Edoardo Bennato è il personaggio musicale che più di tutti rappresenta il vero rock all’italiana. Gli anni passati sulla cresta dell’onda delle classifiche musicali lo hanno reso un punto di riferimento nello stile narrativo e sonoro. Da sempre associato alla figura di Bob Dylan per via del suo modo di raccontare la società e le sue contraddizioni, con tipiche espressioni popolari e folkloristiche.
Edoardo Bennato, il rocker del popolo
I contenuti dei suoi testi hanno la carica emotiva di chi propone un nuovo modello musicale, fatto di politica, radicata nella tradizione popolare, ma in versione rock. Edoardo Bennato rincorre il mito di Dylan e lo fa calandosi all’interno del contesto sociale in cui vive e sviluppa la sua arte: la città di Napoli. Ne viene fuori un sanguigno cantore popolare che si cala con foga tra la gente e dice tutto a tutti, senza peli sulla lingua.
Il successo di Bennato, avvenuto nella seconda metà degli anni ’70, viene caratterizzato dai temi trattati all’interno dei brani. Il disco La torre di Babele del 1976 diventa un inno verso l’impegno sociale. Una protesta che nasce dal basso e si fa portavoce del popolo che non condivide la situazione politica di quel periodo storico. Gli anni di piombo, il terrorismo, la lotta armata, diventano temi fondamentali per Bennato, a cui si ispirerà per scrivere pezzi di storia in musica, come In prigione, in prigione o Tu grillo parlante.
Grezzo come Dylan, Bennato mette al centro la parola
Il cantautore napoletano non è amante della vita mondana, contrario al divismo ed è abbastanza schivo nel parlare di sé. Ciò che fa gli piace metterlo in pratica attraverso la musica. Edoardo Bennato è il più orgogliosamente politico tra i cantautori del nostro tempo e si esprime scrivendo di società ingiusta, malgoverno, soprusi e corruzione. Ma anche contro la neutrale complicità di tutti noi. Non si salva nessuno, come declama nel devastante grido di dolore rivolto alla sua Napoli in Nisciuno!
I contenuti dei suoi testi si ispirano ai grandi successi della leggenda del rock, il quale combinava insieme linguaggi evocativi, ricchi di metafore, spesso oscure ma particolarmente affascinanti. Il rock non verrà più visto solo come puro intrattenimento ma, grazie alle influenze di Dylan, anche l’Italia di Bennato vivrà un percorso musicale fatto di ascolto, riflessione e consapevolezza sociale.
Bennato, dal canto suo, costruisce attorno a sé l’immagine di un cantautore d’assalto: i temi – velenosi, alle volte scoraggianti – sono resi con forte semplicità espressiva immediata. Il suo punto di partenza, da 50 anni, rimane sempre quello di dire la verità, anche quando ti si ritorce contro, come canta in La Verità.
“La verità (la verità)
Quello che pensi, quello che dici
Quello che dici, col lucchetto e non dovresti dire mai, la verità
E’ un’arma a doppio taglio e non c’è scampo
Quella che poi ti si ritorce contro
La verità”
A cura di Maria Zanghì
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