“Mio figlio è su tutti i giornali come uno stupratore seriale insieme ad altri tre ragazzi. Voglio chiedervi, voglio una spiegazione sul perché un gruppo di stupratori seriali, compreso mio figlio, non sono stati arrestati. Perché non li avete arrestati?”. Con queste parole pronunciate in un video della durata di meno di due minuti diffuso sui suoi canali social Beppe Grillo è sceso in campo per prendere le difese del figlio Ciro, accusato di stupro di gruppo con 3 suoi amici.
“La legge dice che gli stupratori vengono presi e messi in galera, interrogati in galera o ai domiciliari. Sono lasciati liberi per due anni… Perché non li avete arrestati subito? Ce li avrei portai io in galera, a calci nel culo”, ha incalzato ancora il garante del M5s, arrabbiato come non mai, che poi ha spiegato di essere stufo di questa storia che ormai va avanti da due anni. Grillo è un fiume in piena tanto che lancia anche una provocazione: “Se dovete arrestare mio figlio, perché non ha fatto niente, allora arrestate anche me perché ci vado io in galera”.
Il garante del M5s spiega che esiste un video, “passaggio per passaggio, e si vede che c’è la consensualità: un gruppo che ride, ragazzi di 19 anni che si stanno divertendo, che sono in mutande e saltellano col pisello così perché sono quattro coglioni, non quattro stupratori”.
Il presunto stupro, denunciato da una studentessa italo-svedese, sarebbe avvenuto nell’estate del 2019 nella villa di Beppe Grillo in Costa Smeralda. La ragazza è stata sentita dagli inquirenti diverse volte e avrebbe spiegato nei particolari quanto sarebbe avvenuto quella notte. Dopo una serata nel celebre locale Billionaire, almeno secondo il suo racconto, lei e un’amica erano state invitate nella villa dai giovani. Su quanto accaduto dopo ci sono due versioni. In base al racconto della giovane italo-svedese, lei sarebbe stata costretta ad avere rapporti sessuali con tutti i giovani, per “cinque o sei volte”. Questo mentre la sua amica dormiva.
Diversa la versione fornita dagli accusati secondo i quali ci sarebbe stato un rapporto di gruppo”consenziente”. Per rafforzare la loro tesi, i giovani hanno raccontato ai magistrati che dopo il primo rapporto, la studentessa e il primo ragazzo sarebbero andati insieme a comprare le sigarette. Poi, al ritorno in villa, lei avrebbe avuto rapporti consenzienti con gli altri tre. Inoltre nei giorni seguenti ci sarebbero stati scambi di messaggi tra i giovani.
In oltre un anno di indagini i magistrati hanno anche messo sotto controllo i telefoni non solo dei ragazzi ma anche di altre persone, tra cui quello di Parvin Tadjik, madre di Ciro e moglie di Beppe. La donna, sentita dai pm, ha sempre raccontato che quella sera dormiva nell’appartamento accanto a quello in cui si sarebbe consumata la violenza, affermando di non essersi accorta di niente. La Procura ha anche una serie di fotografie che ha inserito nel fascicolo di inchiesta.