Da oggi, venerdì 4 Dicembre, è fuori ovunque “1920 – Achille Lauro & The Untouchable Band”, il nuovo album di Achille Lauro che, dopo “1969” e “1990”, chiude la trilogia di rilettura del passato. Con questo disco, il cantante romano stavolta ci catapulta ancora più indietro nel tempo, ai cosiddetti “ruggenti anni venti”. La tracklist si compone di 8 brani, di cui 3 cover, 3 inediti e 2 riedizioni. “1920” è la prima esperienza di produzione di un intero album live per l’artista, inciso insieme alla Untouchable Jazz Band, guidata dal Maestro Dino Plasmati.
Nel suo nuovo progetto, Lauro è inoltre affiancato da affermati artisti italiani, del panorama classico e urban: Gigi D’Alessio, Annalisa, Izi e Gemitaiz. Il risultato è una vera e propria jam session, un dialogo tra passato e presente. Con qualche pecca, ma ammirevole. Un disco veloce e controcorrente, “1920”, annunciato dal suo stesso autore come l’ultimo tassello prima di una “rivoluzione”. In attesa che questa arrivi, pronti a rituffarvi nei fumosi jazz club di un secolo fa?
“1920” di Achille Lauro è l’ultimo capitolo di una trilogia
FUORI IL 4 DICEMBRE
“1920 – Achille Lauro & The Untouchable Band”
Sapete quanto io non sia mai stato interessato a seguire una logica dettata dall’industria musicale e le sue mode del momento.
Ho sempre fatto la musica per il puro godimento che mi da.
Ci sto scopando.
Con questo finisce la mia trilogia.
È l’ultimo side-project.
Poi cambierà tutto.
E per sempre.
Intanto divertitevi
P R E – O R D E R N O W
Con queste parole, lo scorso 23 Novembre, Achille Lauro ha annunciato a sorpresa sui social l’uscita del suo nuovo album. Non servirebbe aggiungere molto altro, per spiegare la genesi di quest’altro side project. Lauro fa la musica che gli piace, si vuole divertire e ama sperimentare. Per queste ragioni è passato, nell’arco di circa 18 mesi, dal rock degli anni ’70 (“1969”, aprile 2019) alla dance dei ’90 (“1990”, luglio 2020) e infine al jazz e allo swing. Il disco, prende ispirazione dal desiderio di leggerezza nato durante il Proibizionismo dei primi anni del ‘900.
“Sono tornato completamente cambiato da questo viaggio negli anni ’20.” – afferma Achille Lauro – “La mia concezione di fare musica è sconvolta, tutto ciò che pensavo prima si è capovolto. Inizialmente mi concentravo solo sulla mia ossessione di seguire da vicino tutti i minimi dettagli del lavoro; oggi, grazie a questa trilogia ‘69 – ‘90 – ‘20, ho capito che è stato tutto solo l’entrée di quello che sto per proporre”.
La tracklist di “1920”, lato a
Vediamo adesso nel dettaglio la tracklist dell’album. Le 4 tracce del lato a, sono: My Funny Valentine, Chicago, Pessima e Tu vuo’ fa’ l’americano. La prima, è una cover del mitico brano jazz composto per il musical “Babes In Arms” (1937) e poi divenuto popolare nelle versioni di eccellenti interpreti, quali Frank Sinatra, Miles Davis ed Ella Fitzgerald. My Funny Valentine, con gli strumenti a fiato in apertura, ci trasporta subito in un’intima, fumosa e rilassata atmosfera da jazz club. Il parlato sussurrato di Lauro traduce in italiano metà del testo originale.
Nell’allegro inedito Chicago, tornano i classici “wow” e “rappappapa” del cantante romano e vengono citati miti del passato: Lucky Luciano, Frank Sinatra, Betty Boop. Segue l’altra canzone inedita, Pessima, il pezzo dal testo più esplicito (“E tua madre dice quel figlio di puttana non ti merita/Ma lo so io cosa si merita”). Tu vuo’ fa’ l’americano riprende un altro classico del passato, la canzone scritta nel 1956 da Renato Carosone. Qui Lauro è accompagnato da un altro pilastro della musica napoletana, Gigi D’Alessio.
