No, non voglio scrivere una recensione di Horizon Forbidden West. Voglio giocarlo, spolparlo, godermi ogni minuto passato in compagnia di Aloy in un mondo che se già su PS4, con Zero Dawn, faceva slogare le mascelle, su PS5 le mascelle se le porta direttamente a casa; le espone in una vetrinetta; le fa vedere agli amici che vengono a trovare Sony per sapere come se la passa tra un film e un altro con Tom Holland. “Guarda, quella è la mascella del tipo che ha scritto la recensione per *nome testata qui*, hai visto che bella? Le darei un bell’8.5”. Perciò no, non sarò un’ennesimo feticcio esposto al pubblico ludibrio mentre cerco di barcamenarmi tra le millemila feature che Sony e Guerrilla hanno cucito con sapienza e amore su Horizon Forbidden West.
Piuttosto, guarda, mi siedo sul divano, inizio una sessione di gioco, e vi racconto cosa mi succede mano mano che avanzo nell’inesplorato e selvaggio Ovest. Pronti? Scarpe comode? No? Fa niente, tanto il nostro è solo un movimento figurato. Andiamo!
Horizon Forbidden West Recensione? No, di buona lena
Per sicurezza, prima di esplorare il Forbidden West di questo nuovo Horizon ho dato una seconda spolpata a Zero Dawn. Sapevo che la trama era collegata in profondità, e non volevo perdermi eventuali collegamenti anche solo sottili tra le storie principali, o tra eventuali secondarie “di ritorno”. In realtà, però, un motivo ben più subdolo si celava al di sotto della soglia del conscio. Volevo disperatamente scoprire quanto Forbidden West si sarebbe rivelato “meccanicamente” simile a Zero Dawn; e volevo farlo avendo ben in mente, fresco, cosa significava esplorare una zona in uno, e nell’altro.
Così, a trama principale iniziata e felicemente avviata, ho deciso di compiere una delle “passeggiate” che hanno contraddistinto la mia prima, ma probabilmente ancor più la mia seconda (quella più recente), esplorazione di Horizon Zero Dawn. Ho segnato un punto sulla mappa lontanissimo (il più lontano possibile da dove mi trovavo) e ho iniziato a seguire la strada che mi avrebbe condotto al segnale piazzato alla ricerca di: espedienti per facilitare l’attraversamento; con eventuali montagne scalate a forza con salti multipli su sporgenze dimenticate dai dev, cavalcando creature più veloci, o lasciandomi trasportare dall’acqua. Ogni metodo sarebbe stato lecito.
La via più breve, quella più ricca, e la panoramica
Ho così identificato tre differenti tragitti, e ho iniziato a riflettere su quale sarebbe stato il prescelto per la mia avventura. Il più breve imponeva una serie di scalate volte a superare una catena montuosa. Un percorso abbastanza poco “avventuroso” in senso stretto; durante il quale il mio impegno si sarebbe diretto verso la ricerca dei punti scriptati adatti per far aggrappare Aloy, e permetterle di superare ostacolo dopo ostacolo. Rispetto al primo Horizon, in Forbidden West, di sicuro, l’esperienza di arrampicata è stata resa più fluida e libera, aumentando il numero di superfici scalabili esponenzialmente. Ma non ho mai trovato troppo sfidante o soddisfacente l’arrampicata di Aloy, che alla fine si traduce in un’attesa del superamento dell’ostacolo che avviene in modo automatico, e senza alcun pericolo.
La seconda strada possibile è, invece, quella che definirei “la più ricca”. Nel corso del tragitto che mi avrebbe fatto attraversare una stretta ravine posta tra due massicci montuosi, infatti, si celava silenzioso un accampamento di nemici pronti a farmi la pelle al primo avvistamento. Carichi di pezzi di metallo, risorse, forse nuove parti di macchina da rivendere o tradurre in potenziamenti per Aloy. Ma anche questo percorso, alla fine, l’ho scartato quasi immediatamente.
Non perchè non sia soddisfacente (dato che lo è) combattere sfruttando un mix di Stealth e combattimento fisico in zona aperta alla John Wick. Ma perché alla difficoltà da me selezionata a inizio avventura, la maggiore disponibile, il rischio non era affatto commisurato alla ricompensa effettiva che avrei tratto dall’attraversamento. Quando i nemici ti infliggono il 200% di danni in più, mentre te fai loro il 70% di danni in meno, la bilancia delle opportunità finisce quasi sempre per spostarsi sulla voce prudenza. Probabilmente, penso, se avessi scelto di giocare a “difficile” avrei raggiunto il perfetto compromesso tra sfida e divertimento. Ma ormai il dado è tratto: non mi tiro indietro!
Allora restava solo una possibilità su tutte: la cosiddetta via panoramica. Una quasi completa circumnavigazione dell’intera catena montuosa; possibile sfruttando percorsi battuti, attraversamento di una serie di boschi sicuramente pregni di macchine assassine, e qualche arrampicata qui e là. Principalmente per mettere a frutto il nuovissimo paraglider di Aloy: un deltaplano dal sapore Breathofthewildiano che calza a pennello con le movenze del personaggio, e con la costruzione di un mondo che già in Zero Dawn era caratterizzato per differenziazioni altimetriche notevoli. “Un tuffo e sono nel vuoto” in pratica. E a proposito di tuffi: noto che lungo il tragitto avrò anche la possibilità di esplorare le profondità di un piccolo lago. Quale migliore occasione per mettere alla prova lo stile libero e la nuova capacità polmonare subacquea di Aloy?
