Nel 2001 apre i battenti alla presenza di Steve Jobs il primo Apple Store. Il negozio inaugura poco fuori Washington DC, presso il centro commerciale Tysons Corner Center di McLean, Virginia. Jobs, consapevole della portata dell’evento, invita e ospita in un albergo un intero gruppo di giornalisti per spiegare la sua visione per il futuro. In quello stesso 19 maggio apre in contemporanea un secondo Apple Store sulla West Coast, presso la Glendale Galleria di Glendale, California.

Come parte del rilancio del brand Apple, la visione di Steve Jobs è basata su un cambiamento radicale del rapporto tra cliente e produttore. La vendita al dettaglio da parte di terzi è un’operazione del passato. Il produttore, per ingenerare fiducia nel consumatore, ha bisogno del controllo sui prodotti che propone alla clientela. Una visione più giovane, dinamica e personale della relazione con clienti informati e fidelizzati, per poter elevare il marchio al livello di icona contemporanea.

La visione di Steve Jobs

Nel weekend d’apertura, più di 7700 persone visitano i due Apple Store, generando un incasso di quasi 600.000 dollari. La catena si espande e nel 2004 viene raggiunto il miliardo di dollari in vendite annuali, più velocemente di qualsiasi altro rivenditore nella storia. Secondo le parole del suo creatore, “il cliente non deve sapere quanto tempo o denaro desidera spendere quando entra in un negozio. Deve sentirlo. Sentire che c’è qualcosa di diverso”.

Il fenomeno degli Apple Store diventa rapidamente globale. Nel 2003 apre a Tokyo il primo negozio fuori dagli Stati Uniti, seguito l’anno dopo dall’Apple Store di Regent Street a Londra. Il primo negozio italiano della Mela viene inaugurato a Roma nel 2007, e dopo un anno apre i battenti a Pechino. Nel 2011, anno della scomparsa di Steve Jobs, la sua visione raggiunge l’incasso record di 16 miliardi di dollari a livello globale. Oggi, gli Apple Store contano 518 punti vendita in ben 25 nazioni, coronando un’intuizione sul futuro in un successo mondiale.

Davide Cossu

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