Nei mesi scorsi si è più volte parlato della crisi finanziaria che l’emergenza pandemica da Covid-19 ha innescato. Un fenomeno (quasi) senza precedenti, che secondo alcuni ricorda un po’ l’instabilità del Dopoguerra e che ha avuto un impatto fortemente negativo sull’economia di diversi Paesi. Non a caso, molti sono i settori che ne hanno risentito. Altrettanti, invece, quelli su cui a gravare maggiormente non è stato tanto il virus quanto le limitazioni che esso ha comportato. E sebbene l’epidemia sia scoppiata due anni fa, gli effetti peggiori che quest’evento epocale ha portato con sé cominciano ad essere evidenti solamente oggi. Stando alle statistiche diffuse dall’Istat, infatti, l’inflazione è tornata a crescere e l’Italia ha registrato un aumento del tasso pari al 4,8%, un dato che non si vedeva da ben 25 anni!

Aumento dei prezzi, caro bollette e inflazione: l’inasprimento della crisi finanziaria

Il nostro Paese sembra vivere in uno stato di perenne crisi finanziaria. Sin dai primi cedimenti nel 2008, difatti, l’economia italiana è rimasta gravemente danneggiata e da allora sembra non essersi più ripresa. Eccezion fatta per qualche anno di relativa tranquillità dopo il 2010, un periodo decisamente breve se si considerano i recenti sviluppi legati al Coronavirus. E le stime, neanche a dirlo, lo dimostrano. L’inflazione ha toccato un picco che non veniva sfiorato dal 1996 e, a quel che si apprende, la sua crescita non è ancora terminata.

In particolare, l’Istat riferisce che ha gennaio lo Stato ha riportato un aumento del 4,8% su base annua, fa sapere AGI. E questo pare sia dovuto al brusco innalzamento dei prezzi che si è verifiche nel corso delle ultime settimane. Il costo delle risorse energetiche regolamentate è arrivato alle stelle (dal +41,9% a al +93,5%), complice anche la crisi ucraina, con conseguente rincaro delle bollette. Lo stesso si può dire per i beni di prima necessità, per i quali nello specifico si evidenzia che:

  • i generi alimentari lavorati hanno visto il passaggio da +2,0% a +2,4%, mentre quelli non lavorati da +3,6% a +5,4%;
  • i prodotti relativi all’igiene personale e alla cura del corpo sono passati da +2,3% a +3,5%.

Insomma, dei risultati non certo incoraggianti. Tuttavia, resta comunque da segnalare un rallentamento dei prezzi legati al settore dei traporti, che dal +3,6% sono scesi al +1,4%.

I pronostici positivi per il mese di febbraio

Al contrario, perlomeno per quel che riguarda il mese di febbraio, pare che gli esperti e gli analisti siano tendenzialmente positivi. I mercati mondiali non hanno portato alla luce ingenti segnali negativi e questo lascia ben sperare. Ad ogni modo, il Governo è al lavoro su precise misure che siano in grado di contrastare il fenomeno. Tra questi, vanno ricordati il Decreto Rilancio e i relativi bonus, la Legge di Bilancio (anche se ha fatto parecchio discutere le norme sull’Irpef) e altri provvedimenti che non tarderanno ad arrivare.

Inoltre, l’AGI comunica che per giovedì è prevista una riunione della BCE, durante la quale si discuterà di un’eventuale rialzo dei tassi d’interesse e si delibererà sulla linea da seguire.

Scritto da Diego Lanuto.

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