La scala pazza/gnocca delle macchine di Aloy
Certo, tornando al discorso rischi-benefici, anche la via panoramica può diventare rapidamente pericolosa. Perchè nessuna delle macchine presenti in Forbidden West, né le molte e bellissime nuove arrivate, né i graditi ritorni (comunque rivisitati per apparire al miglior smalto su PS5) hanno intenzione di farci passare facilmente sui loro territori. Alcune sono certo più aggressive di altre, e talune potremo sconfiggerle facilmente sfruttando le dinamiche stealth, i loro punti deboli e corrispettivi danni elementali, o renderle nostre, alcune anche cavalcarle, con un Override. Sempre ricordando che, come in How I met your Mother, anche in Horizon vale la regola della “scala pazza-gnocca”. Cosa intendo? E’ presto detto.
La scala “pazza-gnocca” delle macchine di Hoirizon Forbidedn West si traduce in un meno conciso: più la macchina è elaborata, attraente, caratterizzata da moveset e idle animation coerenti con l’animale di riferimento per il design (quindi più è “gnocca”) più sarà tosta da abbattere, consistente nei danni, arrabbiata con noi e le nostre operazioni di disturbo della sua normale routine (quindi sarà “pazza”). In una maniera non dissimile da Monster Hunter, e a tratti persino più evoluta, in Horizon Forbidden West ogni macchina, dalla più modesta alla più mastodontica, meriterebbe una recensione a parte. Tale è la cura riposta nel definire un bestiario meccanico convincente da parte di Guerrilla, che quasi Aloy finisce spesso per passare in secondo piano come protagonista; lasciando il palcoscenico al sontuoso show messo in piedi da pachidermici (e gnocchi) avversari.
Per fortuna, però, Aloy ha dalla sua, e noi con lei, un arsenale di abilità ancor più interessanti di quelle presenti in Zero Dawn. E un parco armi/armature più vasto e articolato dal quale attingere per dimostrare quanto può avvicinarsi il concetto di Action puro a quello di RPG; camminando sul filo sottile tra i due con invidiabile equilibrio, e tornando al racconto del mio pellegrinaggio, inizio a superare le prime difficoltà. Un passo alla volta. Senza dimenticarmi mai di raccogliere erbe medicinali, parti di macchine sconfitte, carne e pelli indispensabili per craftare munizioni e consumabili di vario genere. Non chiamiamolo survival, per carità. Ma diciamo che senza una gestione attenta delle risorse, il gioco diventa di sicuro molto meno divertente, interessante, e gestibile.
Missione secondaria!
Inevitabilmente, dato che nella mappa ce ne sono in numero eccezionalmente più alto che in passato, incappo in un manipolo di NPC. Di cui uno in particolare, con un vistoso punto esclamativo sulla nuca, attira ovviamente la mia attenzione. Ci penso un po’ su prima di parlargli, dato che è il portatore di una missione secondaria; e seguire le sue richieste in questo momento, nel bel mezzo di un gioco random, un attraversamento della mappa casuale non guidato da necessità particolari, potrebbe risultare in un impegno non da poco.
Infatti, se osservando cutscenes e seguendo le vicende della storia principale ho avuto ben chiaro quanto fosse più definita la visione della storia e dei suoi sviluppi, è solo affrontando qualche secondaria che ho compreso l’immensità del cambiamento operato nell’Ovest proibito. Le cui missioni secondarie si snodano per km e km, per intere ore a volte, sempre foriere di sfide interessanti; ed elargitrici di premi ed esperienza commisurati alla fatica spesa.
Senza contare che al termine di task peculiari la mappa di gioco, alcuni insediamenti o città (e se dico città intendo CITTA’ VERE, non come quelle di Zero Dawn) cambiano per tutto il resto dell’avventura. Si aprono porte chiuse, si chiudono porte aperte, si liberano pericolosi avversari e via dicendo. Preferisco passare, per stavolta. Scusami amico cacciatore, dovrai risolvere da solo la tua bega!
Horizon Forbidden West Recensione? No, E INVECE sì
Arrivo a destinazione dopo un percorso lungo, intenso, ma non stancante. Carico di loot che prima non possedevo, conscio della posizione di una nuova secondaria che posso scegliere di affrontare quando lo desidero, e con un livello guadagnato abbattendo qualche macchina di passaggio. Mi rivolgo verso un panorama particolarmente evocativo, e attivo la modalità foto per scattare un prezioso ricordo del pomeriggio passato in compagnia di Aloy; e di Horizon Forbidden West, un titolo eccezionale sotto ogni punto di vista, che ho amato con tutto me stesso pur rimanendo conscio delle sue criticità. E partendo, lo ammetto, con un iniziale scetticismo.
C’è tanto di Zero Dawn in Forbidden West. Così tanto che a volte viene da chiedersi se non siano troppo simili. Ma spero davvero che in questa mia recensione non recensione di Horizon Forbidden West abbiate appreso abbastanza per capire che non sono i punti di contatto a fare la differenza; bensì, le innumerevoli evoluzioni e miglioramenti. A una formula collaudata e ormai quasi datata, certo. Ma proprio per questo inossidabile e solida. Proprio come le macchine che lo popolano, Forbidden West si evolve così dalla crisalide di Zero Dawn con indubbia magnificenza.
HORIZON FORBIDDEN WEST RECENSIONE? NO | TESTATO SU PS5
+Storia principale e missioni secondarie assai più strutturate e meglio raccontate
+Art direction e tecnica da impazzire di gioia
+Il bello di Zero Dawn, senza molti dei difetti, ma con tanti pregi in più
+Le macchine sono un capolavoro di game design
-Mondo aperto impostato in modo molto classico e poco innovativo
-Perchè le arrampicate sono ancora scriptate solo su certi luoghi? Sigh
-Le difficoltà maggiori hanno un gusto leggermente artificiale