Non ci sono più parole per descrivere quello che sta facendo Matteo Berrettini. L’azzurro, sconfiggendo in quattro set il polacco Hubert Hurkacz, è diventato infatti il primo tennista italiano a raggiungere la finale del torneo di Wimbledon. Domenica, contro uno tra Novak Djokovic o Denis Shapovalov, proverà a riportare in Italia un titolo dello Slam che manca da ben 44 anni.
L’azzurro fa sua la semifinale e regala all’Italia del tennis una giornata storica
Matteo Berrettini ha scritto questo pomeriggio un capitolo indelebile di storia per il tennis italiano. L’azzurro, nel giorno in cui Adriano Panatta compie 71 anni, è diventato il primo giocatore di sempre del nostro Paese a raggiungere la finale del torneo di Wimbledon. Decisivo il successo sul polacco Hubert Hurkacz per 6-3 6-0 6-7 (3) 6-4 dopo 2h e 38 minuti di gioco. Domenica Matteo proverà ad emulare proprio il grandissimo Adriano, ultimo tennista azzurro capace d’imporsi nell’ultimo atto di un torneo dello Slam. Era il Roland Garros del 1976. Per Berrettini, quella di dopodomani, sarà la prima finale della carriera in un Major, lui che fino ad oggi era riuscito al massimo a raggiungere una semifinale (US Open 2019). Per lui si tratterà anche dell’ottava finale della sua storia tennistica, la terza raggiunta sull’erba dopo le due vinte rispettivamente a Stoccarda nel 2019 e al Queen’s poco meno di un mese fa’.
Sarà anche la quarta della sua stagione 2021 dopo le due vittoriose in Serbia e per l’appunto al Queen’s Club e quella persa sul filo di lana a Madrid. Continua il momento d’oro di Matteo sull’erba, lui che adesso ha un record di 11-0 in questa stagione. Il bilancio è addirittura di 25-4 da Monte Carlo in poi, il torneo che ha segnato il suo ritorno sul circuito dopo la brutta parentesi australiana. A Melbourne, infatti, era stato costretto a dare forfait contro Tsitsipas agli ottavi di finale a causa di un problema addominale. Dopodomani un altro appuntamento con la storia contro uno tra Novak Djokovic o Denis Shapovalov, in campo tra poco per la seconda semifinale. L’azzurro è in svantaggio per 2-0 nei precedenti sia nei confronti del numero 1 del mondo sia del giovane canadese. Nessuno di questi, tuttavia, si è mai disputato sull’erba.
Wimbledon: clamorosa prova di maturità di Matteo Berrettini
Il primo set dura 35 minuti e termina 6-3 per Berrettini. Tutto viene deciso da due break, quelli piazzati da Matteo rispettivamente nel settimo e nel nono game. L’azzurro nel terzo gioco si era visto annullare ben tre palle break consecutive dal giocatore polacco prima di essere lui a concedere al nativo di Wroclaw l’unica chance di potergli strappare il servizio nel set (ottimamente cancellata). Determinante soprattutto la prima di servizio per il romano, con la quale ottiene l’81% dei punti. Il secondo set dura appena 23 minuti. Hurkacz sembra visibilmente scosso dal parziale appena perso e dopo pochi minuti siamo 4-0 per l’italiano. Berrettini annulla nel quinto gioco la seconda palla break della sua partita prima di togliere nuovamente la battuta al suo avversario nel game successivo: 6-0.
Nel terzo set il polacco prova a dare il tutto per tutto aggrappandosi ai propri turni di servizio. Matteo, dal canto suo, è micidiale e battendo per primo non lascia mai intravedere al numero 18 del mondo la possibilità di una rimonta. Il gigante di Wroclaw però reagisce alla grande nei due turni di servizio in cui è chiamato a battere per rimanere nel match. Si va al tie-break dunque. Quest’ultimo viene dominato sin dall’inizio da Hurkacz, con il romano che commette qualche errore banale di troppo. Dopo quasi due ore di gioco, a sorpresa, il polacco reagisce: 7-6 (3) e si va al quarto. Ci vuole ben altro però per abbattere Berrettini, che una volta per tutte dimostra quanto sia in fiducia in questo momento: break in apertura di quarto set ed 1-0. Sarà questo quello decisivo, quello che Matteo custodirà fino alla fine del match: 6-4. Impossibile tralasciare le statistiche di Matteo: 22 aces, quasi il 90% dei punti vinti con la prima in campo, quasi 60 vincenti a fronte solamente di 18 errori non forzati. Numeri, questi, che ci fanno capire che il sogno potrebbe anche non finire qui.
ENRICO RICCIULLI
Photo Credit: account Twitter ufficiale dell’ATP Tour, @atptour