Zabiullah Mujahid, diventato il volto degli studenti coranici nei discorsi pubblici, dice a Repubblica che non ci saranno donne ministro, ma che le afghane potranno studiare. E spiega che Pechino «sarà il nostro partner principale». Poi invita Roma a riaprire la sua ambasciata a Kabul, ma nessuna rassicurazione su chi vorrà lasciare il Paese.

«Spero che l’Italia riconosca il nostro governo islamico e che riapra presto la sua ambasciata», dice a Repubblica il portavoce dei talebani, Zabiullah Mujahid, che dalla presa di Kabul in poi è diventato il volto degli studenti coranici nei discorsi pubblici. Nell’intervista al quotidiano spiega che ora l’Afghanistan vuole riallacciare le relazioni internazionali, ricostruire il Paese e la sua economia e formare un nuovo governo. Non ci saranno donne ministro, ma le afghane potranno studiare e lavorare – assicura. E la Cina, aggiunge, «sarà il nostro partner principale». Ma nessuna rassicurazione arriva sugli afghani che vogliono lasciare il Paese.

Ora, dice Mujahid, «c’è un Paese da ricostruire. Abbiamo bisogno di sicurezza, rilancio economico e nuovi posti di lavoro. Per quanto riguarda la sicurezza, posso affermare che grazie al ritiro degli americani e alle nostre forze dell’ordine il problema è risolto. Rimane in salita la lotta alla disoccupazione e la creazione di un vero e proprio rilancio economico», dice. «Per questo abbiamo bisogno di migliorare le nostre relazioni internazionali e accreditarci davanti ai governi di tutto il mondo. Siamo consapevoli che abbiamo davanti un lavoro enorme, ma stiamo ponendo le basi per una profonda trasformazione del Paese».

Quanto alla gestione del Paese, assicura che «formeremo un governo d’unità nazionale il più presto possibile. Vorremmo creare un governo snello con la metà dei ministeri di prima. Abbiamo già trovato un’intesa con i mujahiddin ma il grande punto interrogativo rimane la nostra gente del Panshir. Purtroppo il dialogo non sta dando i frutti sperati. Ieri le forze di Ahmad Massud ci hanno attaccato due volte. Capite bene come il processo di pace da noi tanto auspicato si stia complicando. Per entrare nel governo abbiamo chiesto all’esercito del Panshir di arrendersi, altrimenti saranno schiacciati».

Ma le donne, nel nuovo governo non ci saranno. «Vedo le donne protagoniste della società afghana. Abbiamo tantissime donne che lavorano negli ospedali, sono delle bravissime e valide infermiere», dice il portavoce dei Talebani. Ma «non come ministro». Però, «seguendo i comandamenti del Corano e sotto la legge della sharia le donne potrebbero, ad esempio, lavorare nei ministeri, nel corpo della polizia o, ad esempio, nella magistratura come assistenti». E, assicura, le ragazze saranno ammesse alle università: «Certamente, speriamo di avere molte brillanti studentesse che onorino l’Afghanistan in tutto il mondo».

E nello scacchiere geopolitico, sarà la Cina «il nostro partner principale», dice. «Rappresenta per noi una fondamentale e straordinaria opportunità poiché è disponibile a investire e ricostruire il nostro Paese. Teniamo moltissimo al progetto “One belt, one road” che porterà a rivivere l’antica Via della seta. Inoltre possediamo ricche miniere di rame che grazie ai cinesi potranno tornare in vita ed essere modernizzate. Infine la Cina rappresenta il nostro lasciapassare verso i mercati di tutto il mondo».

In più, «continuiamo a mantenere ottime relazioni con un partner importante e con un peso fondamentale per la regione come la Russia. Le relazioni con Mosca sono principalmente politiche ed economiche. La Russia continua a mediare per noi e con noi per creare le condizioni per una pace internazionale».

Mentre «il Qatar e la Turchia si stanno occupando della rimessa in moto dell’aeroporto», racconto. «Nei prossimi tre giorni sarà tutto finalmente pulito e in poco tempo tutto verrà ricostruito. Spero che entro settembre l’aeroporto torni nuovamente operativo. Inshallah».

Poi, a intervista finita, Zabiullah Mujahid ci tiene a precisare: «Lasciatemi aggiungere che vogliamo ristabilire buone relazioni con l’Italia, auspichiamo che il vostro Paese riconosca il nostro governo islamico. Spero che questa intervista possa rafforzare le nostre relazioni diplomatiche e politiche, per favore, e che l’Italia riapra la sua ambasciata a Kabul. Il vostro è un Paese importantissimo per noi per la sua cultura e la storia della filosofia. Questo per noi è essenziale».