Arriva Matana: Preparati a morire, questo il titolo del nuovo lavoro di Leo Ortolani, la mente dietro il supereroe idiota Rat-Man, e questa volta nemmeno il genere western è stato risparmiato.
Recensiamo qui il primo numero di questa nuova serie edita dalla Panini Comics.
Trama
Nella cittadina di Goldencity un cacciatore di taglie solitario giunge in città per riscuotere una taglia: è Matana! La mano sinistra del diavolo (prima era la mano destra, poi il diavolo ha comprato uno smartphone)!
Messosi sulle tracce di un famigerato fuorilegge per incassare la cospicua somma sulla sua testa, il bounty killer si allea con altri cacciatori per avere anche solo una possibilità.
Preparatevi a morire (dalle risate).
Il buono, il ratto e il cattivo
Negli anni il maestro Ortolani è riuscito a creare innumerevoli parodie di film e racconti famosi, talvolta inseriti in Rat-man (lui stesso parodia del Batman di Bob Kane), mentre vanno citati speciali quali Star Rats, Il signore dei Ratti, Venerdì 12 e così via.
Stavolta l’autore ha deciso di cimentarsi in un genere che finora era scampato alla sua sarcastica e scorretta ironia.
Sguardi minacciosi ai forestieri, bevute da saloon, mexican standoff, monologhi sulla morte che giungerà presto, li troverete quasi tutti qui.
Un western o, per meglio dire, uno spaghetti western, con tutti i suoi cliché e luoghi comuni, ma ben resi da Ortolani attraverso battute e momenti strappano più di una risata al lettore.
Matana, quella faccia non mi è nuova…
Come al solito, i personaggi della sua opera magna prendono i ruoli principali all’interno della trama: ecco quindi Rat-Man nei panni del protagonista, con le sue contraddistinte orecchie che spuntano dal cappello.
L’ispettore Brakko, aiutante e amico di Rat-Man, diventa Isaia, uno schiavo che deve redimersi, preso per ironizzare sul razzismo dilagante e sull’eccessivo politicaly correct che ha colpito vari settori della comicità.
Cinzia Otherside (protagonista di una bellissima graphic novel uscita qualche anno fa), prende il ruolo di Djanga, vecchia conoscenza di Matana (purtroppo per lui), il cui nome è palesemente preso da Django, di Sergio Corbucci.
Come già detto, le citazioni e riferimenti non mancano, ma ve ne sono alcune molto più sottili e poco conosciute ai più, ad esempio il cavallo parlante del protagonista, chiaro omaggio a Jolly Jumper del Lucky Luke di Goscinny, dalla battuta sempre pronta (caustica o meno che sia), altre palesi, come Speranza, deuteragonista della storia.
Quest’ultimo ha l’aspetto e il carattere de L’uomo senza nome della Trilogia del dollaro interpretato da Clint Eastwood, ripreso fedelmente senza caricaturarlo troppo.
Un individuo che raramente si scompone o mostra un’altra espressione al di fuori di quella mostrata dalla controparte cinematografica da cui è preso.
Significativo che a questo personaggio siano assegnati i discorsi più seri della storia. Un segno di rispetto e al tempo stesso un ossequio ad una delle figure più importanti del cinema italiano e internazionale, almeno per ora.
In conclusione
Il primo numero di Matana è molto promettente e riesce a mantenere alta l’attenzione. Gag e battute ben distribuite e alternate a momenti più seri, con scene dal taglio cinematografico tipiche del western.
Quello che bisogna vedere e capire è come i prossimi numeri si evolveranno e quali altri crismi del genere verranno impiegati e parodizzati.
Non resta quindi che attendere il prossimo appuntamento ad aprile con Spara più forte… Matana non ti sente!
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