“Lolita” di Vladimir Nabokov è il romanzo che tutti conoscono senza neanche aver mai letto le sue pagine.

Scritto in inglese e pubblicato a Parigi nel 1955, la storia di Nabokov suscitò grandissimo scandalo sin dalla sua prima uscita a causa dell’ardente passione che il protagonista Humbert Humbert, professore di letteratura di 37 anni, prova per Lolita, una dodicenne così soprannominata di cui diviene il patrigno e con cui intreccia una scabrosa relazione. E, a distanza di 67 anni dalla prima stampa, “Lolita” è ancora un libro disturbante e assolutamente unico nella storia della letteratura mondiale.

“Lolita” e l’amore senza regole

Un racconto semplice, scabro e senza fronzoli che riesce tutt’oggi ad urtare la morale comune: questo è “Lolita”, questo è ciò che Nabokov ha sempre voluto donare ai propri lettori. Un delirio passionale, un’ossessione talmente forte da non essere considerata adatta dalle convenzioni sociali dell’epoca, ritenuta talmente oscena da essere stata rifiutata da ben 4 editori americani. Ma questo capolavoro della letteratura non può essere relegato ed analizzato solo in questi termini, perché tra le sue pagine vi è molto di più. Lo scrittore si ritrovò a completare, con la sua suprema penna e un forte senso ironico, una storia riguardante la psiche umana ed i sentimenti contrastanti che albergano in ognuno di noi.

Dopo essere divenuto patrigno di Lolita e dopo la morte della stessa moglie, Humbert si ritrova a compiere un viaggio senza meta per gli Stati Uniti con l’oggetto del suo desiderio, creando un amore on the road che sembra non finire mai. Un sentimento forte, potente, che non può essere fermato, ma che allo stesso tempo diviene una malattia causata dalla propria amata, ora scontrosa, ora tenera, continuamente mutevole. Un viaggio nella mente del protagonista che, più che rappresentare una realtà incontrovertibile, non è altro che il sogno di un amore ideale. Una corsa verso il nulla che tiene sospeso chiunque decida di affrontare le pagine di questo caposaldo della letteratura mondiale.

L’accoglienza mondiale di una delle opere più controverse della storia

Nonostante la bellezza indiscussa del romanzo, “Lolita” venne accolto negativamente sin dalla sua prima uscita. Difficile da affrontare a causa di un tema particolarmente ostico per i lettori dell’epoca (e non solo), la storia vide continue censure e tagli, fin quando il Ministro degli Esteri francese non bandì il romanzo definitivamente per due anni. Eppure, a dispetto di tutti gli ostacoli, il più grande lavoro di Vladimir Nabokov è entrato di diritto nella storia della letteratura, aiutato particolarmente dall’omonima trasposizione cinematografica del 1962 diretta da Stanley Kubrick.

Indispensabile per tutti i bibliofili, “Lolita” è un libro che necessita di essere letto malgrado la fama che si porta sulle spalle da più di mezzo secolo, perché la scrittura racchiusa tra quelle pagine sarà capace di portare qualunque lettore in un mondo nuovo fatto di erotismo, bellezza e puro idealismo.

Monica Blesi

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