L’isola del tesoro, fra i più celebri romanzi per ragazzi di tutti i tempi. Scritto da Robert Louis Stevenson ed edito nel 1883. Nel nuovo appuntamento della rubrica Letteratura per l’Infanzia, un classico del romanzo di formazione.
L’isola del tesoro: avventura, mondi tropicali e fascino per l’ignoto
L’opera, inizialmente, comparve a puntate – sotto pseudonimo – sulla rivista inglese per ragazzi Young Folks e, successivamente, edita nel 1883. Protagonista del romanzo d’avventura è Jim Hawkins, un quattordicenne che narra in prima persona di aver trovato una mappa del tesoro. La datazione della vicenda è intorno al 1700. Con quest’opera, lo scrittore vittoriano, inaugura la grande tradizione del tema piratesco, dell’avventura su un’isola sperduta, dell’esplorazione, dei mondi tropicali. Un classico del romanzo di formazione che analizza il rapporto fra Bene e Male e il fascino dell’ignoto. L’isola del tesoro, però, nasce nell’immaginario del suo scrittore non come romanzo ma come favola della buonanotte per Lloyd Osbourne, suo figliastro. Pare che il contesto in cui è ambientato gran parte del libro sia Bristol: stessa locazione in cui, l’altrettanto noto Swift, collocherà la partenza del protagonista della sua opera, I viaggi di Gulliver.
Segreti, pirati e tesori nascosti
Inghilterra, 1700: Jim Hawkins, ragazzino quattordicenne, si imbatte nell’anziano capitano Billy Bones, il quale vuole soggiornare nella locanda gestita dalla sua famiglia. Il vecchio capitano raccomanda al ragazzo di sorvegliare un suo baule; oltretutto, gli fa capire di essere intimorito da un uomo senza una gamba. Billy Bones, intanto, si scontra con un suo ex compagno. Appena poco dopo, però, ha un infarto causato da un messaggero ceco recante la ”macchia nera”: un linguaggio in codice che, nella pirateria, equivale ad una condanna a morte. Jim, appresa la morte del capitano Bones, apre il baule che custodiva insieme alla madre: al suo interno trovano un diario di bordo ed una mappa di un’isola sconosciuta.
Il ragazzo capisce che i pirati erano alla ricerca di Billy Bones per sottrargli la mappa e il diario. Decide, così, di fuggire e di mostrare la sua recente scoperta al Dr. Livesey e al conte Trelawney. La decisione è univoca: i tre partono per raggiungere l’isola del tesoro insieme al capitano Smollet, imbarcandosi su una nave chiamata Hispaniola. Tuttavia, sulla nave, c’è anche il capitano Long John Silver: l’uomo privo della gamba che tanto temeva il vecchio Billy Bones. Jim scopre che Long John Silver sta escogitando un ammutinamento: l’obiettivo è impadronirsi della nave e rubare il tesoro. Dopo averne parlato con il capitano Smollet, quest’ultimo, decide di ancorare presso l’isola abbandonando i disertori.
L’isola del tesoro, il ritrovamento e la fuga
Giunti presso l’isola del tesoro, iniziano una serie di scontri fra le due fazioni: Jim scappa via per salvare la nave Hispaniola che, intanto, stava andando alla deriva. Long John Silver propone un accordo per aiutarsi vicendevolmente e tenere a bada i rivoltosi. Quest’ultimi, che vorrebbero uccidere entrambi, non riescono nel proprio intento poiché, sia Jim che Long John Silver sono tratti in salvo dall’intervento di Livesey. Si recano alla ricerca del famigerato tesoro che, tuttavia, non riescono a trovare. Intanto, incontrano il pirata Benn Gunn, abbandonato sull’isola del tesoro dalla sua ciurma, parecchi anni prima. Il pirata aveva spostato il tesoro all’interno di alcune grotte e si offre di accompagnare il gruppo per recuperarlo. Una volta caricato a bordo, la flotta parte dirigendosi verso casa. Long John Silver fugge al primo porto utile con gran parte del bottino; Jim, approdato a casa, non tornerà mai più sull’isola del tesoro.
Romanzo di formazione e contrapposizione tra bene e male
L’isola del tesoro è uno dei simboli letterari che introduce il genere piratesco. Definito come un vero e proprio romanzo di formazione in cui, il messaggio esplicitato chiaramente, è la contrapposizione fra il bene e il male. Jim è il protagonista: un adolescente che inizia ad esplorare il mondo e si ritrova a crescere e a conoscersi all’interno delle vicende che si susseguono nella sua vita. I pirati che incontra sono i valori negativi, il male; quel male che, tuttavia, gli farà riscoprire le sue risorse interiori e la loro importanza come il coraggio, utile per affrontare ogni vicenda della vita. Il Dr. Livesey e il conte Trelawney, invece, rappresentano i valori positivi: autorevoli e realistici, con i piedi per terra perché non promettono balocchi e divertimento al giovane, né adrenalina e avventura… Ciò che, un ragazzo di quell’età, desidera. I due personaggi incarnano invece il buon senso, la razionalità, il rigore borghese, l’autocontrollo. Il mutamento formativo del protagonista, si evince nel corso delle pagine: Stevenson fa in modo che i modelli con cui Jim si scontra influiscano sulla sua formazione. Il male simboleggiato da Long John Silver è necessario per trasmettere al ragazzo impavidità e indipendenza, virtù fondamentali per l’esistenza e, di cui, Jim è sprovvisto. Alla fine del romanzo, invece, il giovane avrà acquisito ogni insegnamento – diretto o indiretto – appreso dai compagni d’avventura.
Stella Grillo