Tutti conosciamo il grandissimo Donatello, artista padre del Rinascimento fiorentino. Infatti, le sue sculture sono simboli di bellezza straordinaria. Da scultore, Donatello padroneggia con maestria diversi materiali, dal marmo al bronzo al legno. Inoltre, a lui si deve lo stile stiacciato. Si tratta di una tecnica di lavorazione che produce dei rilievi minimi sul marmo o sul bronzo. Oltre a saper padroneggiare la tecnica, era anche molto abile nell’infondere una caratterizzazione psicologica ai personaggi. Ma vediamo insieme come.
Donatello, vero nome di Donato di Niccolò di Betto Bardi, nasce nel 1386 a Firenze. Considerato tra i padri del Rinascimento fiorentino insieme a Masaccio e Filippo Brunelleschi, proviene da una modesta famiglia. Vasari lo menziona nelle sue Vite come un personaggio dal carattere piuttosto impulsivo e passionale, tanto da essere coinvolto in diversi episodi di rissa. Ma vediamo nel dettaglio la sua vita e le sue opere.
La scultura di Donatello
Essendo fiorentino, lo scultore comincia a lavorare in giovane età al Duomo di Firenze. In particolare, a lui dobbiamo le sculture presenti nella porta della Mandorla, e nelle nicchie di Orsanmichele. La sua prima opera documentata infatti, è una scultura del 1406. Si tratta di una coppia di Profeti, anche se, per divergenze stilistiche, una delle due è generalmente attribuita a Nanni di Banco, con cui Donatello ha collaborato.
Da qui comincia dunque la grande carriera artistica dello scultore. La sua è una produzione vastissima, con svariate opere su commissioni importanti, come quella della famiglia de Medici. Importantissimo è, per esempio, il suo San Giorgio ad Orsanmichele. Qui possiamo osservare la sua abilità nel rendere le figure dinamiche, con un’energia trattenuta che sfocia nel dinamismo del personaggio.
Tra Firenze, Siena e Padova
La carriera di Donatello prosegue con importanti commissioni. A Siena, per esempio, partecipa alla decorazione del fonte battesimale del Battistero. Lavora dunque insieme a Jacopo della Quercia e Lorenzo Ghiberti. Si reca poi a Roma, per compiere un lungo viaggio. Tornato dal suo viaggio a Roma, l’artista riceve il compito di realizzare una delle due Cantorie presenti nel Duomo, nel 1443. Altra opera famosissima è il David in bronzo, conservato al Museo Nazionale del Bargello di Firenze.
Nel 1443 lo scultore parte per Padova. Qui infatti, è invitato per realizzare la scultura del Gattamelata, condottiero morto in quello stesso anno. A Padova resterà fino al 1453, quando ripartirà per Firenze, dove troverà un ambiente artistico profondamente cambiato. Nonostante ciò, continuerà a mostrare il suo estro artistico fino alla sua morte, nel 1466. La sua fortuna critica lo colloca tra gli artisti più creativi e innovativi dell’epoca, ineccepibile sia sul piano tecnico, che sul piano psicologico dei personaggi.
a cura di Marianna Soru
Seguici su
Twitter
Instagram
Facebook
Metropolitan Arts & Lifestyle