Benvenuti nell’universo cinematografico di Movie Award. Prendiamo il nostro aereo e andiamo a Cannes. Faremo un viaggio tra sogno e fiaba per parlarvi di un film che tra le polemiche ha vinto la Palma d’oro. Abbiamo dedicato la puntata di oggi a “Lo Zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti” di Apichatpong Weerasethakul, il primo film thailandese ad avere questo riconoscimento
“Oggetti e persone che si trasformano o si ibridano”
Questo è ciò di cui parla principalmenmte “Lo Zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti” secondo il regista Apichatpong Weerasethakul. È infatti un film che si divide tra sogno e realtà ispirato ad “A Man Who Can Recall His Past Lives”, un libro sulla storia di un uomo che ricorda le sue vite passate. Weerasethakul racconta questa vicenda con semplicità e concretezza riuscendo perfettamente a fondere ciò che reale con ciò che è onirico. Il risultato è un film quasi allucinatorio. Non mancano ovviamente riferimenti a grandi registi di un tempo come Jean Vigo ed Ėjzenstejn.
Lo Zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti e il progetto Primitive
“Lo Zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti” fa parte di un progetto artistico intitolato Primitive. Esso oltre a questo film prevedeva l’istallazione di 7 e video due cortometraggi che, come il film, sono stati girati nella regione thailandese dell’Isan. Al centro di queste opere il tema dei ricordi, della trasformazioni e reincarnazioni e il racconto della storia dell’Isan come i riferimenti all’occupazione comunista. Temi che si trovano tutti anche in questo film. Argomenti con cui Weerasethakul ci mostra attraverso il suo cinema una sottile ma forte rapporto tra vita e morte su cui si basa il senso ultimo della sua arte.
Una vittoria tra le polemiche
Quando fu annunciata la vittoria a Cannes di Weerasethakul ci fu un’aspra polemica. Molti storsero il naso come del resto era capitato durante la proiezione dello stesso film. Tuttavia non è deve sembrare affatto sorprendente il trionfo di “Lo Zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti” . Il presidente della giuria a Cannes nel 2010 era infatti il visionario Tim Burton che rimase sicuramente impressionato dal sogno cinematografico proposto da Weerasethakul. Questo comportò la scelta coraggiosa di premiare questo lungometraggio che divenne il primo film thailandese ad aver vinto la Palma d’oro. Una grande consacrazione che però non fu seguita dal pubblico come dimostrano gli scarsi incassi ottenuti in sala.
Stefano Delle Cave