Il 2020 è stato un anno fantastico per Dominic Thiem, soprattutto grazie alla conquista dello US Open. A questo si aggiungono le finali raggiunte all’Australian Open e alle ATP Finals di Londra. Oltre a tutto ciò, è arrivato il raggiungimento del poi consolidato terzo posto nel ranking ATP, che porta a un quesito: riuscirà l’austriaco in futuro a fare di meglio? Magari conquistando quella prima posizione che ormai, fatta eccezione per Andy Murray nel 2016, appartiene dal 2004 sempre e solo ai cosiddetti “big three”: Roger Federer, Novak Djokovic e Rafael Nadal.
Lo straordinario 2020 di Thiem
Come detto, in questa stagione è arrivata per Thiem la conquista dello US Open, il suo primo Slam in carriera. Lo straordinario successo di New York a settembre ha significato molto per l’austriaco. Oltre alla gloria personale, questo titolo ha rappresentato il coronamento del suo percorso di maturazione, iniziato nel 2016 con la prima semifinale Slam al Roland Garros. La vittoria in cinque set contro Alexander Zverev è stata significativa anche per le sue modalità. Una rimonta in una finale Slam da due set a zero non si vedeva infatti allo US Open dal 1949 e nel complesso dal Roland Garros del 2004. Quella partita ha rappresentato probabilmente l’apice della sua completezza tennistica. Una maturità raggiunta da Thiem a 27 anni, proprio quando qualcuno si iniziava a domandare se la vittoria di uno Slam fosse realmente nelle sue corde.
E oltre al trionfo di New York, quest’anno sono arrivate per Thiem anche alcune delusioni, che fanno però ben sperare. Il successo allo US Open era infatti stato in qualche modo “annunciato” dalla finale raggiunta nel corso del primo Slam stagionale, l’Australian Open. Soltanto la sconfitta in cinque set contro Novak Djokovic evitò allora di anticipare il primo storico trionfo. Allo stesso modo, la finale alle ATP Finals di fine anno raggiunta battendo nel percorso anche Djokovic e Nadal ma persa contro Daniil Medvedev rappresenta un altro ottimo punto di partenza per la prossima stagione. Tutti risultati raggiunti sul cemento, a dimostrazione che il gioco aggressivo e potente di Thiem ha raggiunto una maturità tale da poter battere chiunque su qualsiasi superficie.
Il confronto con i “big three”
La vittoria di Thiem allo US Open ha significato anche l’ingresso dell’austriaco nel ristretto numero di tennisti vincitori di uno Slam al di fuori dei “big three”. Dal 2015 ad oggi, infatti, oltre a lui solo Stan Wawrinka ed Andy Murray sono riusciti nell’impresa di interrompere l’incredibile striscia di titoli major consecutivi vinti da Federer, Djokovic o Nadal. La riflessione sembra dunque sorgere spontanea. Riuscirà Thiem a scalzare definitivamente i tre mostri sacri del tennis e issarsi fino alla prima posizione del ranking?
Perché, se é vero che Wawrinka ormai avanti non più giovanissimo e Murray sul punto di ritirarsi un anno fa per i problemi all’anca non sembrano ormai in grado di riuscirci, Thiem potrebbe avere più di qualche possibilità. La maturità tennistica e mentale raggiunta quest’anno dal classe 1993, unita alle sempre più frequenti vittorie contro i componenti del “fab trio” sono indizi importanti in questo senso. Inoltre, la differenza di età potrebbe giocare un ruolo importante in futuro. Quasi uno stacco generazionale, che rende i 6 anni di differenza con Djokovic il margine d’età minore con i tre.
Come si presenteranno nel 2021 Federer, Djokovic e Nadal?
Bisogna infatti considerare anche la condizione con cui i membri del trio arriveranno nella prossima stagione. Federer merita un discorso a sé, essendo stato assente praticamente per tutta la stagione per via di una doppia operazione al ginocchio destro. La sua immensa classe è però indiscutibile e potrebbe come sempre fare la differenza. Nadal e Djokovic, invece, hanno avuto un ruolo in primo piano anche in questo 2020.
Il campione maiorchino si è confermato per la 13esima volta campione del Roland Garros, dimostrando ancora una volta di essere assolutamente imbattibile sulla terra rossa. Sulle altre superfici invece il suo rendimento non è più così impressionante. Complice anche una preparazione atletica quest’anno forzatamente stravolta dalla pausa per la pandemia da coronavirus. Djokovic invece, oltre alle note questioni comportamentali, ha avuto un’annata abbastanza altalenante per i suoi standard. Il “solo” Slam vinto in Australia e gli altri tre titoli conquistati sembrano un bottino quasi non degno del cannibale Nole.
Ma se tutto ciò non fosse sufficiente, in favore di Thiem occorre ricordare che quest’anno è diventato il secondo tennista di sempre a raccogliere cinque o più vittorie contro ognuno dei “big three”. Prima di lui solo Andy Murray, proprio l’unico altro giocatore capace di scalzare il trio per la prima posizione in classifica.
Tommaso Mangiapane