Il cambiamento climatico sta avendo delle pesanti ripercussioni sul nostro habitat terrestre e sta spingendo le nazioni del mondo a prendere sempre più in seria considerazione la questione. Basti pensare all’incontro di Glasgow dello scorso ottobre, la COP26, nel corso del quale i Capi di Stato dei vari Paesi hanno rinnovato il loro impegno nella conversione ad una politica maggiormente “green”. L’obiettivo principale è quello di riuscire a trovare delle valide alternative (e no, non stiamo parlando di Marte!) che possano ridurre, se non eliminare del tutto, le cause di un tale impatto fortemente negativo. Un primo passo in questo senso, ad esempio, è stato fatto dall’Unione Europea con l’emanazione del provvedimento sulle plastiche monouso. Ma ciò non è chiaramente sufficiente, pertanto, è necessario fare ancora di più.
In altre parole, sviluppare tecnologie all’avanguardia, implementare metodi di produzione eco-sostenibili e ultimo, non certo per importanza, mettere d’accordo ciascuna nazione su una tematica così delicata per far sì che tutti facciano la loro parte. Al momento, gli esperti del settore sono alle prese con lo studio di differenti metodologie orientate su più fronti. Una di queste è l’impiego della fusione nucleare nella generazione di energia. I progressi fatti negli ultimi anni sono sorprendenti, ma la strada da percorrere è assai lunga. Stando a quel che riferisce il portale Wired, comunque, un primo segnale di avanzamento ci arriva dall’impianto Joint European Torus (Jet) di Oxford. Difatti, sembra che qui gli scienziati del consorzio Eurofusion, una collaborazione paneuropea che riunisce circa 5mila ricercatori e che è co-finanziata dalla Commissione europea, siano stati in grado di produrre in laboratorio ben 59 joule, ossia 11 megawatt di potenza. Un record assoluto nella Storia!
Gli esperimenti energetici del JET grazie al processo di fusione nucleare
Quello della fusione nucleare è un processo assai comune in natura. In particolare, esso si verifica più di frequente nelle stelle, dove i nuclei degli atomi di idrogeno si fondono per dar vita all’elio. Il tutto facilitato dall’enorme massa dei corpi celesti, dall’elevata temperatura e dalla loro capacità di esercitare una pressione molto forte. Insomma, caratteristiche che difficilmente si potrebbero riproporre sulla Terra, o perlomeno così era fino a qualche tempo fa. Oggi, più di qualcuno pare esserci riuscito. Stiamo parlando dei membri dell’equipe del JET, i quali, grazie all’utilizzo di appositi reattori (i tokamak) e di un procedimento di confinamento magnetico, si sono rivelati abili nel fondere il deuterio e trizio, due isotopi dell’idrogeno, a 150 milioni di gradi centigradi, ottenendo una sensazionale (per quanto piccola) quantità di energia.
Ma perché è importante un risultato del genere? Innanzitutto, perché è una fonte energetica essenzialmente pulita, a bassa emissione di CO2 e sicura. In più, al contrario della fissione nucleare generalmente impiegata nelle centrali, non coinvolge alcun tipo di scorie radioattive. Proprio per questo gli esiti delle sperimentazioni al JET potrebbe essere la nuova frontiera dell’ecosostenibilità, nell’ottica di una produzione a livello industriale.
Il progetto ITER
Non a caso, lo scopo finale sarebbe esattamente questo. Ma come raggiungerlo? Attraverso la creazione di un progetto su vasta scala conosciuto come ITER. Si tratta di un’iniziativa internazionale a cui prenderebbero parte non soltanto l’UE, ma anche gli USA, il Giappone, l’India, la Corea del Nord e la Russia. Inizialmente, non si riponeva eccessiva fiducia nella cosa, specialmente alla luce del comportamento di alcuni Stati, ma la svolta di JET cambierebbe le carte in tavola. A tal proposito, il direttore generale di ITER Bernard Bigot, fa sapere Wired, ha dichiarato che:
“Il fatto che siamo riusciti a sostenere la fusione di deuterio e trizio e portarla a questo livello di potenza, quasi su scala industriale è una conferma molto solida […]. I risultati di Jet ci danno molta fiducia per proseguire nel progetto Iter, mostrandoci […] la possibilità di ottenere energia mediante fusione nucleare“.
Che dire, se tutto dovesse procedere secondo i piani, ITER potrebbe diventare operativo già nel 2035. Avremo davvero trovato un modo per salvaguardare il Pianeta, e in primis noi stessi? Solo il tempo potrà dircelo!
Scritto da Diego Lanuto.
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