Era il 6 agosto 1946 quando avvenne una delle catastrofi più grandi dell’intero Novecento: l‘America decise di lanciare la bomba atomica su Hiroshima. L’esplosione della bomba uccise, sul momento, 80mila persone, ma i numeri dei morti era destinato a salire. Gli incredibili danni provocati dall’ordigno non fermarono gli Stati Uniti: 3 giorni dopo lanciarono un’altra bomba atomica su Nagasaki. Ora il Giappone era pronto alla resa, la Seconda guerra mondiale poteva concludersi.
La bomba atomica su Hiroshima
Gli Americani iniziarono a parlare di bombardamenti sul Giappone nel corso di una riunione tenutasi negli Stati Uniti a maggio del ’45. All’inizio, gli obbiettivi erano le città di Kyoto, Hiroshima, Yokohama, Kukura e Nagasaki. Ciò che è interessante è che all’inizio il congresso non voleva usare la bomba nucleare per scopi militari. Infatti gli americani avevano paura di sprecare un’ordigno così potente e unico. In più l’esplosione e la potenza sprigionata doveva essere riconosciuta a livello mondiale, così da far diventare l’America lo stato più forte più importante.
Il 24 luglio 1945, nel pomeriggio a Washington, il generale Groves compilò l’odine formale per autorizzare l’impiego della nuova bomba. La direttiva venne inviata al consigliere speciale del ministro della Guerra Harry Stimson e successivamente trasmessa al generale George Marshall.
L’attacco non era previsto per il 6 agosto, ma qualche giorno prima, il destino volle che i primi del mese estivo una nube coprì il Giappone. A causa di queste nubi si cambiò anche il bersaglio che inizialmente doveva essere la città di Kokura. Alla fine si decise di puntare su Hiroshima, perché? Nella città militare non c’erano prigionieri americani.
L’ordigno lanciato e i danni causati
Il bombardiere Enola Gay lanciò l’ordigno chiamato ”Little Boy’‘, il 6 agosto verso le 8:15 di mattina a circa 600 metri di altezza. La bomba distrusse il 70% della città, causando devastazione e ustioni per un raggio di circa tre chilometri. Le persone morirono di soffocamento, schiacciate al crollo degli edifici e spazzate via dall’esplosione. Le conseguenze peggiori di ebbero nel lungo periodo, quando le radiazioni presenti sul terreno dopo l’esplosione portarono tante persone ad ammalarsi di carcinoma tiroideo o leucemia.
Federica Tocco
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