Gli Smiths sono l’unica band che conta. Lo dice il personaggio di Dean in Shoplifters of the World, il nuovo film di Stephen Kijak, parlando per sé e per un’intera generazione di giovani che negli anni ’80 sono stati segnati dalla musica della band britannica. La loro separazione, nel 1987, ha dato inizio a una rivolta.
Una commedia e una storia drammatica allo stesso tempo, che racconta le vite di un gruppo di giovani che, alla notizia dello scioglimento degli Smiths, decide che tutti quanti avrebbero dovuto ascoltare la loro musica per un’ultima, gloriosa volta. Come farlo? Prendendo in ostaggio un presentatore di una radio locale e puntargli contro una pistola, minacciando di uccidilo a meno che non mandi in radio la discografia del gruppo che ha appena annunciato la sua separazione.
“The Smiths split up”, si sono divisi, dicono all’inizio del trailer. E la rivolta ha inizio. Una rivoluzione che parte dal fatto che questi ragazzi avevano trovato negli Smiths qualcosa di più di un semplice gruppo musicale, più di un concerto, più di una canzone da dedicare. Comunità. Gli Smiths infatti, con la loro musica, riuscirono a dare voce a coloro che si trovavano schiacciati da un panorama eccentrico e pomposo, quello degli anni ’80, ma che erano anime sensibili e fragili che non riuscivano a riconoscersi nei testi di altre band come i Clash o i Rolling Stones. C’era qualcosa nel gruppo di Morrissey, una certa carica emotiva fuori dagli schemi, senza filtri, vulnerabile. Una storia d’amore tra il gruppo e il pubblico, che ha fatto di loro un grande idolo, vedendoli come una porta che con le sue sonorità melliflue e malinconiche li avrebbe portati fuori dal normale.
Il film racconta questo amore, ma purtroppo lo fa superficialmente. La storia è senza dubbio intrigante e ha molto potenziale, ma la produzione in sé ha dato risultati scarsi. Basta guardare il trailer per capire esattamente ciò che succederà nel film e ciò che vedremo: tutta una serie di cliché che sono il risultato di ciò che succede quando sono gli adulti a raccontare la ribellione giovanile. Stereotipi su stereotipi, e personaggi irrimediabilmente antipatici.
Il film, con la partecipazione di Joe Manganiello all’interno del cast, ha aperto l’ottava edizione del Seeyousound, un festival che tratta di cinema e musica, creando una comunione tra le due arti e celebrandole insieme. Il festival ha luogo a Torino, e andrà avanti fino al 24 febbraio. L’uomo dietro il film, Stephen Kijak, è un affermato autore di documentari sulla storia della musica rock, e per la trama si è ispirato ad un fatto che, in effetti, è accaduto davvero: nel 1987, un ragazzo di Denver prese in ostaggio il dj di una radio locale, obbligandolo a passare in radio tutte le canzoni degli Smiths, che si erano lasciati e che avevano riempito di dolore il ragazzo.
Vi lasciamo il link del trailer, ma come abbiamo già detto, non vi consigliamo di guardarlo. Come spesso accade nei trailer di oggi, ci sono solo troppi spoiler.
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