Nel nuovo appuntamento della rubrica Parole dal Mondo, il termine Auguri; parola derivante dal latino il cui significato rimanda al buon auspicio e alla speranza.
Auguri, etimologia e storia del termine
L’etimologia del termine Auguri, il cui singolare è augurio, deriva dall’unione di due vocaboli latini: av-is (o au-is) = uccello, volatile + gero = portare, rivelare, compiere, mostrare o agire. Nell’antica Roma, infatti, l’àugure era un sacerdote il cui compito era interpretare la volontà e i segni degli dèi; gli àuguri prevedevano il futuro basandosi sul comportamento degli uccelli: il canto, il volo, la tipologia di uccello, e sulle altre azioni visibili degli animali. Poiché l’ àugure era deputato all’interpretazione profetica dei segni, il termine Auguri, si inizia a utilizzare come modo di dire indicante buon auspicio. Esiste un’ulteriore interpretazione etimologica, seppur meno nota. In questo caso, l’etimo della parola Auguri, Augurio pare derivi dal verbo latino augère = crescere, abbondare, prosperare.
Si noti come tutte e due le interpretazioni etimologiche rimandino a un’immagine di prosperità, letizia, e speranza. L’uso dell’espressione Auguri, ormai divenuto colloquiale, esprime quindi un desiderio di manifestare a qualcuno che, quest’ultimo, possa godere di un bene o di una condizione favorevole per il proprio stato.
La figura degli àuguri nell’antichità
La figura dell’ àugure esisteva già nella cultura etrusca e in quella greca. L’ornitomanzia era, infatti, l’antica pratica greca di leggere auspici nel comportamento degli uccelli. Secondo la leggenda, questo ordine sacerdotale da cui deriva il termine Auguri, sarebbe stato creato dallo stesso Romolo; pare che il mitico fondatore di Roma, dopo aver scelto i primi tre sacerdoti, ne avesse nominati uno per ogni raggruppamento sociale per cui erano divisi i cittadini romani ( gens, in origine). Lo storico romano Tito Livio dà testimonianza dell’importanza di questa divinazione, affermando che in epoca romana nessuna decisione poteva esser presa senza prima aver consultato gli àuguri. Esistevano due tipi di àuguri:
- Auguria privata: deputati per le decisioni all’interno della famiglia
- Auguria publica: deputati per l’ambito pubblico.
Compito dei sacerdoti era trarre gli auspicia, una sorta di segni, dall’interpretazione del comportamento degli uccelli; in particolare il volo, i versi e il modo di fare dell’animale. Monitorare i loro segnali serviva a capire se gli dèi approvassero o meno l’agire degli umani sia in ambito pubblico che privato. Auspicia, infatti, deriva da aves specere, ovvero “osservare gli uccelli” . Il sacerdote non doveva lasciarsi sfuggire alcun suggerimento ma solo comunicare se qualcosa su cui si era già deciso o era imminente nel compiersi, incontrasse l’approvazione o lo sdegno degli dei.
Stella Grillo
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Foto in copertina: àuguri, l’antico ordine sacerdotale romano – Credits: storicang.it