La tracklist di “1920”, lato b
Il lato b del disco, comprende altri 4 brani: Cadillac 1920, Bvlgari Black Swing, Piccola Sophie e Jingle Bell Rock. Rivisitare in chiave jazz/swing Cadillac, uno dei pezzi rock più riusciti del disco “1969” – che meritava di essere un singolo – era un’operazione rischiosa. Tolti i bassi e le chitarre, in effetti la canzone perde un po’ di smalto. Tuttavia, se proviamo a evitare il confronto con l’originale, il mood di Cadillac 1920 risulta trascinante e piacevole. Bvlgari Black Swing è l’altra riedizione di un pezzo di Lauro, stavolta del periodo samba trap: Bvlgari, contenuta nel fortunato “Pour l’amour” (2018). Il testo originale subisce qualche variazione e alcune strofe le cantano i rapper Izi e Gemitaiz, quest’ultimo vecchia conoscenza di Lauro.
Non bastando l’autocitazione e il rap, lo spumeggiante ritornello di Bvlgari Black Swing si fonde a un coro che omaggia Tutti quanti vogliono fare il jazz. Troppa carne sul fuoco, forse? L’atmosfera torna decisamente più distesa con la seguente canzone, Piccola Sophie, terzo e ultimo inedito del disco. Il testo ricalca la classica struttura di molti altri pezzi di Lauro, mentre nuova e funzionante è l’interpretazione in stile crooner. La chiusura è affidata a Jingle Bell Rock, ennesima cover (forse non così necessaria) di uno dei più noti brani natalizi. Qui Achille Lauro è accompagnato dalla voce limpida di Annalisa, ormai consolidata partner artistica, con cui l’ex trapper ha già duettato più volte, dal vivo e in studio di registrazione.
Cosa ci riserverà Achille Lauro dopo “1920”?
“Il prossimo sarà il mio primo vero album. Sarò me stesso senza tempo, senza collocazione, ancora più autorale. Intanto ho fatto questo disco leggero che si adatta all’attuale periodo di emergenza” Achille Lauro (corriere.it)
Nel complesso, 1920 – Achille Lauro & The Untouchable Band, è un progetto mirabile per la sua natura corale e inedita. La Untouchable Band è composta di 15 elementi, guidati dal Maestro Dino Plasmati. Tutte le performance sono state registrate interamente dal vivo. Il sound, inoltre, è impreziosito da partecipazioni d’eccezione: i maestri Israel Varela alla batteria e Flavio Boltro alla tromba. “1920” è un mix di passato e presente, nuovo e vecchio, concentrato in meno di 30 minuti. In tutto questo, Lauro resta coerente al suo personaggio, pur reinventandosi ancora in un nuovo contesto.
Data anche la presenza della cover Jingle Bell Rock, “1920”, è un atteso regalo di Natale in anticipo per i fans. Che forse non resteranno poi così sorpresi. Achille Lauro ci ha ormai abituato ai suoi continui cambi di rotta. In questa trilogia di repack del passato, una cosa è emersa con prepotenza. Achille Lauro è uno dei pochi, pochissimi artisti, credibile in qualunque look, genere e mood. Merito anche dei suoi lineamenti e della sua fisicità: sono come una tela bianca, sopra ci si può dipingere tutto. Il piglio da ragazzaccio romantico e colto si intona bene anche al completo gessato e alla brillantina. Adesso dobbiamo capire se, chiusa la parentesi anni ’70-’90-’20, Lauro, nel suo “primo vero album” sarà sempre così carismatico. Intanto, viviamoci questo allegro momento di leggerezza.
A cura di Valeria Salamone
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