1963, si è trasferita nel Greenwich Village, a New York, un hub culturale LGBTQ+. Qui ha cambiato il suo nome in Marsha P. Johnson (dove la P starebbe per “Pay It No Mind”, la risposta che dava quando le facevano domande riguardo il suo genere).
Molto amata, e dal grande carisma, è considerata uno dei simboli nei moti di Stonewall del 1969. Nel 1970 ha fondato lo Street Transvestite (now Transgender) Action Revolutionaries (STAR) con l’attivista Sylvia Rivera. In 2019, New York City ha annunciato il progetto di realizzare statue di Johnson e Rivera nel Greenwich Village, i primi monumenti al mondo in onore di transgender.
La sua morte improvvisa è avvenuta nel 1992 (a soli 46 anni). Il corpo di Marsha è stato rinvenuto nel fiume Hudson da alcuni ragazzi, e il caso archiviato come un suicidio: una versione che non ha mai convinto gli amici di Marsha. Nel novembre 2012, l’attivista Mariah Lopez è riuscita a far riaprire il caso dal dipartimento di polizia di New York come possibile omicidio.