Aprile e poesie, insieme ai versi di tre grandi autori del ‘900 celebri per aver scritto componimenti proprio dedicati all’infanzia. Nel nuovo appuntamento della rubrica Letteratura per l’Infanzia, i versi di Renzo Pezzani, Angiolo Silvio Novaro e Diego Valeri.

Aprile e Poesie, Sono giorni dolcissimi di Diego Valeri

Aprile poesie - Credits: lamarinda.it

Aprile è il mese più dolce dell’anno, e così le poesie che descrivono questo periodo in cui il verdeggiare dei prati inizia ad esser sempre più rigoglioso e il tepore della bella stagione si diffonde senza risparmiarsi. Diego Valeri è stato un insegnante di letteratura e lingua latina ma soprattutto uno scrittore di libri e filastrocche per bambini. La sua è una poetica riflessiva, quasi una poesia d’apparenza; le sue poesie sono apparentemente felici, permeate da immagini gioiose e fanciullesche paragonabili a un certo tipo di filastrocca scanzonata. Sono giorni dolcissimi appartiene a quelle strofe imprescindibili se si vuol citare poesie consone per il mese di Aprile appartenenti a celebri autori per l’infanzia:

Sono giorni dolcissimi
questi che ci preparano le piogge
dolcissime di aprile. Luce bianca
filtrata da nebule bianche,
appena un sospiro di vento
che si sprigiona dal cuore del mondo.
In quest’ora del tempo
il vecchio mondo, come il vecchio Adamo,
ha un cuore giovanetto:
quel suo cuore (o Leopardi!) d’una volta.

In questa poesia, tratta dalla raccolta Calle del vento, Mondadori, 1975, confluiscono tutte le caratteristiche della poetica valeriana. Valeri trae ispirazione da Giovanni Pascoli, da cui introietta il lessico e le forme metriche; e da Gabriele D’Annunzio, specialmente dall’Alcyone.  Gli influssi di Alcyone sono sempre presenti, così come gli aneliti alla lontana infanzia e l’importanza della natura come rifugio. Il poeta veneto definisce dolcissimi i giorni di Aprile, così come le sue piogge lievi e le luminescenze che filtrano dalle nubi bianche. Uno zefiro leggero avvolge il mondo sopraffatto dall’avanzare della stagione mite. E’ un periodo flautato e che sparge giovinezza; un lasso di tempo in cui il poeta, ormai anziano, gusta i toni leopardiani del tempo che fu.

Aprile di Renzo Pezzani

La produzione di Renzo Pezzani si concentra sulle poesie dedicate ai bambini; il vero poeta è colui che non rifugge il proprio passato di bimbo, né dimentica il bambino che è stato ma, anzi, lo accoglie. Per questo la poesia, per il Pezzani, è anche e soprattutto uno strumento educativo;  è immediata perché racconta la vita stessa attraverso un realismo delicato. Nell’elenco delle poesie dedicate al mese di Aprile non poteva mancare questo componimento in cui, il poeta, paragona la terra a una tavolozza di colori.

Così aprile in un giorno
m’ha dipinto il giardino:
di bianca calce tutto il muro intorno
e tutto il cielo del più bel turchino.
Di verde non ha fatto economia.
E’ così verde questa terricciuola
che sembra l’orto della poesia.
Che chiasso di colori in ogni aiuola
e quanti fiori, quanta fantasia
di blu, di rossi, di celesti e viola!
C’è un fior per tutti in questo mio giardino!
Fanne un mazzetto da portare a scuola!
Così dipinse April questa mia breve
terra intingendo il pennello nel cuore
fin che bastò il colore.

Un componimento in cui il poeta sottolinea il tripudio di colori che Aprile regala alla Terra con il suo sopraggiungere; un mese dolce, lieto e allegro che dipinge con tonalità rutilanti il mondo. Il cielo lucente di turchino, il propagarsi del verdeggiare, le gemme multicolori che rendono un’aiuola variopinta, quasi chiassosa. Pezzani paragona, poi, il suo giardino dalle cromie sfavillanti a un orto in cui sosta la poesia; anche’essa pura e foriera di gioia. Aprile dipinge la terra intingendo il pennello nel suo cuore candido elargendo, con la sua generosità, tutti i colori in suo possesso.

Il mago Aprile di Angiolo Silvio Novaro

Fra la cerchia dei poeti ”dei banchi di scuola”, cui alcune antologie elementari di un tempo pullulavano, si aggiunge Angiolo Silvio Novaro. Il poeta ligure, molto amico di Gabriele D’Annunzio e Marino Moretti, arriverà tardi alla produzione poetica: Novaro si accosta ai versi all’età di quarant’anni. La sua prima raccolta, infatti, è datata 1905. Una delle tematiche più presenti nella sue poesie è quello della natura; una natura che è armonia e bellezza in quanto opera appartenente a Dio.

Buongiorno, mago aprile!
Sei tornato? – Si desta
al semplice suo tocco
con tre ghirlande in testa
nell’orto l’albicocco;
l’acacia nel cortile
mette il più bel monile;
le rondini dai nidi
gridano: “Vidi! Vidi!”
Buongiorno! Lo sparuto
margine del fossato
si veste del più ricco
mantello di broccato
per te, che faccia spicco;
e il ruscello già muto,
ripreso il flauto arguto
suona, portando al mare
argenti e perle rare
.

Il mago Aprile è quindi l’ultima delle poesie appartenenti a questo elenco in cui si celebra l’esplosione della primavera. In questo componimento, molto similare al precedente per immagini, Novaro descrive il risveglio della natura che incede festoso, proprio allo scoccare del mese di Aprile. Aprile fa il suo ingresso trionfante e, al suo tocco magico, si risveglia rigoglioso un albero di albicocche; l’acacia verdeggia, e così le scarpate e i fossi si ricoprono di tenera erba verde. Le rondini salutano il mese incantato che riporta armonia alla Terra; e il ruscello, tacito dal gelo invernale, ricomincia le sue nenie flautate con lo sciabordio delle sue tenere onde, recando le sue dolci note verso il mare e cullato dalla letizia di Aprile.

Stella Grillo

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Crediti immagini: lamarinda.it