Benvenuti nell’universo cinematografico di Movie Award. Prendiamo il nostro aereo e dalla Francia dirigiamoci a Venezia. Vi parleremo di documentari e di Leoni d’oro e di una volta in cui questo prestigioso riconoscimento è andato all’Italia. Una vittoria ottenuto proprio con un documentario. Abbiamo dedicato questa puntata a “Sacro GRA” di Gianfranco Rosi.
“Sacro GRA”, le storie nascoste del Grande Raccordo Anulare
“Sacro GRA” è il racconto di un mondo nascosto in un luogo vissuto ogni giorno da migliaia di persone come Il Grande Raccordo Anulare. Attraverso il suo documentario Gianfranco Rosi ci racconta storie e segreti di uomini che vivono quotidianamente questo centro nevralgico del traffico di Roma. Lo fa non soffermandosi su gli argomenti più ovvi e scontati ma mettendo al centro della narrazione quanto sfugge all‘indifferenza di chi quotidianamente transita per il raccordo. Il tutto utilizzando solo il suo punto di vista stabilito con la macchina da presa senza mai interferire con gli eventi.
Gianfranco Rosi infatti non ha utilizzato in “Sacro GRA” interviste e commenti preferendo dare libero sfogo ai personaggi mettendoli semplicemente davanti alla macchina da presa. Uomini desiderosi di raccontare storie che altrimenti sarebbero rimaste sconosciute e ignorate. Un’idea che quasi avvalora la tesi di Orson Welles secondo cui tutti gli italiani diventano attori straordinari quando sono messi semplicemente davanti alla macchina da presa. Attori di strada parte di una realtà la cui esistenza è rivelata attraverso immagini e luci della vita quotidiana come può essere anche una semplice ed inusuale nevicata notturna.
Una vittoria sorprendente
“Sacro GRA” vinse il Leone d’oro a Venezia diventando il primo documentario a vincere in Laguna. Veniva dunque premiato aldilà di ogni attesa un genere mai vincitore a Venezia realizzando il sogno di una coraggiosa scommessa. Veniva inoltre riconosciuto un regista come Rosi, già all’epoca noto all’estero con “Below Sea Level” e “El Sicario-Room 164” ma non ancora riconosciuto in patria. Una vittoria resa forse possibile anche dal fatto che il presidente della giuria fosse un italiano ed un grande maestro del cinema internazionale come Bernardo Bertolucci.
“Sacro GRA” ha infatti diviso la critica tra applausi e controversie. Da un lato il lavoro di Rosi fu visto come eccezionale grazie allo sguardo del suo autore che è andato aldilà delle convenzioni del semplice reportage sociale. Dall’altro questo film non è stato considerato un vero e proprio documentario ed è stata messa in discussione la sua struttura narrativa perchè composta da frammenti giudicati troppo diversi tra loro.
Stefano Delle Cave