Marcello Argilli, insieme a Gianni Rodari, fu uno degli scrittori più prolifici per quanto riguarda la letteratura infantile in Italia. In questo nuovo appuntamento della rubrica Letteratura per l’Infanzia, un’analisi sulla figura del giornalista e scrittore creatore dei popolari personaggi Atomino e Chiodino.

Marcello Argilli e la letteratura dedicata ai ragazzi

Atomino, Marcello Argilli - Photo Credits: lucaboschi.nova100.ilsole24ore.com
Atomino, Marcello Argilli – Photo Credits: lucaboschi.nova100.ilsole24ore.com

Fra i più grandi scrittori italiani per ragazzi del Novecento, Marcello Argilli fu collaboratore di Gianni Rodari e redattore de Il Pioniere negli anni Cinquanta; il settimanale illustrato per ragazzi a cui lavorò insieme allo stesso Rodari. Marcello Argilli fu una personalità attratta dalle trasformazioni del mondo; laureatosi in Giurisprudenza, preferì, tuttavia, dedicarsi ai mutamenti sociali. Autore prolifico di fiabe, filastrocche, romanzi per adolescenti fu insieme all’amico Gianni Rodari anche inventore e pioniere della così definita ”Fiaba Moderna”. Fra le opere destinate ai più piccoli si ricordano: Fiabe moderne, Atomino, Cento storie fantastiche, Fiabe di tanti colori. Mentre, per quanto riguarda i romanzi per adolescenti: Ciao Andrea, Vacanze col padre, I pionieri di Valle scura, Marta quasi donna, Sotto lo stesso cielo, Viaggio a sorpresa. Fra le sue pubblicazioni circa 14 romanzi, 600 fiabe, soggetti di fumetti e cartoni animali e sceneggiature per programmi televisivi.

 Le avventure di Chiodino e Atomino, i ”Pinocchi” dell’età moderna

Due personaggi letterari che ebbero un notevole successo fra i lettori del settimanale furono Chiodino e Atomino: il primo nato nel 1952 sul n. 50 del Pioniere; il secondo nel 1968. I due protagonisti dei romanzi di Argilli, nacquero anche grazie alla collaborazione con Vinicio Berti, illustratore e pittore fiorentino. Marcello Argilli attribuì gran parte del successo della figura di Chiodino proprio a Berti, lodando la sua maestria nel ritrarre il personaggio conferendogli un’ambientazione e un’immagine ”modernamente fantastico-reale”. Le tavole di Chiodino furono circa 500 e accompagnarono lo scrittore, in collaborazione con Gabriella Parca, per circa vent’anni. Per l’autore Chiodino era un Pinocchio rivisitato in versione moderna; catapultato in una novella società che, i primi anni ’50, si muoveva verso l’industrializzazione. Chiodino, a differenza del burattino di legno allegoria di un’Italia rurale, era simbolo di modernità; un robot in una società volta al progresso, personificando, anche, le contraddizioni della stessa. Atomino, il secondo personaggio, nascerà alla chiusura del settimanale Pionere, nel 1962, sostituito con Il pioniere dell’Unità. Argilli dichiarerà:

”Pinocchio, figlio dell’artigianato; Chiodino, figlio della meccanica; Atomino, figlio della fisica atomica. È il progresso tecnico. Ogni epoca vuole i suoi burattini. Ogni epoca vuole il suo Pinocchio.”Un’atomo pacifista che non tollera che la sua energia venga utilizzata per uccidere o distruggere”.

 Marcello Argilli, i romanzi sulle problematiche adolescenziali

Argilli, successivamente, si dedicherà all’analisi delle tematiche adolescenziali. In particolar modo con i volumi: Ciao Andrea (1971), Marta quasi donna (1975), Vacanze col padre (1977) . Su Ciao Andrea dichiarerà:

«Questo, tra i miei libri, è quello che ho amato di più»,

”Ciao Andrea” è, per l’appunto, la storia di Andrea: ragazzo schivo e misterioso, che appare e scompare, nella vita di un giornalista, senza sapere dove vada. Il protagonista racconta di aver partecipato alle battaglie garibaldine, o altre vicende storiche; pare aver vissuto avvenimenti di altre epoche storiche tuttavia, ciò che racconta è davvero accaduto o sta per accadere. Un romanzo utopico che descrive un adolescente sensibile, che auspica un mondo migliore, nonostante l’atteggiamento scontroso del ragazzo, che cela le contraddizioni di un’animo delicato, degli adulti e del mondo in genere. Il testo, infatti, si concentra principalmente sul difficile conflitto fra adulti e adolescenti; il tutto posto grazie a una narrazione originali e diretta.

Il gioco delle cose, le filastrocche e la tv

Il Gioco delle cose fu una raccolta di filastrocche che prese il nome da una rubrica televisiva nata per la Tv dei ragazzi sulla Rai di cui lo stesso Marcello Argilli fu autore. Edito Bompiani e datato 1971, raccoglieva appunto filastrocche e poesie per ragazzi.

Argilli, infatti, fu un prolifico autore di filastrocche e poesie; come Rodari, la sua poesia si rivolgeva ai bambini considerandoli come adulti in potenza, consci di ciò che accadeva intorno a loro. Ecco il risvolto pedagogico: nelle filastrocche sul tempo, le stagioni e sulla libertà l’autore tenta di spiegare i problemi quotidiani ai suoi piccoli lettori, come accade in questa sua nota filastrocca, Il mistero del tempo:

Il tempo passa e va:
tic-tà, tic-tà, tic-tà…
Un secondo, un minuto, un’ora,
la sua corsa continua ancora.
Sull’orologio leggi l’orario,
i giorni conti sul calendario.
Una settimana, un mese, un anno,
il tempo corre senza mai l’affanno.
Tìc-tà, tic-tà, tic-tà,
dove corre chi lo sa?
Instancabile, invisibile,
impalpabile,
ma non lo afferri con la mano,
nell’orologio lo cerchi invano.
Nessuno può fermarlo,
in cassaforte conservarlo.
Impossibile a disegnare,
neppure si può immaginare:
ha i baffi, è biondo, è bruno?
Non l’ha visto mai nessuno.
Insomma, esiste o no?
Dubitare non si può:
se io cresco,
dunque c’è. Ma dov’è, cos’è?

Stella Grillo

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