3 dicembre 1857, a Berdicev, in Polonia, nasceva Teodor Jòzef Konrad Korzeniowski, noto anche come Joseph Conrad.
Sin dalla giovanissima età mostrò un’enorme sete di conoscenza e un’irresistibile passione per il mare, al punto che a diciassette anni decise di imbarcarsi per Marsiglia come marinaio.
Continuò a navigare per i successivi venti anni, venendo a contatto con una realtà del tutto distante da quella dell’Europa continentale: contrabbando, uomini in fuga e traffici di ogni genere.
Nel 1884 ottenne la cittadinanza britannica e conseguì il brevetto di capitano.

Joseph Conrad, uomo di mare e abile scrittore

Fu proprio questo stile di vita ad indurlo, una volta lasciata la marina, a scrivere i suoi più grandi capolavori. Compose tutti i suoi scritti in inglese, utilizzando magistralmente una lingua che non gli apparteneva.
I romanzi e i racconti di Joseph Conrad, pur essendo storie di avventura, celano una concezione pessimistica della vita dove il mare è inteso come simbolo del destino.
Gli eroi delle sue opere sono quasi sempre figure solitarie, tormentate dal rimorso e terrorizzate dal fato. Molto spesso i personaggi principali sono degli sventurati, dei fuggiaschi. L’autore analizza il loro inconscio meticolosamente.

Cuore di tenebra, l’opera più celebre dell’autore

Nel 1899 scrisse “Cuore di tenebra” (Heart of darkness), quello che tuttora viene considerato il suo più grande capolavoro.
Il racconto narra la storia del marinaio Marlow, il quale, da sempre affascinato dalla geografia dell’Africa, decide di intraprendervi un viaggio. Viene assunto dalla Compagnia Commerciale belga, coinvolta nel traffico dell’avorio. Lì incontra diversi personaggi equivoci. A spiccare tra questi vi è Kurtz, un uomo bianco in grado di suscitare l’invidia di tutti gli altri dipendenti.
Sarà proprio quest’ultimo ad incarnare il male generato dal colonialismo. La sua figura è lo strumento di cui Conrad si serve per descrivere le atrocità che avvenivano nel Continente Africano: Kurtz è privo di scrupoli, determinato e feroce.

Alla fine dell’Ottocento la civilizzazione veniva utilizzata dagli europei come scusa per recarsi nei Paesi meno sviluppati e sfruttare le loro risorse, commettendo terribili barbarie sulle popolazioni indigene.
“Cuore di tenebra” non solo denuncia tutto ciò, ma si occupa anche di compiere un viaggio all’interno dell’animo umano, che risulta essere corrotto e crudele. Joseph Conrad riflette su come le popolazioni non civilizzate siano quasi immuni dalla spietatezza che invece caratterizza gli uomini europei, non curanti di eseguire atti disumani pur di arricchirsi.

Al breve romanzo si ispirò liberamente Francis Ford Coppola, che nel 1979 diresse il celeberrimo “Apocalypse Now”. Il regista però decise di trasporre l’adattamento della storia su quella che era la Guerra del Vietnam.
Tuttora “Cuore di tenebra” costituisce un’enorme fonte di dibattito politico e culturale, mantenendo sempre vivo il nome di Joseph Conrad.

Ludovica Nolfi

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