Nel Metropolitan Today di oggi ricordiamo una pagina importante della storia contemporanea, l’abolizione della schiavitù negli Stati Uniti d’America. Si tratta infatti di un evento storico importantissimo, dovuto al fatto che la schiavitù è stata una vera e propria legislazione, durata più di un secolo. Si trattava di una vera e propria importazione di esseri umani acquistati come manodopera nelle colonie in Africa. Gli schiavi venivano poi costretti a lavorare come servitori e nei campi.

Chiaramente le condizioni di lavoro e di vita delle persone ridotte in schiavitù erano misere. Generalmente, lavoravano forzatamente nelle piantagioni, ma anche come servi delle famiglie più abbienti. Risulta poi, per una minima percentuale, che alcune famiglie di nativi americani, o famiglie di colore libere, avessero per schiavi delle persone bianche. Ma vediamo come questa legge non esiste più.

La guerra di secessione americana - PhotoCredit: © huffingtonpost.it
La guerra di secessione americana – PhotoCredit: © huffingtonpost.it

L’abolizione della schiavitù negli Stati Uniti d’America: come è iniziata

L’assetto socio politico americano si divideva in Sud e Nord. Sebbene la tratta degli schiavi arrivasse in tutto il Paese, i primi a distaccarsene furono gli stati del Nord. La possibile vittoria di Abramo Lincoln nel 1860, fece scalpore proprio perché il partito repubblicano era a favore dell’abolizione della schiavitù. Così, gli stati del Sud decisero di dichiarare la secessione dall’Unione. Scoppiò così la famosa guerra civile americana, cominciata nel 1861.

Una volta conclusa la guerra, nell’aprile del 1865, vennero messe in atto le leggi precedentemente scritte da Lincoln. Una delle prime norme parlava appunto dell’abolizione della schiavitù, che entrava in vigore in tutti i territori che non l’avevano ancora fatto. Purtroppo, in alcune regioni lo schiavismo sopravvisse ancora per qualche mese. Ma il 19 giugno le truppe federali entrarono in Texas per imporre l’emancipazione con la forza. Infatti questo giorno è noto come il Juneteenth.

Grazie al tredicesimo emendamento, che condanna la schiavitù, passa al senato nell’aprile del 1865. Ma non ebbe effetto fino al 6 dicembre del 1865, con la ratifica della Georgia. Da quel preciso momento tutti gli schiavi erano ufficialmente liberi. Fortunatamente questa pratica non esiste più, anche se la libertà è costata diversi spargimenti di sangue. Possiamo comunque paragonarla ai movimenti di emancipazione delle persone di colore, che tutt’ora lottano per la propria libertà.

Marianna Soru

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