Cos’è la famiglia? Un valore? Uno status? Un insieme di persone che si amano e in cui sentirsi amati o una semplice definizione legislativa? Fino a che punto è la legge che può stabilire cos’è il nucleo in cui ogni essere vivente si forma? Quando è sano o malsano o di che sesso o orientamento sessuale debbano essere i suoi componenti? Non sembrano porsi queste domande i parlamentari ungheresi che, di recente, hanno cambiato la Costituzione stabilendo che la famiglia è legale se è etero.

La riforma sul diritto di famiglia in Ungheria

La portata pratica dell’emendamento costituzionale approvato in Ungheria è il divieto di adottare bambini per le coppie omosessuali e transgender. Rendendo, infatti, legale solo la famiglia composta da membri dichiaratamente eterosessuali, e quindi un uomo e una donna, si escludono dal novero di famiglia tutte le persone che, seppur si amino, abbiano gusti sessuali diversi da quelli costituzionalmente accettati. Inoltre il governo di maggioranza guidato da Viktor Orbàn si è spinto a scrivere in Costituzione:

“I bambini dovranno ricevere un’educazione basata sulla nostra identità costituzionale nazionale e sui valori cristiani”.

Il governo ungherese si pone non soltanto, quindi, privare molti bambini abbandonati della possibilità di avere una famiglia che li ami, sottraendo la possibilità di adozione a tutte le famiglia composte da coppie omossessuali o transgender ma stabilire a priori l’indottrinamento dei nascituri privandoli della scelta circa i valori da condividere e a cui ispirare la loro esistenza.

Dall’Ungheria alla Polonia si coglie lo spettro dell’omofobia aggressiva

In Ungheria le riforme di Orbàn vietano alle persone transgender di registrare il loro cambiamento di sesso, la Polonia è divenuta il peggior paese europeo per quanto riguarda i diritti delle donne e la salvaguardia dei componenti della comunità LGBT, in Romania si è addirittura vietato qualsiasi studio o pubblicazione sull’argomento “gender”. Sembra ormai chiaro: per i paesi sovranisti dell’est la comunità LGBT è divenuta il nemico invisibile dello stato. Una politica discriminatoria e odio come forma di propaganda sono i tratti salienti. Una politica che preoccupa, che rievoca alla mente quello dell’incitamento all’odio razziale tipico del periodo più oscuro della storia moderna.

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Famiglia arcobaleno-Photo Credit:Web

Le famiglie arcobaleno in Italia

In Italia sebbene si colgano barlumi di speranza in tema di divieto all’incitamento all’odio nei confronti delle persone omosessuali con l’approvazione in Parlamento del disegno di legge Zan siamo ben lontani dal riconoscere eguali diritti ai bambini delle famiglie arcobaleno. Inoltre, anche in Italia, sono vietate le adozioni da parte di coppie omosessuali o transgender. Basta leggere l’homepage del sito famigliearcobaleno.org per comprendere che:

“In Italia esistono migliaia di Famiglie Arcobaleno composte da genitori Lgbti+, coppie, single o separati: famiglie che come le altre, si basano su responsabilità, impegno quotidiano, rispetto e amore. Quello che manca però sono i diritti per i minori“.

L’interesse dei minori è, appunto, il nodo cruciale. Troppi bambini soffrono vivendo senza una famiglia perché, per i motivi più disparati, la vita li ha privati del beneficio del calore familiare. Non si vede la ragione per la quale privare i bambini di una famiglia che li ami solo perché è composta da due persone dello stesso sesso. L’amore è il discrimine del concetto di famiglia e un bambino cresce bene se è amato, indipendentemente dal sesso e gli orientamenti sessuali di chi assuma il ruolo di guida e genitore.

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