Roberto Guarducci ne ha di storia da raccontare. Nella sua lunga carriera vanta tantissime collaborazioni, ma sopratutto un lavoro durato 20 anni all’interno della Maison Fendi e una collaborazione con Karl Lagerfeld. Durante il periodo in Fendi, Roberto Guarducci segue la realizzazione delle sfilate della maison e ha avuto modo di lavorare con le top model internazionali più importanti.
Partiamo da una domanda che penso le avranno fatti in molti: la moda sta sicuramente passato uno dei suoi periodi più difficili causa pandemia, pensa che sta reagendo nel modo giusto? O si poteva/puó fare di più?
La pandemia ha certamente limitato le richieste di capi di abbigliamento, mettendo di conseguenza in crisi il mercato che comunque cerca di proporsi con presentazioni di collezioni in digital. In questo particolare momento storico che stiamo attraversando, questo è l’unico modo che permette si assolvere alla funzione promozionale tramite vendite online. Però, il mercato funziona in maniera più limitativa e soprattutto per determinate tipologie produttive.
La moda più commerciale (il pret-a-porter e gli accessori come borse, scarpe e bijoux) è certamente quella più richiesta mentre l’alta moda, gli abiti da cerimonia e sposa sono estremante limitati anche perché in questo periodo non ci sono né matrimoni né eventi mondani che ne permettono la richiesta.
Abbiamo assistito a eventi digital che mai ci saremmo aspettati come Altaroma o la Milano Fashion Week, parliamo di evoluzione del mondo moda o necessità temporanea?
Le presentazioni delle sfilate dell’Altaroma e della Milano Fashion week in digital sono un’evoluzione tecnologica del sistema visual-marketing moda che avrà una continuità nel tempo, ma l’esigenza di ritornare a vedere le sfilate e le proposte delle nuove collezioni direttamente dal vivo è un desiderio irrinunciabile del quale non si vorrà fare a meno dopo la fine della pandemia.
Lei stesso organizza ogni anno un evento di alta moda “La Magia delle Muse”, perchè ha deciso lo scorso anno di non realizzare la versione digital?
Il mio evento di Alta Moda “La Magia delle Muse” lo scorso anno era già completamente programmato e organizzato nei minimi dettagli; ma l’evoluzione pandemica mi ha costretto a rimandarne la realizzazione. Ho deciso di non realizzare la versione digital perché è un evento dove per me è importante la presenza del pubblico per le emozioni e la magia che ne derivano in una visione diretta che viene vissuta e non sminuita. Non appena la situazione lo permetterà, riproporremo dal vivo la prossima edizione della “La Magia delle Muse”.
Entriamo nel vivo della sua carriera, come è stato lavorare 20 anni per una Maison di alto livello come Fendi? Sicuramente non sarà stato sempre facile…
Lavorare per la Maison Fendi è stato per me di fondamentale importanza all’evoluzione della mia professione. Negli anni ho visto la trasformazione dell’azienda da nucleo strettamente familiare a largamente industriale; che nel tempo era riuscita a mantenere un’identità di immagine molto coerente. Certamente l’ampliamento e l’inserimento delle attività che si svolgevano all’interno prevedevano l’inserimento di svariate figure professionali con la conseguente crescita della competitività tra le persone che vi lavoravano.
La sana competitività è fondamentale alla crescita personale e aziendale ma non sempre tutti la vivono alla stessa maniera e si comportano di conseguenza. Pertanto, a volte le divergenze tra colleghi sono piuttosto frequenti come in tutte le aziende, ma sono anche il giusto motore funzionale al lavoro stesso.
Naomi Campell, Linda Evangelista, Cristie Tarlington, Clarissa Burt sono solo alcune delle modelle che hanno indossato le sue creazioni, c’è qualche nome che avrebbe voluto “vestire”?
Le donne che ho sempre sognato di vestire sono state le grandi star hollywoodiane degli anni 50 come Audrey Hepburn e Grace Kelly; donne dalla profonda femminilità e dalla naturale eleganza che riuscivano ad essere seducenti senza essere necessariamente trasgressive, e che rappresentano ancora adesso un’assoluta bellezza senza tempo.
Lei ha lavorato anche con Karl Lagerfield, cosa le è rimasto di quella esperienza?
Karl Largefield è stato un esempio di grande professionalità e senso artistico, ed ha rappresentato per me un’ importante supporto di insegnamento a cui fare positivo riferimento nella mia professione.
E oggi che tipo di donna veste Roberto Guarducci?
Vesto una donna sicura della propria personalità, consapevole della sua femminilità e che vuole valorizzare la propria figura con eleganza, stile e classe.
Cosa dobbiamo aspettarci da lei ora? Sta lavorando a qualche progetto?
Ho terminato la realizzazione di una nuova collezione femminile completa di abiti e di accessori di grande preziosità e di valore creativo; alla quale ho dedicato molto impegno e dedizione e che presenterò per la prima volta in defilè alla settima edizione della “La Magia delle Muse”. La nuova collezione di abiti sarà oggetto di uno shooting fotografico in una location da favola e magia, connubio perfetto tra Alta Moda e Arte.
Credits:
- Ufficio Stampa Salvatore Leone
- Fotografia: Francesco Ottomaniello, Sergio Canniello, Luigi D’Arcangelo, Paolo Lorusso, Alessandro Abrusci
Intervista a cura di Donatella Gazzè
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