John Burgess Wilson, anche conosciuto dai più con lo pseudonimo di Anthony Burgess, è stato considerato uno degli scrittori più evocativi di tutto il Novecento inglese grazie alla suo più grande romanzo “Un’arancia ad orologeria”; maggiormente nota con il nome “Arancia Meccanica”.
Nato a Manchester il 25 Febbraio del 1917, lo scrittore visse svariate esperienze nell’arco della sua vita; dopo la laurea in Letteratura e Filosofia, si arruolò nell’esercito durante la Seconda Guerra Mondiale e, una volta concluso il conflitto, si trasferì in Malaysia, negli Stati Uniti, in Asia e in Europa, dove svolse il lavoro di insegnante. Si occupò di cinema, musica, traduzioni e scrisse diversi saggi su alcune delle personalità più importanti del Novecento e non solo, ma è oggi conosciuto soprattutto per i suoi incredibili romanzi.
Anthony Burgess, il successo di ”Arancia Meccanica” e i primi libri
In una vita così movimentata, infatti, riuscì comunque a trovare il tempo per dedicarsi alla sua grande passione: scrivere.
Fu così che nacquero opere notevoli dalla penna di Burgess, tutte incentrate sul denominatore comune della violenza e dell’uomo stretto in una morsa stritolante dallo stesso Stato, organo che dovrebbe, al contrario, tutelarlo. Tra i titoli bisogna menzionare la “Trilogia malese”, “Gli strumenti delle tenebre” e, infine, “Il seme inquieto”.
Ma, tra tutti gli scritti pubblicati sotto il nome di Anthony Burgess, “Un’arancia ad orologeria” è sicuramente quello che riuscì ad attirare maggiormente l’attenzione del pubblico dell’epoca.
Pubblicato nel 1969 per la prima volta dall’Einaudi Editore, tradotto poi con il titolo di “Arancia Meccanica” soltanto nel 1996, il romanzo è una delle creazioni più visionarie del secolo scorso. Fantapolitico, distopico, crudele e linguisticamente accattivante, il libro si concentra su Alex e sui membri che fanno parte della sua banda. I giovani personaggi compiono atti violenti per divertimento e Burgess può, così facendo, concentrarsi sempre di più sul tema fondamentale di “Arancia Meccanica”: il male che pervade la società e l’essere umano stesso.
Anthony Burgess e Stanley Kubrik, il male trasposto a cinema
Anche grazie alla famosissima trasposizione di Stanley Kubrik del 1971, “Un’arancia ad orologeria” riesce ad incantare ed accattivare anche il pubblico odierno per la sua incredibile modernità nella trattazione di temi che ci sembrano oltremodo pertinenti al momento che stiamo vivendo, ai pensieri che tutti noi ci ritroviamo a formulare durante le nostre giornate, cercando di comprendere di che natura sia il male che pervade il mondo.
Uno scrittore incredibile, un romanzo spiazzante, una riflessione originale. Solo così ci si può esprimere pensando a John Burgess Wilson e al suo più grande, eterno capolavoro.
Monica Blesi