Benvenuti nell’universo femminile di LetteralMente Donna. Faremo un viaggio nell’Italia della seconda metà dell’800′ alla scoperta di una scrittrice dimenticata e poi riscoperta negli anni 70′. Parleremo di giornalismo, questione femminile, amore e ironia. Abbiamo dedicato la puntata di oggi a Maria Antonietta Torriani.
Maria Antonietta Torriani, nota anche con lo psuedonimo di Marchesa Colombi, è una scrittrice che ha lasciato il segno nella sua epoca diventando, tra l’altro, la prima giornalista del Corriere della Sera. Negli anni successivi è stata poi relegata al ruolo di autrice minore e facilmente dimenticata per poi essere riscoperta negli anni 70′ grazie ad Italo Calvino e Natalia Ginzburg. I due famosi autori infatti ripubblicarono il suo più noto romanzo, “Un matrimonio in provincia”, con Einaudi. Fu la rinascita di una scrittrice che si era distinta per il suo stile sarcastico, asciutto ed ironico con il quale metteva in campo la sua critica sociale e anticorfomista che ritroviamo non solo nei suoi romanzi ma anche nei saggi e negli articoli giornalistici.
Maria Antonietta Torriani, la questione femminile, l’amore e la letteratura
Un elemento importante della vita e delle opere di Maria Antonietta Torriani è senza dubbio la questione femminile e la donna dei suoi tempi. Ricordiamo infatti che la Torriani incontrò a Milano la protofemminista Anna Maria Mozzoni impegnandosi attivamente nel protofemminismo lombardo. Un impegno che non solo nel trasparirà nei sui romanzi a manche nei suoi saggi come ad esempio “Della letteratura nell’educazione femminile”. Un’opera in cui parla dell’importanza della cultura per la formazione delle donne. La Torriani poi continuerà la sua analisi critica ed ironica della condizione femminile ottocentesca all’interno dei suoi romanzi dove predilesse temi propriamente veristici e romantici legati però alla donna nelle diverse classi sociali del suo tempo
Ne è un esempio il suo romanzo “In risaia” dove parla delle dura condizione delle donne nelle risaie sconfessando diversi tabù della sua epoca ed evidenziando uno temi a lei cari come l’amore. Anche questo caso tutto è legato alla soggettività femminile e alla classe sociale di cui si parla . Nella sua opera più famosa, “Un matrimonio in provincia”, ad esempio la protagonista è di estrazione borghese e pertanto non espliciterà mai il suo amore, come fa del resto la Nanna di “In risaia”, ma si limiterà ad un gioco di sguardi finchè l’uomo amato non sposerà un’altra donna.
Stefano Delle Cave