Benvenuti nell’universo femminile di LetteralMente Donna. In questa puntata faremo un viaggio nel tempo tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo tra USA ed Europa. Parleremo di una scrittrice americana che fu la prima donna a vincere il Pulitzer. Ci muoveremo tra l’aristocrazia del denaro newyorkese della seconda metà dell’800′ alle contraddizioni del 900′. Abbiamo dedicato la puntata di oggi ad Edith Wharton.

Edith Wharton, la questione femminile e la borghesia americana

Il mondo della borghesia americana di fine diciannovesimo secolo e dei primi del 900′ con la sua chiusura e il suo patriarcalismo è sempre stato al centro dei romanzi di Edih Wharton. Ne deriva il racconto di una donna cinica e spietata che si arricchisce grazie a matrimoni combinati. Donne lacerate psicologicamente perchè vittima di una educazione repressiva che le fa rinunciare all’amore. Donne che vogliono fuggire da una società frivola ed ipocrita. Questi sono i ritratti femminili che emergono dalla complessa galleria disegnata dai romanzi della Wharton che seppur non direttamente femminista ha affrontato spesso la questione femminile.

Una questione vissuta sulla sua pelle di una rampolla della ricca borghesia americana che abbandonò dopo un matrimonio fallimentare per trasferirsì in Francia. In Europa incontrò l’amico e mentore Henry James che la spronò verso la carriera letteraria. Una carriera fatta di romanzi lunghi e brevi che hanno saputo raccontare perfettamente la società americana che lei conosceva tra le sue mille contraddizioni. Un mondo attraverso cui si rivela una scrittrice in costate contatto con le tematiche del suo tempo che non disdegna di affrontare in modo anticonformista tabù dell’epoca come divorzio ed eutanasia.

Il trailer di L’età dell’innocenza, il film di Martin Scorsese tratto dal famoso romanzo di Edith Wharton

L’età dell’innocenza e lo stile narrativo della Wharton

L’età dell’innocenza” è il punto più alto e significativo raggiunto dalla produzione letteraria della Wharton. Un romanzo che fece diventare questa scrittrice la prima donna a vincere il Pulitzer diventato poi un famoso film di Martin Scorsese. In questo è nei suoi altri romanzi la grande scrittrice americana utilizza un registro linguistico medio-alto che rispecchia l’alta società che descrive. Un mondo descritto in modo realistico e quasi antropologico da chi l’ha effettivamente vissuto. Quella descritto da “L’età dell’innocenza” è la società chiusa ed ipocrita della cosiddetta aristocrazia del denaro americana in cui la Wharton ha vissuto.

Una società newyorkese in cui viene proiettato un tema internazionale che Henry James ha trasmesso alla Wharton. La Wharton ce la racconta mettendo a nudo le contraddizioni sociali e psicologiche dei protagonisti costretti a rinunciare al loro amore in nome della famiglia e della rigidità di un codice che continua ad opprimerli pur se al termine del romanzo è ormai superata dai tempi moderni. Quella modernità che la Wharton fa sua come dimostrano i successivi romanzi “Raggi di luna” e “La ricompensa di una madre” dove i codici morali imposti dal vecchio sistema borghese americano sono ormai superati non senza contraddizioni e paura di sofferenza.

Stefano Delle Cave